Fuori dalla lotta per lo scudetto per la terza volta negli ultimi 19 anni. Era il 1986 quando fu istituita l'era play-off e da quel momento in poi i Pirati sarebbero rimasti a guardare soltanto due volte: nel '95 e nel '97. Questo prima dell'ultimo week-end, che ha sancito la definitiva esclusione della Telemarket dalla post-season dopo aver giocato cinque finali scudetto nelle ultime sei stagioni. Numeri che fanno capire quanto sia anormale chiudere i battenti a metà settembre per una società gloriosa ed abituata a vincere come quella del presidente Zangheri. Ma il destino dei Pirati in questa tribolatissima stagione sembrava segnato già dall'inizio dopo una campagna acquisti dimostratasi di valore soltanto sulla carta. Basta scorrere il calendario delle partite giocate dalla Telemarket dal giorno dell'esordio contro il Rho (era sabato 17 aprile e di fatto i Pirati hanno poi fatto l'harakiri decisivo venerdì 17 settermbre), fino alla fine di maggio quando con l'arrivo di Liù Rodriguez il roster cominciava a prendere una conformazione più consona alle ambizioni riminesi.
In mezzo però quasi due mesi di campionato infarciti di sconfitte quasi inevitabili perchè in campo ci andava una squadra rattoppata e non in condizione. E' evidente che la Telemarket non ha perso i play-off subendo le due sconfitte contro l'Italeri o l'ultimo ko contro la T&A, ma si è autoeliminata partendo dai blocchi di partenza quasi due mesi dopo le altre e alla lunga questi handicap finiscono per pesare.
La scelta iniziale degli stranieri non si è purtroppo rivelata felice perchè Saipe ha completamente tradito le attese (non dimentichiamo che il suo pedigree parlava delle ultime dieci stagioni giocate in Triplo) mentre Oropeza, arrivato per giunta in ritardo a causa dei soliti intoppi burocratici, si è dimostrato lontano parente rispetto al giocatore che realmente serviva ai Pirati. Il solo Osuna, dopo una partenza disastrosa e pur non costituendo di certo un crack, si è rivelato quantomeno dignitoso. Se a questo aggiungiamo il "missing understanding" con Evangelisti che nei piani della società doveva essere l'interbase titolare, il ritardo nell'arrivo di Buccheri e la telenovela Edmondson (campione vero) conclusasi con il tesseramento da straniero soltanto a metà luglio, il quadro è completato. Questa Telemarket era da play-off e i numeri del girone di ritorno lo confermano, ma regalare due mesi di campionato ad avversarie agguerrite come Nettuno e Parma era troppo anche per i Pirati.
Il manager neroarancione Mike Romano non può che prendere atto di tutto e confermare la tesi.
"E' chiaro che se avessimo cominciato la stagione con questa squadra – commenta Romano – adesso saremmo abbondantemente dentro. Abbiamo giocato un buon girone di ritorno chiudendo con 18 vittorie in 27 gare, ma non è bastato per rimediare alla prima fase del campionato dove ne abbiamo combinate di tutti i colori. Saipe non si è dimostrato l'uomo giusto, ogni volta che saliva sul monte lo faceva con la paura di perdere e gli abbiamo concesso troppa fiducia nella speranza che si riprendesse. Troppi giocatori ad inizio campionato ci hanno lasciato nell'incertezza, gente che non arrivava mai, uno straniero regalato agli avversari per troppe partite, una difesa che commetteva una media di tre errori a gara e tante sconfitte strette con il line-up che non trovava mai la valida al momento giusto. Tutte cose che alla lunga si pagano".
E stavolta, per di più con il rammarico di una sola banale partita di distacco, i Pirati sono davvero passati alla cassa.
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