Sorride Giampiero Faraone al termine della prima giornata di lavoro degli azzurri a Fort Lauderdale: "C'è da essere soddisfatti" dice il manager azzurro "Perchè per molti ragazzi era la prima uscita sul campo, ma ho visto che tutti hanno preso confidenza subito. Sarà questo clima, che è ideale. Sarà che l'organizzazione è molto buona. Comunque, tutti lavorano con molta voglia".
E' questo il gruppo dal quale uscirà la squadra che disputerà le Olimpiadi? "L'ossatura è sicuramente questa, ma ci sono parecchi giocatori sotto osservazione. Questo che è venuto in Florida è un gruppo allargato e direi che è anche aperto".
Hai detto che ci sono molti giocatori sotto osservazione. In Italia o altrove? "In Italia e anche altrove".
Mi sembra di capire che le polemiche sugli oriundi, immancabili, non ti preoccupano… "Non mi preoccupano".
Nulla da aggiungere? "Solo che sto lavorando per costruire la miglior squadra possibile".
Una squadra che, una volta tornati dalla Florida, rivedrai esattamente 12 settimane e parecchie partite di campionato dopo…"Ho pensato che radunare i giocatori durante il campionato non sarebbe stato molto utile. Rischia di diventare un disturbo, per loro e i club. Così ho preferito chiedere alla Federazione di anticipare il raduno di luglio. Prima delle Olimpiadi staremo assieme un mese e disputeremo la settimana di Haarlem e il pre olimpico di Nettuno. Naturalmente tutti i giocatori di interesse nazionale saranno seguiti durante l'anno"
L'Italia realisticamente che obbiettivo può avere ad Atene? "Quello di giocare al massimo delle sue possibilità partita per partita e fare i conti alla fine. Hai detto bene tu quando hai affermato che potrebbe anche succedere di perderle tutte. Ci può anche succedere però di vincere contro gli avversari più abbordabili e allora dobbiamo farci trovare pronti e non perdere l'occasione di essere la sorpresa del torneo. In fondo i Mondiali hanno detto che qualcosa possiamo fare contro tutti gli avversari, specie considerando che il rendimento dei lanciatori è stato davvero confortante".
Dopo le Olimpiadi sarà tempo di bilanci per questo tuo biennio da manager. E' stato difficile? "Facile no. Praticamente ci siamo trovati a gestire il passaggio da una generazione di giocatori che avevano dato tanto ad un gruppo con molte novità. Credo che ne sia uscita un'ossatura che può certamente migliorare e durare nel tempo. Per quel che riguarda il bilancio, la misura del valore di quello che abbiamo fatto sarà comunque data dai risultati del campo".
Il futuro comunque appare roseo: "La Federazione ha messo insieme un progetto che merita attenzione. E' chiaro che il salto di qualità si avrà quando i ragazzi che sono nella cosiddetta P.O. si conquisteranno un posto da titolare in serie A e giocheranno con continuità ad alto livello".
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