Il baseball italiano e milanese piangono commossi Silvano Ambrosioni. Aveva compiuto 62 anni il 5 maggio scorso. Si è spento silenziosamente all’ospedale di Aosta due giorni fa. Per sua volontà, la famiglia ne ha dato il triste ed inaspettato annuncio solo ad esequie avvenute. ‘Sperando così che tutti coloro che gli sono stati amici in vita lo ricordino sempre sorridente si legge tra i necrologi del Corsera di oggi.
Nessuno sapeva della malattia che lo aveva colpito quest’estate in quel di Courmayer dove si era ritirato per trovare un po’ di serenità dopo l’amara uscita dal mondo del baseball, a cui tantissimo aveva dato. Una malattia inesorabile, che non gli ha lasciato neanche una minima chance di riprendersi.
Avevo avuto modo di sentirlo personalmente, qualche tempo fa, e al telefono sfogava la sua delusione: molti lo avevano già dimenticato, voltandogli le spalle una volta abbandonata la carica di allenatore della Nazionale. Parole di stima aveva avuto solo per l’attuale skipper azzurro, Faraone, amico vero, che lo aveva chiamato per conversare amabilmente di baseball e per sentire soprattutto come andavano le cose lontano dai diamanti. Faraone lo aveva richiamato anche quando aveva ricevuto l’incarico di manager della squadra italiana, aveva voluto condividere la notizia con chi lo aveva voluto nello staff tecnico.
Silvano Ambrosioni aveva infatti guidato la nazionale di baseball dal 1975 al 1978, poi ininterrottamente dal 1985 al 2000. Quasi vent’anni con gli azzurri e tanti successi: quattro titoli europei (1977, 1989, 1991 e 1997) ma anche uno storico quarto posto al Campionato del Mondo del 1998 in Italia, miglior prestazione di sempre della nostra nazionale sui diamanti di tutto il mondo.
Ambrosioni era arrivato a muovere i primi passi nel baseball negli anni Cinquanta militando nelle squadre giovanili di Milano. Dalla serie C al debutto in serie A nel 1965 con la casacca del Lodi, poi il rientro a Milano con l’Europhon nel ruolo di esterno. In tre stagioni disputate colleziona due scudetti (1968 e 1970) e due coppe dei Campioni (1969 e 1970) quindi inizia la sua carriera di allenatore.
Si affianca a Gigi Cameroni come coach dell’Europhon, inizia anche ad allenare le giovanili del Milano, diventa poi assistente di David Phares in prima squadra.
Nel 1977 conquista con gli juniores azzurri un prestigioso terzo posto ai mondiali di Argentina. Lo stesso anno l’allora presidente Beneck gli affida la panchina della nazionale maggiore e centra subito il primo dei suoi quattro titoli europei.
La famiglia di Ambrosioni è stata strettamente legata al baseball milanese. Sul sito del Cus Milano Baseball si legge che ‘il padre Ottavio fu dirigente negli anni Sessanta-Settanta, così come il fratello Sergio, mentre il nipote Alessandro è stato prima giocatore e poi anche tecnico in anni più recenti. E’ in questi anni che il Milano cerca anche di convincerlo a prendere la guida tecnica della prima squadra, tuttavia senza riuscire a strappargli un sì.
Il dopo-Los Angeles vede Ambrosioni di nuovo al timone di comando del team Italia che gestirà fino al 2000. Il 1989 segna la seconda vittoria agli Europei. Nel ’91 a Nettuno arriva la splendida affermazione sugli olandesi che qualifica l’Italia ai Giochi di Barcellona, la ‘prima del baseball come sport olimpico. Silvano condurrà gli azzurri ad altre due edizioni dei Giochi, quelli di Atlanta nel ’96 e di Sydney nel 2000, anno in cui chiuderà la sua carriera.
Il Cus Milano Baseball, attraverso Internet, ha ricordato come ‘Ambrosioni ha passato gli ultimi anni ai margini del baseball, sperando sempre magari nella chiamata da parte di qualcuno. Purtroppo il Milano non aveva molto da offrirgli, ma lui si era detto disposto anche a dedicarsi alla cura dei giovani. Poi, però, ha deciso di trasferirsi in Val d’Aosta e lì purtroppo se n’è andato. Ma lassù gli avranno sicuramente già dato qualche squadra da allenare.
Un ricordo appassionato a cui si uniscono tutti gli amici del baseball con un saluto sincero, commosso ed affettuoso. Addio Silvano.
Commenta per primo