Punto e a capo. Proprio come il titolo di questa rubrica. Telemarket Rimini e Danesi Nettuno si riprendono con gli interessi quanto lasciato in gara-1 e portano la serie della semifinale scudetto in parità, vincendo e soprattutto convincendo. Il maltempo concede l´attesa tregua e con un giorno di ritardo si può finalmente completare la prima parte della semifinale. Tanto erano state ciniche e in grado di colpire al momento giusto l´Italeri Bologna e il Colonie Maremma Grosseto in gara uno, quanto spietate le loro avversarie nel secondo incontro. Nel campionato che mai aveva registrato un equilibrio come quello visto quest´anno le "Loud series" si stanno rivelando una degna fotocopia. Certo ci si attendono più i risultati stretti di gara uno, addirittura i tredici inning del "Falchi", che non un Rimini dilagante com´è accaduto ieri sera contro il peggior Morreale della stagione ma soprattutto una difesa – quella felsinea – capace di mettere insieme addirittura cinque errori in un colpo solo. Caso forse più unico che raro, comunque nella serie emiliano-romagnola si stanno compiendo troppi errori da ambo le parti. A Rimini questa sera si riparte con la consapevolezza dei "Pirati" di essere tutt´altro che finiti dopo i play off acciuffati in extremis. Discorso diverso a Nettuno. La squadra di Bagialemani ha pagato nel primo incontro l´unico momento di difficoltà ma ieri sera è stata in grado non solo di sopperire con un ottimo Costantini all´assenza improvvisa di Victor Arias (al quale vanno gli auguri per il figlio da parte dell´intero mondo del baseball italiano) ma di sbarazzarsi del miglior lanciatore di scuola italiana della stagione, quel Riccardo De Santis che nella stagione dei maremmani aveva rappresentato sempre una garanzia. Proprio il dover rinunciare ad Arias può rappresentare una "ferita" che il Nettuno vorrà rimarginare alla sua maniera. Se dal punto di vista tecnico – e della rotazione dei lanciatori in una serie senza soste – il lanciatore in meno, tra l´altro fra i migliori del torneo, peserà e come c´è una componente psicologica che in casa Danesi scatta di fronte alle difficoltà. Difficile, dopo le prime due gare, fare delle previsioni e pensare che il fattore campo possa essere decisivo. Molto dipenderà dall´atteggiamento mentale, dalle condizioni psicologiche prima che fisiche, e con tutta probabilità si tornerà sui campi dove sono state giocate le prime due gare.
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