Documenti falsi, chiesto il rinvio a giudizio

Udienza preliminare rinviata all'8 febbraio, 17 imputati tra i quali i “vertici” di Nettuno e Anzio. E un imputato fu decisivo per la qualificazione alle Olimpiadi

Iniziato e subito rinviato il primo “match” giudiziario sulla vicenda dei documenti falsi che due anni fa provocò un terremoto nel baseball di Nettuno e Anzio. Questa mattina il giudice dell'udienza preliminare del Tribunale di Velletri ha aggiornato l'appuntamento all'8 febbraio del prossimo anno. Sono 17 le persone per le quali il pubblico ministero ha chiesto il rinvio a giudizio per reati che vanno dai falsi alla frode sportiva al favoreggiamento dell'immigrazione clandestina. Ci sono i presidenti del Nettuno e dell’Anzio, il dirigente anziate Franco Trinci, l’allenatore nettunese Ruggero Bagialemani, funzionari e impiegati dei due Comuni. Si ritrovano nei guai per aver seguito la passione di una vita e magari aver pensato che tanto nessuno sarebbe mai andato a controllare. Invece accertamenti incrociati, verifiche con ambasciate e altri Comuni, un lungo lavoro investigativo per arrivare fino all'imputazione. I principali protagonisti, considerati le “menti” dell'intera vicenda, si sono sempre discolpati dicendo che in realtà era nelle anagrafi – dove loro semplicemente accompagnavano gli stranieri – che poi avveniva l’imbroglio ma secondo la Procura c’era un medesimo disegno del quale erano a conoscenza le società che utilizzando i dipendenti comunali appassionati di batti e corri e il loro carisma riuscivano ad aggirare l’ostacolo. I due presidenti, in realtà, sono quelli che hanno semplicemente richiesto il tesseramento con documenti ritenuti a posto. La Federbaseball ha sempre preso le distanze dalla vicenda, solo che in almeno un caso non s’è accorta che uno dei giocatori imputati, Vigna, poi schierato in Nazionale, era stato tesserato prima come straniero e poi come italiano. Risultò decisivo per la qualificazione alle Olimpiadi di Atene e la stessa Federazione – stando agli atti della Procura – ne sollecitò il dissequestro del passaporto. Le parti offese sono i Comuni di Anzio e Nettuno ma oggi non si sono costituite.

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