La mia permanenza a Panama ha avuto 2 momenti da incubo.
Il primo è stato durante l'interminabile sospensione di Canada-Portorico. Con il cielo scuro e un avvoltoio che continuava a volteggiare sul campo (se non volteggiano gli avvoltoi, d'altra parte…), l'altoparlante dello stadio si è messo a diffondere una canzone di Laura Pausini in spagnolo. Mi sono scosso, perchè da queste parti la melodia (per me è 'roba melensa', ma mi rendo conto che i gusti sono gusti) è il tipo di musica alternativo a salsa e merengue. Voglio dire, si ascoltano cose in confronto alle quali la musica di Albano Carrisi è hard rock. Quindi ci sta anche la Pausini.
Il secondo è stato ben più drammatico. Stavo guardando in santa pace Cuba-Canada (per me una partita di baseball si guarda in silenzio, ma non tutti lo capiscono) e sopportavo a malapena 2 nippo-brasiliani che chiaccheravano tra di loro in Giapponese. Improvvisamente uno dei 2 mi si rivolge in ispano-portoghese per chiedere se io ero quello che lavorava per la Federazione Italiana (un osservatore: avevo scritto “Italia” dappertutto…). Al mio sì è partita la domanda che non ti aspetti: “Ma cosa vuol dire esattamente oriundi?”.
Enfatizzo: uno che sembra un Giapponese ma parla come Altafini (il suono emesso era in effetti 'oriungi') mi chiede a Panama cosa vuol dire 'oriundi'. Ero sul punto di passare alle vie di fatto, quando il tizio (che è il manager della nazionale brfasiliana) mi ha spiegato (sempre in ispano-portoghese) che un suo giocatore aveva lontane origini italiane e chiedeva una mia consulenza per sapere cosa doveva fare per ottenere lo status di 'oriungio'. Mi sono rassegnato e, per la millesettecentesima volta in vita mia, ho spiegato come si ottiene il riconoscimento della cittadinanza italiana. Il Professor Salvatore Batholini (mio insegnate di Diritto Pubblico nel 1983) sarebbe orgoglioso di me. Anche il mio Confessore, perchè a questo punto è evidente che sto espiando qualche colpa.
Il momento più bello e toccante della mia permanenza a Panama è stato l'invito a pranzo che ho ricevuto dal capo ufficio stampa della manifestazione Nicolas Espinoza. Un signore grande, grosso e apparentemente burbero, ma con un cuore grandissimo. Ha invitato il sottoscritto e il mio compagno di avventure in terra panamense, il giornalista americano ma residente a Portorico Eric Edwards, a dividere il cibo con lui e la sua famiglia. Un atto che è certamente di maggior valore da queste parti dove, è inutile negarlo, sono davvero in pochi a guadagnare più del necessario.
In casa Espinosa ho notato che qui a Panama vige una consuetdine: quando ci sono ospiti, uomini e donne mangiano separati. Nella bella casa di Nicolas ho notato appesa alle pareti una riproduzione dell'Ultima Cena di Leonardo da Vinci. Il figlio Nicolas junior mi ha chiesto: “Pensi sia l'originale?” e io mi sono messo a ridere e gli ho detto: “Ma dai!”, un po' da Conquistador spagnolo del 1500. Nicolas junior però mi stava prendendo in giro, perchè dopo 2 minuti l'ho sentito dire al padre che Leonardo da Vinci a dipingere il cosiddetto 'Cenacolo' ci ha messo 13 anni. Ho dovuto confessare che io non lo sapevo.
A proposito del fatto che qui le cose non vanno tanto bene, leggevo ieri sul quotidiano “La Prensa” (ha anche un'edizione web: www.prensa.com) queste simpatiche parole sulla presidenta Mireya Moscoso: Ma in che mondo vive? Le sue dichiarazioni altisonanti dimostrano un patetico culto della personalità e sono un segno di decadenza morale, insensibilità politica e assoluta demagogia. Un Governo che ritiene di potersi auto valutare deve essere libero da corruzione, nepotismo e apparire trasparente. Caratteristiche che non appartengono alla gestione della Presidenta. Non male, no?
Personalmente, ho eletto l'interbase di Cuba Eduardo Paret a mio idolo già da tempo. Penso sia il miglior giocatore che io abbia mai visto dal vivo assieme ad Orlando Hudson, che giocava nella nazionale degli Stati Uniti a Taiwan 2001. Per intenderci, non credo esista un interbase migliore di Paret nelle Grandi Leghe americane. Paret è meglio di ARod, di Jeter e Garciaparra. Forse Omar Vizquel è più completo di lui. Ma ripeto il 'forse'.
No, non farò seguire una noiosa dissertazione su come è ingiusto questo mondo che non concede a questo ragazzo le stesse opportunità di altri. Ma confesserò una cosa: approfittando del mio pass da giornalista mi sono procurato una pallina e me la sono fatta autografare da Paret. Non vedo l'ora di raccontare ad un sacco di gente chi è Eduardo Paret e come gioca.
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