Il Nettuno anticipa i tempi

Un mese a Natale e la società tirrenica è stata la più attiva sinora sul mercato. Bagialemani: “Contento degli acquisti, e della nuova regola sugli italiani”

Non capitava molto spesso, a Nettuno almeno, di arrivare ad un mese dalle vacanze di Natale con un pezzo di squadra già bello che fatto. Invece in riva al Tirreno si pensa già alla stagione 2006, con la formazione verdazzurra che ha messo a segno già quattro colpi di un mercato che potrebbe riservare ulteriori sorprese. Nell’ordine, innanzitutto il ritorno dopo due anni a Grosseto e dopo tre anni dalla sua ultima apparizione con la maglia del Nettuno di Franco Casolari. Quindi la settimana scorsa il triplice annuncio da parte della società, innanzitutto di un graditissimo ritorno, quello di Cipriano Ventura dopo tre anni a Modena. E anche di altri due lanciatori, stavolta dal Paternò. Si tratta di Victor Arias Patrone e del mancino Carlos Pezzullo, entrambi oriundi e nel mirino di molte squadre di A1. Ma la dirigenza nettunese aveva concluso la trattativa già la scorso settembre, quando nell’ultima giornata di campionato si era recato a far visita proprio al già retrocesso Paternò.
A questo punto, con le conferme di Liniak e Sanchez Lopez (di cui Ventura sarà il rilievo per la partita del venerdì), rimangono altri due posti per i giocatori stranieri, mentre ci sarà sicuramente da aspettare per capire quali elementi della rosa attuale potrebbero essere lasciati liberi sul mercato. Mercato che peraltro vede il Nettuno anche in attesa di sapere quali saranno le intenzioni dell’Anzio sul cartellino del seconda base Francesco Imperiali, di proprietà proprio dei ‘cugini”. Le ipotesi possibili sono presto dette: potrebbero richiamarlo alla base, oppure lasciarlo al Nettuno (o anche girarlo altrove) in cambio di denaro o rinforzi, e lo stesso discorso vale per gli altri prestiti fatti lo scorso anno dall’Anzio dopo la retrocessione.
Che ne pensa allora l’allenatore di questi acquisti? ‘Sono soddisfatto, perché ci siamo affidati a persone che conosciamo, gente che già ha giocato nel campionato italiano e di cui siamo certi del valore e dell’affidabilità – dice Ruggero Bagialemani – la squadra è già comunque competitiva, occorre a questo punto un altro paio di colpi mirati, sicuramente un forte battitore”. Cosa ne pensa Bagialemani delle regole del prossimo anno sugli obblighi relativi ai giocatori italiani? ‘Io sono contento di questa cosa. Il Nettuno alla fine si è dovuto adeguare alla situazione ricorrendo anch’esso agli oriundi, ma i giocatori storicamente ce li siamo fatti sempre in casa. Occorre sicuramente lanciarli, e con questa regola ce n’è sicuramente la possibilità”. D’altro canto, con un settore giovanile che continua a vincere praticamente tutto, non è in casa verdazzurra che ci possono essere problemi a rimediare giocatori. Ma Bagialemani racconta anche un aneddoto… ‘questa situazione sono sicuro che farà anche bene alla nazionale. Quando, nel periodo dall’82 all’85 c’erano gli oriundi in azzurro, non so per quale motivo rendevo di meno, io come altri. Era come se andavamo a fare una specie di gita. Dopo, quando la nazionale è tornata solamente ad avere giocatori italiani, si giocava veramente con un altro spirito, con un maggiore attaccamento alla maglia”.

Informazioni su Mauro Cugola 547 Articoli
Nato tre giorni prima del Natale del 1975, Mauro è laureato in Economia alla "Sapienza" di Roma, ma si fa chiamare "dottore" solo da chi gli sta realmente antipatico... Oltre a una lunga carriera giornalistica a livello locale e nazionale iniziata nel 1993, è anche un appassionato di sport "minori" come il rugby (ha giocato per tanti anni in serie C), lo slow pitch che pratica quando il tempo glielo permette, la corsa e il ciclismo. Cosa pensa del baseball ? "È una magica verità cosmica", come diceva Susan Sarandon, "ma con gli occhiali secondo me si arbitra male". La prima partita l'ha vista a quattro mesi di vita dalla carrozzina al vecchio stadio di Nettuno. Era la primavera del '76. E' cresciuto praticamente dentro il vecchio "Comunale" e, come ogni nettunese vero, il baseball ce l'ha nel sangue.

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