Quando nel 1994, Bud Selig, Commissioner ‘ad interim, cancellò, a seguito dello sciopero dei giocatori e per la prima volta nella storia, la parte finale del campionato, cupi nuvoloni si erano addensati sulla sorte del baseball. Basket e football imperavano indisturbati e la situazione economica sembrava destinare la MLB alla rovina.
Quindici anni dopo, sotto la guida dello stesso Selig, la Major League Baseball ha stabilito per la seconda stagione di fila il record di pubblico con oltre 76 milioni di spettatori e il nuovo contratto TV frutterà l’incredibile cifra di 3 miliardi di dollari. I profitti dei club sono esplosi in questi ultimi anni, passando da 1,2 a 5,2 miliardi e il denaro liquido a loro disposizione è tale da non sapere neppure parole dei diretti interessati – come spenderlo. Nel frattempo, il settantaduenne Selig gira il Paese per ritirare ogni settimana un riconoscimento ufficiale, l’ultimo in ordine di tempo lo ‘Sports Executive of the Year.
Il semi-sconosciuto Selig, nominato il 7 settembre 1992 in via provvisoria e ufficialmente in carica dal 9 luglio 1998 alla guida della MLB, ha avuto il merito di aver introdotto la ripartizione degli utili (la cosiddetta ‘revenue sharing), la ‘luxury tax per i club che superano il tetto di ingaggi, il re-allineamento delle divisioni e la ‘wild card, solo per citare alcune delle novità che hanno avuto un impatto decisivo per l’odierno successo. Nonostante le fortissime resistenze del sindacato giocatori, è riuscito inoltre a far accettare la normativa anti-doping più rigida di tutti gli altri sport professionistici. E sulla scia dell’incredibile boom della MLB anche le Minor Leagues stanno vivendo una stagione d’oro, con record di pubblico che non si vedevano da 60 anni.
Il contratto di Selig scadrà nel 2009, lui sostiene di volersi ritirare, ma è già pronta un’offerta di rinnovo per altri 4 anni.
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