Alla fine, nel dugout, due file di persone sedute, immobili, gli occhi fissi sul campo, muti. Stefano Michelini, il presidente della Fortitudo Italeri è il primo a lasciarsi intervistare. ‘Loro sono indubbiamente molto forti, e abituati a questi appuntamenti. La nostra squadra non si è dimostrata mentalmente pronta, e non era una cosa pensabile alla vigilia. Due valide contro undici, cinque errori contro due, non c’è niente da dire. L’approccio alla partita l’abbiamo sbagliato.
Mauro Mazzotti, l’allenatore, dopo le premiazioni, e dopo aver chiesto il tempo di parlare prima con la squadra nello spogliatoio, ribadisce immediatamente il concetto ‘Che erano forti lo sapevamo, ma noi non siamo mai stati in partita, e dispiace non aver giocato. Abbiamo regalato quattro punti all’inizio senza che loro girassero la mazza. Abbiamo iniziato tesi, nervosi, e la conseguenza sono stati errori di quelli che si vedono poche volte, come quelli di Sheldon e Liverziani. Tanti errori: cinque, ma forse sarebbe più giusto dire sette. E le valide con due strike. Ma Matos è così, gli altri quando calano o vanno male lanciano ball, lui tira dentro, ma aveva vinto due volte con tre soli giorni di riposo in mezzo. E la difesa non lo ha certo aiutato. In quelle condizioni poi anche l’attacco ha sofferto, dovendo giocare sotto pressione, dovendo cercar di fare per forza punti, mentre loro hanno trovato valide anche mettendo solo la palla in campo. Peccato, perchè tutta la settimana avevamo giocato veramente bene: la vittoria nell’incontro d’apertura con l’Hcaw, due partite complete dei partenti… Sapevamo di dover giocare una partita alla volta, avendo il girone più difficile. E visti i tedeschi abbiamo dovuto cambiare la rotazione dei lanciatori. Messe le mani sulla torta avremmo voluto mangiarla… Adesso non ci resta altra possibilità che confermarci campioni d’Italia, per riprovarci l’anno prossimo.
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