Ho passato assieme allo staff della nazionale una bellissima serata.
Ho pensato a lungo se era il caso di ammetterlo. Succede infatti che nel mondo del baseball italiano fare le cose con gioia venga considerato inconcepibile. D'altra parte, perchè divertirsi quando con lo stesso tipo di fatica si può soffrire e ci si può anche fare il sangue amaro?
Qui per fortuna l'atmosfera è molto bella. Fino ad oggi gli azzurri hanno vinto, stanno svolgendo un lavoro che sembra proficuo in un'atmosfera decisamente armoniosa. E sono un gruppo, questo è quello che mi sembra importante sottolineare.
Con questo non dico che vinceremo le Olimpiadi. Ma che la strada per raggiungere l'obbiettivo che da sempre è il mio sogno (ovvero poter scrivere di una manifestazione internazionale: “L'Italia ha dato il 100%”) è intrapresa.
Il genitore medio di giocatore di baseball, che si esprima in Italiano o in Inglese, è sempre lo stesso: ovvero decisamente verboso quando si tratta di parlare del “sangue del suo sangue”. Lo sto verificando di persona, essendo stato sottoposto personalmente all'illustrazione di più di qualche albero genealogico in questi giorni. Ma è bello così, effettivamente.
Attorno al dug out degli azzurri si muove un'umanità varia e poliglotta che copre almeno 3 generazioni di persone. Si va da chi ha lasciato l'Italia a chi ci è tornato, riscoprendo di fatto ( e probabilmente in maniea involontaria) le radici della propria famiglia.
Mi sono quasi commosso vedendo Dominic, il nipotino di Seth La Fera, aggirarsi nei dintorni del dug out azzurro con indosso una maglia azzurra con sulle spalle il nome “Vieri”. Ho sentito il capitano della nazionale parlare in Italiano al nipotino e ho pensato che il padre di Seth l'Italiano non lo conosce e che lo stesso interbase del Parma quando arrivò in Italia nel 1999 non lo parlava. Ho pensato anche che forse il piccolo Dominic (che credo abbia meno di un'anno) un giorno l'Italiano lo parlerà e che questo chiuderà un cerchio. Non c'entra molto col baseball, forse le persone di cui ho parlato non pensano a questo ma trovo la vicenda comunque meritevole di una riflessione.
Se dico che l'America è terra di grandi contraddizioni non faccio un'affermazione originale. Ma una storia di cui sono venuto a conoscenza vi interesserà di più. Una donna ha finto di avere la figlia malata di leucemia e ha iniziato una raccolta di fondi per curarla che l'ha portata ad accumulare 31.000 dollari prima di essere scoperta. La donna, che aveva rasato il cranio della bambina e le somministrava sonniferi per renderla simile ad una persona sottoposta a chemio terapia, è stata condannata a 6 anni di carcere. “Eravamo disperati” ha detto ai giornalisti.
Lei, il marito e la figlia sopravvivevano (è proprio il caso di dirlo) con una cifra annuale di 13.000 dollari. Neanche pochissimo in senso assoluto, ma non abbastanza per andare oltre quella che negli Stati Uniti è la “soglia di povertà” per una famiglia di 3 persone. Si stima che qui le persone che vivono in queste condizioni siano 35 milioni.
Eppure in America c'è tutto. Proprio della serie che se qualcosa non lo trovate qui, è probabile che non esista. Gli scaffali dei negozi sono impressionanti: distese di prodotti di tutti i tipi e per tutti i tipi. Tutte le combinazioni possibili di taglie, colori, tessuti. Tutte le possibili marche di vestiti, scarpe, articoli sportivi. Tutti i cibi di tutte le nazioni del mondo serviti secondo il modello del fast food. E le strade poi: vi può capitare di guidare per miglia e miglia su quello che sembra un tavolo da biliardo. Sono lisce, regolari, spaziose, efficienti.
Sapete cosa vi dico? Che in effetti gli Stati Uniti d'America sono un modello in scala del mondo di oggi. Piaccia o non piaccia.
Ho messo la sveglia alle 5. L'ho fatto perchè non potevo perdermi l'inizio della stagione del baseball di Grande Lega. A Tokyo scendono in campo gli Yankees e i Tampa Bay Devil Rays. Chi mi conosce sa cosa possa significare per me puntare una sveglia a quell'ora. Ma quando mi capiterà ancora di poter vedere l'Opening Game in diretta, benchè solo in televisione?
“Nel mezzo del cammin di nostra vita” si comincia a cercare di non perdere le occasioni, oltre naturalmente a “ritrovarsi per una selva oscura”.
Per chiudere, una segnalazione a chi verrà in Florida. clickando qui visitate il sito del mio locale preferito. O meglio, del mio servizio ai tavoli preferito.
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