Danesi-Telemarket, finale con le botte

Garatre finisce in rissa. Ecco la secca cronaca di quanto successo dopo il triplo gioco che ha sancito la vittoria del Nettuno sabato sera

Finale col botto, o sarebbe meglio dire con le botte, in garatre tra Danesi Nettuno e Telemarket Rimini. Una rissa in campo come non si vedeva ormai da svariati anni, e che ha richiesto anche l´intervento successivo della forza pubblica per sedare definitivamente gli animi, scossi dal crescendo di tensione della terza partita e dal pirotecnico supplemento di match.
Di quanto successo allo Steno Borghese di Nettuno sabato sera ci limiteremo a raccontarne solo la secca cronaca.
La partita termina, come tutti sanno, con il triplo gioco di Andrea Castrì sulla battuta di Agli quando c´erano due corridori in base. Le proteste dei giocatori e dei tecnici romagnoli dopo che il capannello dei direttori di gara aveva preso la decisione sono state veementi, vibrate e per poco uno degli arbitri nel parapiglia di spintoni e "panciate" non finiva a terra. Volano molte parole grosse, ma sedati per la prima volta gli animi, le squadre si salutano regolarmente al centro del campo.
I giocatori del Rimini tornando verso il proprio dugout si devono beccare gli sfottò da parte dei tifosi del Nettuno. In fondo per molti di loro quanto successo nel ´99 è una ferita ancora aperta, e questo triplo gioco è stata una sorta di rivincita. Mentre gli arbitri sono già dentro gli spogliatoi Mario Chiarini, "beccato" tra l´altro per tutta la partita, risponde al pubblico e pochi istanti dopo vola una bottiglia di plastica (non si ha la certezza di chi l´abbia tirata, il sospettato numero uno sarebbe Marchesano) che colpisce al volto un tifoso, finito poi a farsi medicare in ospedale e che ha sporto poi regolare denuncia alle autorità competenti.
Le cose prendono di lì in poi una pessima piega. Mentre si tentava da ambo le parti di calmare gli animi sia sotto, in campo, che sugli spalti, Marchesano perde letteralmente la testa e aggredisce il fisioterapista del Nettuno con un sinistro in volto. Scatta a questo punto, inevitabile, la rissa. Marchesano viene subito aggredito a sua volta, ma la rissa coinvolge tutti e si svolge dietro il piatto di casabase, spunta anche qualche bastone che per fortuna pare non sia stato utilizzato. Si calma un istante e poi prosegue sino ad un ipotetico "gong" che sancisce la fine delle ostilità.
Ma la serata non finisce certo qui, con un bilancio di qualche contuso tra i giocatori del Nettuno (di quelli del Rimini, soprattutto di Marchesano che a quanto sembra ne ha prese di santa ragione, non si hanno notizie) e una sicura denunica da parte del tifoso colpito in volto. C´è il controllo antidoping, per il Rimini vengono sorteggiati Chiarini e Oropeza, che per raggiungere la sala del prelievo devono passare davanti al dugout del Nettuno. Per farlo si faranno accompagnare dalla forza pubblica intervenuta poco dopo gli eventi.
Con gran parte del pubblico ancora sugli spalti, si è assitito infine all´estemporanea iniziativa del consigliere federale Corvino. Dopo la rissa, dopo che molti giocatori delle due squadre erano di nuovo al centro del campo, ma a parlare tranquillamente e senza più alcuna velleità, e dopo che agenti di Polizia e Carabinieri erano anche loro in campo a controllare che non succedesse altro, pensando di risolvere lei stessa la cosa si reca nello spogliatoio degli arbitri, senza ovviamente ottenere nient´altro che un cortese ma deciso invito ad uscire.
Era questa la cronaca di una serata movimentata. A dir poco.

Informazioni su Mauro Cugola 547 Articoli
Nato tre giorni prima del Natale del 1975, Mauro è laureato in Economia alla "Sapienza" di Roma, ma si fa chiamare "dottore" solo da chi gli sta realmente antipatico... Oltre a una lunga carriera giornalistica a livello locale e nazionale iniziata nel 1993, è anche un appassionato di sport "minori" come il rugby (ha giocato per tanti anni in serie C), lo slow pitch che pratica quando il tempo glielo permette, la corsa e il ciclismo. Cosa pensa del baseball ? "È una magica verità cosmica", come diceva Susan Sarandon, "ma con gli occhiali secondo me si arbitra male". La prima partita l'ha vista a quattro mesi di vita dalla carrozzina al vecchio stadio di Nettuno. Era la primavera del '76. E' cresciuto praticamente dentro il vecchio "Comunale" e, come ogni nettunese vero, il baseball ce l'ha nel sangue.

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