Che spettacolo, ragazzi.
Oggi ho visto due delle partite più belle che mi sia capitato di vedere nella mia ormai lunga (l'esordio data 1975) militanza sui campi da baseball. Giocate splendide, emozioni, potenza…cosa si può pretendere di più?
Il fatto che siano state due clamorose sorprese (il Messico che elimina gli Stati Uniti e Portorico che elimina Panama) ha aggiunto sale ad una giornata di per sè saporita, anche se leggendo il titolo del mio articolo di presentazione (“Cuba e Stati Uniti hanno una marcia in più”) mi sono un po' preoccupato per il timore di aver azzardato qualcosa. Rileggendo, mi sono alla fine congratulato con me stesso per aver affermato chiaro che l'esito dei 2 incontri era tutt'altro che scontato. E questo apre la strada ad altre considerazioni.
Alla sconfitta degli Stati Uniti ho visto parecchia gente esultare. Posso capirlo, qui in America Latina.
Ho anche letto immediati commenti abbastanza piccati provenienti proprio dalla 'Major League Baseball', che nella sostanza ritiene che a perderci siano le Olimpiadi, più che gli Stati Uniti.
La realtà e che rischia di perderci il futuro del baseball olimpico. Il nostro sport sarà rappresentato da Italia, Olanda, Grecia, Australia ma non dagli Stati Uniti. Non è una bella cosa.
Certo, si potrebbe far notare agli amici Yankee che la prossima volta mandano a Panama i vari Barry Bonds e Randy Johnson e poi voglio vedere se non si qualificano. Ma bisogna riconoscere che un torneo nel quale si gioca per una settimana per eliminare una squadra su 9 partecipanti e nel quale una formazione che ha 3 vittorie e zero sconfitte esce perchè perde una partita contro chi aveva 0 vittorie e 3 sconfitte deve per forza essere il frutto di una mente disturbata. Ma perchè qui hanno partorito questa formula folle mentre in Asia (dove per inciso è saltata per aria un'altra 'grande' storica come la Corea) hanno fatto il loro bel girone all'italiana?
Dal punto di vista organizzativo e, di conseguenza, da quello economico il pre olimpico delle Americhe finirà con l'essere un bagno di sangue. Anche perchè, fuori Panama e gli Stati Uniti, le presenze allo stadio rischiano di arrivare veramente ai minimi storici. Soprattutto lunedì, giornata in cui si giocano le finali-burla. Cioè gare in cui si sfidano 2 squadre già qualificate e 2 che non si qualifcheranno.
Da parte mia, sono anche un po' preoccupato per quel che sta succedendo in Italia. Intendo la “vicenda passaporti” (chiamarla così, sarebbe già un'imprecisione, ma non sottilizziamo). Ma non sono tanto preoccupato per quel che può succedere (al contrario di altri ben più potenti di me, ho piena fiducia nella giustizia) ma per altre due cose.
La prima è che questa notizia è una di quelle di baseball che hanno avuto più risalto ultimamente. Mi dispiace, sinceramente. E devo prendere atto che lo spazio per il baseball manca sempre, ma quando si scopre che c'è qualche problema, improvvisamente si amplia.
La seconda preoccupazione è dovuto alla ridda di imprecisioni che circolano. Che sono poi le solite e partono da un concetto che purtroppo non viene digerito: gli 'oriundi' non sono una terza categoria di giocatori, diversi dagli 'italiani' e dagli 'stranieri'. Ma a rimettermi a spiegare sarei quasi offensivo verso l'intelligenza di chi mi legge, quindi non lo farò.
Viceversa, la polizia sta indagando per valutare se sono state violate delle leggi. In poche parole: la polizia teme che qualcuno abbia alterato documenti per tesserare come Italiani giocatori che non lo sono. Ma spero che siamo tutti d'accordo col fatto che l'apertura agli oriundi del 1999 (che apertura non fu, bensì fu il togliere una norma che il CONI riteneva illegittima) non giustificherebbe in nessuna maniera il ricorso a mezzi illeciti per modificare lo status di questo o quello.
Mi fermo qui. Se qualcuno vuole conversare con me sull'argomento, non ha che da scrivermi.
Nel giorno libero ho visto il Canale di Panama. Confesso la mia ignoranza: pensavo di trovarmi di fronte ad uno stretto tipo Corinto e invece ho visto in funzione un complicato sistema di chiuse che alza e abbassa i vascelli che vogliono passare dall'Oceano Pacifico a quello Atlantico semplicemente togliendo e aggiungendo acqua. Molto interessante davvero.
Come interessante è stata la festa per il centenario della Repubblica. Molto pagana, come festa: fiumi di birra, balli, nessuno che dorme per giorni interi. E a margine (è il caso di dirlo) i discorsi ufficiali.
“La Prensa”, che è il quotidiano principale de “L'Istmo”, scriveva che il centenario arriva in un momento di “crisi economica e perdita di valori”.
Panama è un paese pieno di contraddizioni. Dal 2000, anno in cui ha ripreso possesso del Canale, è stato investito da una ricchezza impressionante (ogni passaggio di nave rende in media 60.000 dollari e passano circa 35 navi al giorno per 365 giorni all'anno) che viene distribuita solo in parte. C'è malcontento e ci sono sacche di povertà drammatica. Ma ci sono parecchie categorie di persone che stanno migliorando il loro stato sociale a vista d'occhio.
A Panama City si passa dalla ricca passeggiata di via Espana, che potrebbe essere in qualsiasi città europea, al circondario del vecchio stadio “Arosemena”, dove la sera si rischia realmente la vita. Il tutto nel volgere di centinaia di metri.
Tra pochi mesi si svolgeranno le elezioni presidenziali. La 'presidenta' (così la chiamano qui) Mireya Moscoso non verrà rieletta, perchè a Panama al secondo mandato si può concorrere dopo che sono passati 10 anni dal primo. In prima fila c'è un certo Martin Trojido, che è figlio del Generale che andò al potere con un colpo di stato nel '68 e poi firmò con Jimmy Carter il trattato per recuperare il controllo del Canale.
Vi dico queste cose perchè ho provato a sentire come la pensa la gente del luogo. E ho visto un modo di porsi di fronte alle cose della politica davvero 'laico' e fatalista. Il palazzo per i panamensi è qualcosa di lotanissimo, che fa parte della loro vita si e no. Quindi, tanto vale ballarci su una salsa.
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