In uno Yankee Stadium colmo di tifosi che dal primo inning hanno reso la vita impossibile al partente avversario Pedro Martinez, New York ha vinto anche la seconda gara della serie di finale dell'American League contro Boston, stavolta con il punteggio di 3-1. Il partente degli Yankees Jon Lieber non ha concesso punti fino all'ottava ripresa a quello che è sulla carta l'attacco più potente dell'American League, mentre dall'altra parte il manager dei Red Sox Terry Francona ha commesso lo stesso errore del suo predecessore Grady Little in gara sette della finale 2003; Francona ha lasciato sul monte nel sesto un Martinez stanco, che ha concesso a John Olerud il fuoricampo della sicurezza per i newyorchesi. Lo spunto per gli sfottò dei tifosi degli Yankees nei confronti di Martinez, che hanno reso lo stadio di casa una bolgia per tutto il match, viene da alcune dichiarazioni del dominicano, che a fine settembre chiamo gli Yankees "il mio papà", per l'impossibilità a batterli. In gara due a fare meglio di Martinez è stato Lieber, che in poco più di sette riprese ha concesso solo tre valide; Boston, che in gara uno contro Mussina non aveva messo un corridore in base fino al settimo, ora ha una media battuta di appena .224 nella serie. Decisivo è stato il primo inning, in cui il singolo di Sheffield ha portato a casa Derek Jeter. New York ha poi incrementato il vantaggio con i due punti nel sesto, e al primo momento di crisi di Lieber (che ha portato all'unico punto di giornata per Boston) Joe Torre ha chiamato in causa il bullpen, con Tom Gordon e Mariano Rivera (seconda salvezza in due giorni) che hanno portato a termine il lavoro. Ora, dopo un giorno di pausa, la serie si sposta a Boston per gara tre. Lanceranno Kevin Brown e Bronson Arroyo, ma ora dal punto di vista psicologico la serie è tutta a favore degli Yankees, che in due giorni hanno battuto senza troppi problemi i due assi della rotazione avversaria. Tra l'altro i Sox potrebbero essere costretti a rinunciare a Schilling per il resto della stagione, a causa del problema alla caviglia che ha seriamente compromesso la prestazione del lanciatore anche in gara uno.
Giornalista pubblicista e collaboratore di Baseball.it dall’ottobre 2000, Matteo è un grande appassionato in genere di sport, soprattutto del mondo sportivo americano, che segue da 10 anni in modo maniacale attraverso giornali, radio, web e TV (è uno dei pochi fortunati in Italia a ricevere la mitica ESPN).Per Baseball.it ha iniziato seguendo le Majors americane. Ora, oltre ad essere co-responsabile della rubrica giornaliera sul baseball a stelle e striscie, si occupa di serie A2. Inoltre, nel 2002, per il sito e l’ufficio stampa FIBS ha seguito da inviato lo stage della nazionale P.O. in Florida, la Capital Cup e i mondiali juniores di Sherbrooke (Canada), il torneo di Legnano di softball, e la settimana di Messina, a cui ha partecipato anche la nazionale seniores azzurra. Nel 2003 è stato invece inviato agli Europei Juniores di Capelle (Olanda). Nel 2001 ha anche collaborato alla rivista “Tutto Baseball e Softball”.Per quanto riguarda il football americano, da 3 anni segue il campionato universitario e professionistico americano per Huddle.org, oltre ad essere un assiduo collaboratore alla rivista AF Post. Nel 2003 partecipa al progetto radio di NFLI, ed è radiocronista via web delle partite interne dei Frogs Legnano.Dopo aver collaborato per un periodo di tempo ai siti web Inside Basketball e Play it, nel 2001 ha seguito i campionati di basket americani (NBA e NCAA) per Telebasket.com, in lingua italiana e inglese. Ora segue la pallacanestro d’oltreoceano per Blackjesus.it.Più volte apparso come opinionista di sport americani a Rete Sport Magazine, trasmissione radiofonica romana, lavora stabilmente nella redazione di Datasport, dopo una breve esperienza in quella di Sportal.Nel 2003 ha lavorato anche per l’Ufficio Stampa delle gare di Coppa del Mondo di sci a Bormio.Ha 26 anni, è residente in provincia di Lecco e si è laureato in scienze politiche alla Statale di Milano. La sua tesi, ovviamente, è legata allo sport: il titolo è “L’integrazione dei neri nello sport USA”. Il suo sogno è dedicare tutta la vita al giornalismo sportivo, in particolare nel settore sport USA.
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