Trepidazione ed emozioni intense per quattordici innings, pari a 5 ore e 41 minuti di puro baseball. E’ già un record questa appassionante gara-3 delle World Series 2005, di fatto la partita più lunga di sempre delle finali per il titolo americano.
Però quando sul diamante del Minute Maid Park di Houston si spengono le luci, non riecheggiano le urla festanti né di Clemens, né dei tifosi degli Astros. Nella notte texana, sono i Chicago White Sox a far festa che vedono l’agognato anello sempre più vicino (attendono pazientemente dal 1917).
Da poco Geoff Blum ha battuto il fuoricampo decisivo, un solo-homer con 2 out, che spalanca le porte al quinto extrainning ad una dura ma splendida vittoria dei ‘South Siders per 7-5. Era la sua prima apparizione nel box in un match alle World Series e peraltro contro i suoi ex-compagni di gioco di Houston.
Chicago sogna di tornare in cima al mondo da 88 anni, mancavano dal 1959 ad una finale e adesso, grazie al trionfo di ieri, sono avanti 3-0 ad un soffio da quel momento che anni addietro Shoeless Joe Jackson aveva vissuto contro i New York Giants.
Dopo il partente Garland (7 valide in 7 riprese) in otto sono saliti sul monte di lancio Cliff Politte, Neal Cotts, Dustin Hermanson, Orlando Hernandez, Luis Vizcaino, Bobby Jenks, Marte e Buehrle) per concedere una sola hit nel rush finale della sfida. Il partente di gara-2, Mark Buehrle, ha messo a segno l’out finale festeggiando la prima salvezza in carriera, buttando al vento quanto di buono gli Astros avevano fatto fino ad allora. E ora rischiano lo sweep.
Houston, da parte sua, è stata capace di battere valido in una occasione soltanto dopo il quarto inning, quando Jason Lane aveva legnato un doppio per il pari (5-5) dopo l’allungo tremendo degli ospiti.
Houston battuta, tutta colpa di Geoff Blum che aveva vestito la casacca proprio degli Astros nel 2002 e 2003 e che era sbarcato a Chicago solo il 1 agosto scorso proveniente dai San Diego Padres. Era stato scelto per la sua versatilità e Ozzie Guillen ha continuato a ripeterlo anche nelle interviste del dopo-partita. Blum, entrato in campo al posto del seconda base Tadahito Iguchi al tredicesimo inning, ha incontrato nella ripresa successiva un lancio di Ezequiel Astacio sul conto di 2-0 mandando la pallina lontano all’esterno destro per il 6-5 che spianava poi il terreno per un ulteriore punto. Dando anche lustro e prestigio ai lanci di Damaso Marte che ha ottentuo in 1.2 innings la sua vittoria in una finale in Texas.
Houston ha avuto anche una buona chance, sempre al 14° inning, con corridori in prima e terza. Ma sulla soglia delle 6 ore di gioco, è stata Chicago ad avere la meglio.
In totale entrambe le formazioni hanno lasciato ben 30 uomini in base, mentre i battitori di Houston sono andati base 12 volte, altri record da World Series. Senza considerare i 17 lanciatori ed i 43 giocatori utilizzati ed i 482 lanci.
E pensare che Houston era partita bene conducendo 4-0 con Roy Oswalt sul mound che al quinto ha dovuto affrontare ben 11 battitori avversari, tutti a spingere Chicago al sorpasso. E forse è stato quello il momento che ha rappresentato la svolta.
Stanotte gara-4. Houston è costretta a vincere. Solo una volta è capitato che una squadra recuperasse uno 0-3 (mai però in una finale): l’anno scorso quando i Boston Red Sox rovesciarono a proprio favore la semifinale di lega contro i New York Yankees prima di strapazzare St. Louis.
Spetterà a Brandon Backe cercare di far rialzare la testa agli Astros costringendo Chicago ad andare avanti. Sul versante opposto il venezuelano Freddy Garcia, reduce da un complete-game contro gli Angels il 15 ottobre scorso, proverà a chiudere i conti. E a stappare la bottiglia di champagne per festeggiare.
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