‘Adesso mi mancano soli gli Yankees, così esordisce un radioso Riccardo Messina che abbiamo raggiunto telefonicamente dopo questa impressionante vittoria di Paternò. Un battuta che rivela tante cose: il rispetto che tutti nel baseball italiano nutrono per la Danesi Nettuno e l’euforia che una vittoria di queste proporzioni può ingenerare, specie in una squadra neo – promossa che parte guardando tutti dal basso in alto. Si tratta di una vittoria storica: è vero che Paternò aveva vinto il primo incontro in assoluto tra le due squadre, nel 1999 per 6-1, e in totale questa è la terza vittoria per i siciliani, ma resta il fatto che si tratta della vittoria in A1 con più largo margine nella storia dei Warriors
C’è poco da dire sulla cronaca della partita che si chiude praticamente al primo inning con i 4 punti segnati dal Paternò: con due eliminati base ball a Bruzon, singolo di Agli, colpito su Casimiro e primo punto portato a casa da Carlos Aras con un singolo. Seguono ancora Rizzo e Gorrin, prima dello strike out finale su Astuto. Al secondo inning altre quattro valide ma entrano solo due punti per un provvidenziale doppio gioco. Un solo punto al terzo malgrado altre due valide sempre grazie ad un doppio gioco. Chavez non ne ha più e dopo aver mostrato, secondo Bruzon, una velocità da batting practice, scende dopo tre riprese, dopo aver subito 10 valide e 7 punti. Bagialemani ricorrere a questo punto a lanciatori non di ruolo come Mazzanti (su di lui il fuoricampo di Agli) e D’Auria.
Dall’altra parte Sanchez Lopez sembra proprio il lanciatore straniero che servirebbe ora alla Danesi e inanella 9 riprese con sole due valide concesse a Martins e Fernando Ricci, 6 strike out ed una sola base ball . In attacco per i paternesi tutti hanno battuto valido ma si sono distinti in particolare Agli (3 su 5 e un fuoricampo), Casimiro (2 su 3 e un doppio), Arias (3 su 5 con due doppi) e Gorrin (3 su 5 con un doppio).
Risultato sinceramente inaspettato anche per il fatto che Nettuno poteva finalmente contare solo una assenza, quella di Candela, che certo non spiega la debacle, tutta nel rendimento opposto dei due pitcher.
Commenta per primo