Partiamo dal concetto che non è ipotizzabile oggi pensare allo schiavismo, con il ‘vincolo senza soluzioni, di un atleta a vita con una squadra, qualunque essa sia. Già adesso esiste, nei regolamenti della FIBS, la possibilità di limitare, o praticamente escludere, tale legame. Ma quella del giocatore legato mani e piedi è indubbiamente la situazione tipo. Pochi infatti sanno, ancor meno sanno bene, e se un giocatore (o meglio il genitore) non si tutela prima a 16 anni poi non c’è più via d’uscita.
Non si può pensare che un giocatore possa esser costretto a giocare dove non vuole, per amore del baseball, o a star fermo anni per liberarsi, una volta che abbia firmato, senza porre condizioni, per un club. D’altra non si può nemmeno far finta che sia logico che un giocatore, di punto in bianco, possa cambiare squadra solo perchè l’altra che gli offre qualcosa, o gli offre di più, senza alcuna contropartita.
E’ giusto che un giocatore possa decidere di se stesso, avendone però la squadra che l’ha creato, formato, o anche solo avuto in carico acquistandolo, il giusto compenso.
Insomma, non lo ‘svincolo selvaggio. E soprattutto una normativa che metta al riparo di giochetti e furberie: da una parte e dall’altra.
Il rischio, andando più in là di quel che si è fatto fino ad ora (vincolo dai 16 ai 38 anni per il baseball e dai 15 ai 32 per il softball), potrebbe veramente essere quello mandare tutto allo sfascio. Invece bisognerà accettare che anche il solo proselitismo ed il reclutamento costa alle società. Ed in realtà è giusto che ‘sempre – e sottolineo sempre – chi si dà da fare in questo senso sia in qualche modo rimborsato, anche quando un ragazzino cambia casacca, quale che ne sia il motivo, e quale che ne sia l’età.
Ampliare magari di qualcosa il ‘non vincolo totale (perchè 38 anni sono in effetti troppi). Ma prevedere in ogni caso un ‘rimborso alla società di appartenenza, anche sotto i 16 anni. E soprattutto non accettare l’invito del CONI (o quel che è) per il primo vincolo ai 18 anni.
Ovvio che ‘parametrare il tutto, e farlo bene, sarà un altro paio di maniche. Trovare il giusto punto d’equilibrio, e tener conto prima di tutte le possibili sfaccettature del problema – età, categorie, serie, di provenienza oppure di destinazione – sarà un’impresa. Sarà difficilissimo evitare di ridurre la nuova normativa, da un lato in uno ‘svincolo finto o dall’altra in un ‘vincolo mascherato.
Compito della Federazione, sarà coinvolgere soprattutto tutte le società, grandi e piccole, magari perfino una per una, prima di prendere una decisione che potrebbe poi rivelarsi sbagliata. Sbagliata per il movimento. O anche solo sbagliata per chi a breve dovrà affrontare il momento delle elezioni. Perchè oggi non si sente parlare di candidature alternative a quella di Fraccari come Presidente. Il lavoro fatto in questi due anni dall’attuale gestione merita al momento complessivamente molto, molto, più della sufficienza. Però, in termini di voti, le società valgono 70 e i giocatori – massimo, massimo – 20. E alla prossima assemblea federale uno che volesse fare del vincolo la propria bandiera si troverebbe automaticamente a capo di un ‘partito fatto e finito, e largamente maggioritario.
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