"Il nuovo lanciatore è Kasey O-len-berger". E´ un annuncio che, solo 3 stagioni fa, sarebbe stato ritenuto la norma in uno stadio italiano. Olenberger invece oggi emerge (con il numero 74) dal dug out dei Los Angeles Angels. Di Anaheim, è bene specificarlo, perchè a Tempe non sono pochi coloro che circolano con magliette che protestano per il fatto che gli Angels non si ritengono una squadra di Los Angeles.
E´ curioso, questo fatto. I tifosi degli Angels (che io ho conosciuto come California Angels e che erano poi diventati Anaheim Angels) non si rassegnano a tifare per una squadra di Los Angeles e quelli dei Dodgers rifiutano di concepire che ci sia un´altra squadra di Los Angeles; non a caso, al ´Dodger Stadium´ sul tabellone appare la sigla LAD (Los Angeles Dodgers) ma non quella LAA (Los Angeles Angels).
"Se spero di andare in Grande Lega?" mi ha detto Kasey Olenberger all´uscita degli spogliatoi "Mi sembra ovvio che ci spero, ma so anche che sarà difficile".
Con ogni probabilità Kasey sarà, per il secondo anno consecutivo, uno dei partenti dei Salt Lake City Buzz, la squadra di Triplo A degli Angels. Poi si vedrà.
Certo, vederlo sul monte fa una bella impressione. Alto e statuario, Olenberger non ha timore a sparare la sua palla veloce e a mandare fuori ritmo i battitori con l´ottimo ´slider´ che nel 2004 lo aveva reso un lanciatore da guardare durante le Olimpiadi di Atene.
Olenberger esce dopo aver subito un punto: "Non male. Ho ottenuto le battute a terra che volevo, con gli uomini in base. Purtroppo però hanno centrato dei buchi". Giusto punto di vista: in Spring Training non si gioca per il risultato, anche se a dare un´occhiata alle tribune del ´Diablo Stadium´ di Tempe non si direbbe si tratti di un´amichevole: sono 8900 gli spettatori paganti della partita tra i Los Angeles di Anaheim e i Brewers di Milwaukee.
Il ´Diablo Stadium´ è a poche miglia dall´aeroporto ´Sky Harbor´ di Phoenix e quindi dal mio alloggio sulla strada per Scottsdale ho impiegato solo 10 minuti per raggiungerlo. Appena lasciato il raccordo che porta alla ´freeway´ 202 (direzione ovest) non avrei potuto davvero sbagliare: la strada è letteralmente tappezzata di indicazioni per lo stadio e, una volta che il ´Diablo´ è in vista, di ulteriori indicazioni per parcheggiare l´auto alla ´modica´ cifra di 5 dollari.
A Tempe il clima sembra l´ideale per una partita di baseball: temperatura attorno ai 25 gradi, un vento leggero, una percentuale di umidità insignificante. La struttura dello stadio consente agli spettatori di circolare tranquillamente, visto che sulla sommità delle tribune si trova un ampio corridoio lungo il quale sono sistemate le cosiddette ´concessions´ (standard: birra, hot dog, nachos, noccioline e tutto quello che ci si aspetta in uno stadio americano) e alcuni negozi di souvenir degli Angels. Strategicamente, è in questi giorni che gli uffici marketing iniziano a proporre articoli esclusivi della stagione prossima ventura. I tifosi lo sanno e prendono d´assalto lo shop. Io sono in coda con gli altri e mi racconto che, in fondo, la sera fa freschino e che quindi una felpa mi può servire. Quella rossa col cappuccio, guarda che hanno la taglia XXL, sembra abbastanza calda.
Per il tifoso da Spring Training la partita ha la sua importanza, ma c´è un periodo che precede l´incontro che è impagabile. C´è infatti un certo gruppo di giocatori che si sottopone a lavoro straordinario prima del play ball e, per raggiungere il ´dug out´, questi atleti impegnati negli straordinari devono percorrere almeno 200 metri all´aperto. I tifosi si dispongono pazientemente lungo le transenne e si fanno firmare di tutto: palline, foto, guantoni, casacche, figurine. Un bimbo ad un certo punto grida "Scioscia, Scioscia!" e il manager degli Angels si avvicina, Oakley di ordinanza e sudorina, e gli fa: "Dovresti rivolgerti a me dicendo: ´per favore, Mike´. Non mi sembra che chiamarmi Scioscia sia educato. Sono sicuro che i tuoi genitori sarebbero d´accordo".
Mi sbaglio, o è un bel discorso da trombone?
La partita termina a metà pomeriggio e, sulla strada che riporta alla ´freeway´ pullulano i cartelli che indicano quanto soddisfacente possa essere lo shopping del centro di Tempe. Sta per iniziare la seconda parte della giornata rituale del tifoso.
La vita da Spring Training ha d´altra parte i suoi ritmi quasi secolari: sveglia non troppo ritardata, colazione abbondante all´americana (di solito inclusa nel prezzo della stanza d´albergo) con lettura della sezione sport di USA Today (che è gratis in quasi tutti gli hotel), batting practice e partita, shopping, qualche birra (se si è single, HOOTERS è un autentico ´must´) e poi la cena.
Questa è l´America e qui non si improvvisa nulla.
Fine quarta puntata
CONTINUA
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