La American League ha mostrato ancora una volta i suoi muscoli. Fatta eccezione per l’inconsueto pari del 2002 a Milwaukee (7-7), da ben otto anni la National League non riesce più a conquistare una All Star Game. Ed anche ieri sera al Minute Maid Park di Houston non c’è stato nulla da fare
La AL, guidata da Joe Torre, ha vinto meritatamente per 9-4 l’edizione numero 75 dell’happening annuale di mezza estate delle Majors. Una piccola rivincita per il manager di New York su Jack McKeon, settantatreenne skipper della NL ma soprattutto dei Florida Marlins, campioni delle World Series dello scorso anno ai danni proprio degli Yankees.
All’inizio la festa ed i cori di incitamento erano tutti per una stella che brillava ancor più luminosa delle altre, Mohammed Ali. In uno dei momenti più intensi e toccanti della All Star Game 2004, circondato sul monte di lancio dalle due squadre al completo, l’ex-campione del mondo dei pesi massimi ha sollevato al cielo la pallina del tradizionale primo lancio, mentre riceveva una standing ovation dai 42.000 di Houston, al grido di ‘Ali, Ali.
Che la American League avrebbe avuto vita facile lo si era capito subito. I micidiali ‘razzi abitualmente sparati dal braccio di Roger Clemens, partente della NL, hanno preso per una volta tutt’altra direzione. Nessuno dei suoi concittadini aveva in mente un avvio così disastroso di ‘The Rocket, alla sua nona All Star Game, martoriato all’inverosimile dai bombardieri della AL. Probabilmente neanche Mike Piazza dietro il piatto di casa base che si sarà chiesto se forse si trattava ancora del batting-practice.
Bisognerebbe davvero andare a spulciare tra i più recenti annuari del baseball pro per verificare se Clemens abbia mai incassato 6 punti, tutti al primo inning. Comunque è successo: doppio di Ichiro Suzuki, triplo di Ivan Rodriguez e Suzuki segna, Manny Ramirez legna un fuoricampo da 2 punti ed è 3-0. Giambi in prima su errore di Jeff Kent, singolo di Derek Jeter (sarà il migliore alla fine con 3 su 3), poi con 2 out Alfonso Soriano ‘sparecchia le basi con un fuoricampo a sinistra da 3 punti sul primo lancio di Clemens, 6-0. Sei punti in una sola ripresa non si vedevano comunque dal 1983. E per la prima volta in assoluto la AL realizza anche un ‘cycle in un inning.
Anche la National segna un punticino sempre in apertura (6-1) ma bisognerà aspettare il quarto, dopo il punto di A-Rod del 7-1, per assistere ad una vera reazione: contro Sabathia battono valido prima Kent poi Beltran, seguiti da Renteria e Pujols, così la NL riduce lo svantaggio, 7-4.
Alla sesta ripresa, dopo aver sostituito Ramirez (suo compagno di squadra nei Red Sox), Ortiz esplode con un fuoricampo da 2 punti, fissando il risultato sul 9-4. E così, per il secondo anno consecutivo, sarà il diamante della squadra rappresentante la American League ad ospitare la prima gara delle World Series 2004.
Cala il sipario sulla All Star Game con Clemens battuto da Mark Mulder davanti ai suoi fedelissimi. Ma se Clemens ha poco da festeggiare, esulta eccome il seconda base dei Texas Rangers, Alfonso Soriano, nominato Most Valuable Player: 3 punti prodotti, 1 segnato ed un ottimo 2/3. Anche Joe Torre ringrazia.
Commenta per primo