Il baseball gli è rimasto nel cuore. Come a tutti. Impossibile farsi passare la passione per uno sport magico (e gli ultimi playoff statunitensi ne sono una vera e propria dimostrazione) come il vecchio batti e corri.
Fabio De Luigi, famoso attore comico compagno di avventura della Gialappa’s Band nelle varie edizioni del programma Mai Dire, è stato un vero e proprio giocatore di baseball. Cresciuto nella squadra del suo paese, Santarcangelo di Romagna, Fabio è arrivato in serie A1 con la casacca della Telemarket Rimini nel 1994. Ci è rimasto un paio di stagioni, poi il lavoro, la radio e la Tv, lo hanno definitivamente rapito dal diamante, ma il ricordo non è mai svanito, tant’è che ha deciso di girare l’ultimo episodio (in ordine di registrazione, non di programmazione) della sua nuova sit-com, Love Bugs (prossimamente su Italia 1) al campo ‘Molinello di Rho, teatro delle gare casalinghe del Rajo nell’ultima stagione di A1.
Sono un pazzo – esordisce Fabio -, un grandissimo appassionato di questo sport tant’è che ho cercato senza fortuna i biglietti per andare a Boston a vedere la finale del campionato americano tra i Red Sox e i St.Louis Cardinals. Non potendo essere lì, mi sono accontentato delle telecronache di Sky.
Partite commentate dai tuoi amici Elio e Faso, altri appassionati di baseball.
Già, al primo anno di Mai Dire Gol mi invitarono insieme a Paola Cortellesi e il Dj Linus ad un "Baseball Day" organizzato allo stadio Kennedy di Milano. Ma siamo in pochi a conoscere bene il baseball nel mondo dello spettacolo, di solito quando dico che amo questo sport la gente sgrana gli occhi e mi guada stupita. Poi mi chiede se sono quello con la mazza o quello che lancia pallina.
Fabio, è un mare in piena, entusiasta di parlare di baseball.
Sono cresciuto in una zona dove il baseball è radicato da anni: Rimini, Parma, Nettuno, Grosseto sono le piazze più importanti d’Italia in questo sport e per me è stato come realizzare un sogno arrivare a giocare in A1 con la casacca dei Pirati di Rimini. Un’esperienza indimenticabile. A Santacangelo, non si giocava a calcio per la strada, ma a baseball, era normale per un ragazzino avvicinarsi a questo sport. C’erano addirittura quattro squadre per ogni rione del paese.
Ci ricordi qualche aneddoto.
Al di là dell’A1, ricordo molto volentieri gli anni delle giovanili. Uno dei miei compagni era Davide Colicchio, ancora in grande spolvero in A1 col San Marino. Era un bel personaggio, siamo arrivati insieme a Rimini. E poi in A1 ho conosciuto giocatori mitici, come Gambuti e Carelli. Nel ’94 mi ritagliai un ruolo importante all’esterno sinistro, ero un bel difensore e in attacco un battitore di contatto, non potente, ma il mio contributo lo davo, tant’è che chiusi con una media battuta discreta (altro che, 293 di media con 18 punti battuti a casa, ndr) . L’anno successivo, invece, cambiò l’allenatore a metà stagione e ne risentii parecchio e finii male, battendo sotto i 200. Così, decisi che era meglio smettere e darmi al mio lavoro che proprio in quel periodo stava prendendo la giusta strada. Mi richiamarono nel ’97 perché avevano bisogno di un esterno, accettai e tornai ad allenarmi col loro. Un mese intenso, giocai 6 partite, poi avevo un contratto con Radio Rai e allora appesi gli spikes al chiodo. L’ultima presenza fu questa: entrai come pinch runner, andai in seconda ma non ricordo se con una rubata, un compagno mi spinse in terza e poi segnai il punto. Non ho concluso alzando un trofeo, ma almeno ho finito bene
.
Torni ancora a vedere i tuoi ex compagni?
Quando il lavoro me lo permette, sì. Soprattutto le partite più importanti o le gare dei playoff. Anche a loro fa piacere quando vado. Peccato che quest’anno il Rimini non sia arrivato alla fase finale, mi è dispiaciuto.
Un amore che però non hai mai trasmesso ai tuoi personaggi.
Il baseball è uno sport bellissimo, ma non immediato come il calcio o il basket dove per segnare si sa dove debba andare a finire il pallone. Però sono riuscito a inserire il baseball in un intero episodio della mia prossima sit-com, Love Bugs.
Che tipo di personaggio interpreti?
Sono un commercialista politicamente scorretto. Un uomo molto attivo a cui piace buttarsi in varie cose, come praticare molti sport che però la gente considera, erroneamente, da "fighetta": tennis, golf e baseball. Un gioco duro, anche se non ci sono veri e propri contatti fisici.
Con te, Michelle Hunziker: come si è ambientata in un campo da baseball?
Avevamo ideato delle puntate da girare senza di lei per i suoi impegni con Striscia la Notizia. Ma alla fine abbiamo rimandato per vari motivi ed è venuta anche lei. Al campo di Rho, abbiamo girato l’ultimo episodio e lei si è divertita molto a giocare e a provare a battere la pallina con la mazza.
Ti rivedremo a Mai Dire con la Gialappa’s?
Diciamo che al 99 per 100 dovrei tornare a gennaio a fare qualcosa con loro e poi sto preparando il mio prossimo spettacolo teatrale.
In bocca al lupo, allora.
Crepi e
viva il mondo del baseball.
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