A pronunciare le prime parole di benvenuto non poteva che essere Matt Galante, il manager azzurro designato per il World Baseball Classic (nel 1984 a Tucson in AAA ha allenato anche il fortitudino Craig Minetto). “Dovete essere orgogliosi di indossare la maglia azzurra in questo periodo di preparazione al grande evento” così si è presentato ai 40 giocatori che hanno iniziato lo spring training dell’Italia a Lakeland, nella casa dei Detroit Tigers.
Insieme a Galante, in Florida c’è anche Giampiero Faraone ed i coach Mazzotti, Costa, Di Sarcina, Franco e Valinotti, oltre agli azzurri in caccia di una delle trenta maglie per la competizioni iridata che scatterà il 7 marzo con la gara contro l’Australia: l’Italia ha iniziato a lavorare alle 13, al termine dell’allenamento giornaliero delle “Tigri” padrone di casa.
Dopo essere stati curati per una mezz’ora da Gianni Natale, il gruppo è stato diviso in quattro gruppi su due campi; da parte si è lavorato sulla battuta, sull’altra sulla difesa. Dietro ai due diamanti dello splendido impianto nel cuore della Florida, John Franco (424 salvezze in 15 anni di Majors) ha diviso in due gruppi i lanciatori e li ha messi al lavoro insieme ai ricevitori Ceriani, Bischeri e Gregorio. Una seduta di un paio d’ore, prima della palestra, come comunicato nella nota diffusa dalla FIBS.
Nei prossimi giorni, la preparazione si intensificherà. La prima giornata è stata più leggera anche perché gli azzurri dovevano ambientarsi e soprattutto recuperare la stanchezza per il viaggio che alcuni avevano dovuto affrontare (complessivamente 25 ore fra trasferimenti da Tirrenia a Malpensa e da Orlando a Lakeland).
“Tutto il gruppo – commenta Giampiero Faraone – mi è sembrato motivato e deciso a giocarsi tutte le carte per avere l’ambito posto”. I ragazzi hanno dimostrato di tenere molto a questa occasione che è stata offerta loro dalla Federazione Italiana e dal presidente Fraccari: uno spring training ad hoc che servirà a cementare il gruppo, ma anche a mettere in campo la squadra migliore, visto che dai camp della Major League arriveranno dodici campioni pronti a difendere l’orgoglio tricolore.
Ma anche stelle come Fiore e Gregorio, dopo una vita a stelle e strisce, hanno dichiarato il loro amore al tricolore: lo stato americano è stato sostituito dall’orgoglio italiano, con la città o il paese di provenienza dei loro nonni o in molti casi genitori. E con la voglia e l’entusiasmo dei ventenni si sono messi a disposizione dei coach in un paradiso per giocatori di baseball, dove si realizzano molti sogni. Come quello di Jason Grilli, che subito dopo l’allenamento con i suoi Detroit Tigers è corso nello spogliatoio dell’Italia per riabbracciare Todd Incantalupo che insieme a lui visse un sogno azzurro sfumato per vari motivi. “Ora – ha detto – sono felice di avere questa chance e dimenticare un’esperienza che si limitò ad una trasferta in Svezia con la Fiorentina”. Grilli si aggregherà alla squadra il 2 marzo insieme a Piazza, Catalanotto, Barzilla, Dellucci, Delucchi, Di Nardo, Di Felice, Gallo, Giarratano (top prospect dei Tigers), Menechino e Miceli. Pascucci, invece, sbarcherà in Florida il 27 marzo, proveniente dallo spring training in Giappone con i Chiba Lotte. Giusto in tempo per dimostrare di meritare il posto che gli è stato riservato. Gli altri dovranno guadagnarselo con il sudore ed ore di allenamento: il programma prevede sedute giornaliere di 4-5 ore, ma anche due partite a ranghi miste, che verranno probabilmente disputate il 24 ed il 27 febbraio.
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