Il diamante rinnovato di Borgo della Vittoria a San Martino Buon Albergo (Verona) ed un splendido sole in perfetto stile spring-training per illuminare le prime ‘battute del neonato ‘Progetto Giovani Verona, il primo esempio in Italia del tipico modello americano delle farm-system.
Ieri, una domenica come un’altra, ma con tanta voglia di baseball. In 40, appartenenti a due delle formazioni storiche scaligere, Dynos Verona e San Martino Baseball, si sono presentati all’appuntamento atteso: i try-out per la composizione delle squadre che parteciperanno ai prossimi campionati.
Paolo Castagnini, presidente dei Dynos nonché responsabile del settore giovanile della FIBS, parla a Baseball.it della nascita, delle finalità e delle caratteristiche del Progetto Giovani Verona.
‘Nasce dalla consapevolezza che il tempo che ci separa dal 2009 è breve e non vogliamo farci trovare impreparati. Insieme a Stefano Burato, presidente del San Martino, e Luciano Risi, General Manager del B.T. Verona (che milita in serie A2), abbiamo così deciso di unire le forze, di smettere di curare esclusivamente il proprio orticello.
Ma in che cosa consiste questo progetto? Come è nato?
‘l lavoro preparatorio ha avuto inizio già l’anno scorso, quando abbiamo chiesto ai nostri ragazzi la disponibilità ad allenarsi cinque volte la settimana, escluse le partite. Durante l’inverno abbiamo somministrato loro un questionario dove chiedevamo la disponibilità ad allenamenti più numerosi e l’interesse a giocare più campionati nel 2007, il tutto compatibilmente con gli impegni scolastici di ognuno. Ieri è stato il gran giorno, in cui ciascun giocatore è stato oggetto di valutazione. Si deciderà, ad esempio, se un ‘cadetto sia in grado di giocare anche l’Under 21 e, perché no, la C1. In queste categorie ci sarà una sola formazione per entrambe le società e si chiamerà Progetto Giovani Verona, appunto.
Quindi i migliori prospetti delle due società militeranno in queste formazioni?
‘Abbiamo sposato il concetto delle farm americane. In cima alla piramide il Verona Baseball Team che milita in A2. Un gradino più sotto la C1, quindi l’Under 21 e i Cadetti firmate ‘Progetto Giovani. I ragazzi avranno la possibilità, nel corso della stagione di giocare ai livelli ‘superiori se dimostreranno di averne la preparazione e l’abilità. Ma non saranno solamente i giocatori delle due società ‘fondatrici a poter beneficiare di tutto questo. Anche ragazzi provenienti da altre realtà regionali, secondo quanto già previsto dalla Federazione, potranno chiedere di unirsi alla nostra franchigia di U21!
Dal 2008 l’under 21 sarà spezzata in due campionati: uno ‘nazionale e uno ‘locale
‘Anche se la nostra squadra di vertice milita in A2 e quindi non sarebbe obbligata ad avere una formazione di U21 che giochi nel campionato ‘nazionale, siamo convinti dell’importanza di far giocare i nostri giovani a livelli superiori e per questo iscriveremo la nostra formazione al livello ‘nazionale. Solo così i nostri giovani potranno essere pronti ad affrontare le sfide del professionismo, confrontandosi con test sempre più severi.
Tornando alle selezioni, quali sono i criteri che avete adottato?
‘Ecco, questo è un punto a cui tengo molto. Oggi si è tenuto un vero e proprio try-out sul modello di quello che tipicamente avviene negli USA. Sotto la supervisione di Mike Manderino, futuro manager insieme al cubano Orlando Quirantes, delle formazioni Cadetti, U21 e C1 e uomo di grande esperienza (ex lanciatore a Kansas State University, manager di diverse formazioni con cui ha vinto anche 3 campionati di lega e talent-scout per formazioni di Majors come Braves, Indians e attualmente Reds), si sono valutati diversi parametri psico-fisici: corsa, lancio, battuta, tempo di reazione
A fine giornata sono state stilate le diverse graduatorie per singolo ruolo e si provvederà a costituire le squadre.
E’ stato difficile tutto ciò?
‘Come tutte le decisioni anche questa ha comportato sacrifici: per i ragazzi, le loro famiglie, gli allenatori e le società stesse che rinunciano ad avere formazioni ‘proprie. Però, Stefano Burato, Luciano Risi ed io siamo convinti che questa sia la strada giusta per affrontare serenamente il professionismo: preparare giocatori ‘italiani di alto livello, in grado di competere in campionati sempre più impegnativi. Siamo sicuri che questa sia l’unica via.
Progetto Giovani Verona vede la luce sotto un sole caldo, chissà un segno del destino. E nel frattempo, si registra un certo fermento nell’Italia del baseball. Anche altre realtà sarebbero in procinto di lanciare progetti simili e starebbero già lavorando in questo senso: qualcosa in particolare sembra stia cominciando a muoversi a Bologna, Grosseto e anche in Romagna. Che sia solo l’inizio di un percorso nuovo del nostro batti e corri?
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