L’equilibrio che ha contraddistinto le ultime due stagioni c’è, è vivo e non pare voler scemare. Il che è sicuramente un fattore positivo per il proseguo del campionato. A evidenziare l’equilibrio non tanto la classifica (praticamente le sei formazioni di vertice sono in fila a distanza di una partita l’una dall’altra), quanto il fatto che in 72 partite nessuna è finita prima delle nove riprese regolamentari. Nessuna gara è infatti terminata per manifesta superiorità e solo la prima partita del campionato fra Telemarket Rimini e Avigliana, quindi quella riservata ai lanciatori stranieri, è terminata con un divario superiore ai 10 punti (11-0). In più, ben 19 incontri hanno visto prevalere una formazione sull’altra solamente per un punto.
A proposito del Rimini. I romagnoli di Mike Romano rimangono primi in classifica nonostante una sconfitta nel derby con la T&A San Marino (giunta sì agli extrainning, ma ancora una volta nella gara dello straniero, dove la Telemarket ha un record di 2-4 e ha perso le ultime quattro consecutivamente), capace di mettere in difficoltà i Pirati anche nella gara del sabato sera. San Marino e Rimini, dopo 18 match, si equivalgono in attacco, con una media battuta di squadra pari a 259 (Rimini ha segnato 80 punti, San Marino 77; i Titani hanno però colpito 9 fuoricampo con gli 0 del Rimini), ma la differenza fra le due squadre è sul monte di lancio: grazie a un Tony Fiore formato "imbattibile" (6 vittorie, 0 sconfitte, 0.61 di Pgl in 44 riprese), Romano può contare su un Pgl di squadra di 1.44; Bindi e Medina si devono accontentare di un 3.71. Rimini appare attraverso la lettura dei numeri una capolista non così superiore alle altre, ma il campo finora ha dato un’impressione assai diversa. San Marino, al contrario sta lentamente acquisendo sempre più una dimensione di squadra, dopo gli esperimenti iniziali. I Titani però devono cominciare a innalzare il proprio ritmo perché hanno un record negativo (8-10) che alla lunga potrebbe compromettere la propria rincorsa ai playoff, anche perché il calendario proporrà in successione Bologna e Grosseto. Sicuramente, però, la squadra sta entrando in forma e a tre settimane dalla Coppa dei Campioni la cosa è sicuramente favorevole.
Rimanendo in ambito di Coppa dei Campioni, la terza squadra del nostro campionato a parteciparvi sarà la Mps Grosseto. In settimana è previsto l’arrivo di un rilievo italoamericano (tale Colucci, universitario), un braccio in più che però dovrà dimostrare tutto sul campo. Con Hale l’esperimento è andato così così, visto che il ragazzo ha toppato due rilievi importanti con Nettuno e Rimini vanificando in parte le ottime prestazioni di Oberto in questo avvio di stagione. È chiaro però che a Mazzotti manchi qualcosa. La squadra è corta (Bischeri è rotto e ne avrà ancora per un paio di settimane non potendo comunque giocare da ricevitore; Andrea De Santis per impegni di lavoro salterà diversi venerdì sera e la prima fase della Coppa) e il manager maremmano è indeciso su chi lasciare giù nella settimana di San Marino per confermare nei tre stranieri entrambi i lanciatori stranieri (a proposito, Mikkelsen si sta rivelando un degnissimo erede di Navarro): Nunez è sicuramente uno dei sacrificati, il problema è decidere chi fra Marval e Kelly Ramos resterà a guardare. Senza Ramos dovrebbero ricevere Mandolini e Galli, entrambi praticamente a secco di riprese in difesa; senza Marval sarebbe Sgnaolin a tornare nel vecchio ruolo con Marussich o Ermini in terza (sempre che non venga trovato un oriundo appositamente per la coppa). Mazzotti insomma non naviga nell’oro e attende notizie importanti sul monte di lancio ‘oriundo. Intanto, si gode la doppietta di Bologna (e se l’attacco avesse girato probabilmente l’Mps avrebbe potuto dire la sua anche in garatre) e la miglior difesa del campionato.
L’Italeri Bologna sabato sera ha salvato il weekend iniziato in maniera assai sfortunata (Frignani che perde la palla in cielo e permette a Marval di arrivare salvo in seconda e segnare poi dopo l´unico punto, vincente, contro Matos) e proseguito peggio sabato pomeriggio. Il primo punto i ragazzi di Nanni lo hanno segnato al primo inning di garatre contro un Riccardo De Santis che stenta a carburare. Il problema del Bologna, che in difesa deve tirare un po’ le orecchie ad Alvarez, sta nell’attacco: Liverziani batte 197, Pantaleoni 208, Conti 222 (e questi sono solitamente i numeri 2, 3 e 4 del lineup), Frignani 222, Gasparri 274 e Connel 281. Gli ultimi due non battono sicuramente poco anche perché hanno prodotto rispettivamente 13 e 12 punti, ma è chiaro che da un lineup del genere descritto a inizio stagione come il più temibile dell’A1 ci si aspetti qualcosa di più.
Detto di Rimini, Grosseto e Bologna, ecco il Danesi Nettuno. Rinviato l’esordio di Carrara, Ruggero Bagialemani si gode uno stratosferico Carlos Richetti, alla sua ennesima grande prova da partente nella gara dello straniero. Arias fatica a tornare quello dell’anno passato, ma ciò che rende ‘grande il Nettuno in questo primo scorcio di campionato è il monte riservato agli atleti italiani italiani. In sei gare, i veterani Ricci, Masin e Salciccia hanno conquistato altrettante vittorie (4 Ricci, 2 Salciccia e 5 salvezze Masin), non facendo sentire per niente la defezione di Costantini. Bagialemani può sorridere pure per il rendimento della difesa (22 errori, seconda dietro al Grosseto, primo con 17), mentre faticano ancora in attacco Freire (0/12 col Parma), Schiavetti e il giovane Ambrosino, sul quale però si sta giustamente insistendo. In ripresa Camilo che va ad aggiungersi a Giuseppe Mazzanti e Tavarez, entrambi in grandissima forma.
Il CariParma torna da Nettuno con due sconfitte ma Gerali può essere comunque soddisfatto del rendimento della sua squadra, ancora di gran lunga la migliore nel box di battuta (283). Gomez e Munoz si sono rivelati due acquisti azzeccati, così come Rosario che in difesa è una vera e propria sicurezza. In più sta entrando in condizione Chapelli, autore di due fuoricampo, e Zileri sembra tornato il giocatore di un paio di stagioni fa. Se Parma si trova però solamente al quarto posto in campionato, lo deve al rendimento non da playoff di difesa e monte di lancio. Con 32 errori commessi da tutti i giocatori di movimento schierati da Gerali ad eccezione di Bertagnon e alcuni lanciatori la retroguardia ducale è la seconda peggiore dell’A1 (solo Godo ha fatto peggio con 33). Sul monte Gerali si trova con lo stesso problema di Mazzotti. Gli uomini affidabili a disposizione sono pochi, anche perché dopo i primi esperimenti il manager emiliano ha messo da parte Mori e Macaluso; Toriaco e Roman non riescono a trovare la giusta forma e così risultano ultra utilizzati Ortiz, Di Roma, Corradini (costretto a fare il rilievo in due partite) e Salsi.
Chiudono la classifica Avigliana e De Angelis Godo. I piemontesi a suon di fuoricampo (5 nelle due gare del sabato, 9 in totale, primi in A1) hanno vinto due scontri diretti pesantissimi sul campo dei Goti e hanno riacciuffato gli stessi avversari riaprendo di fatto la lotta salvezza che con un parziale a favore del Godo sarebbe stata probabilmente già chiusa. Costa può finalmente sorridere per le prestazioni degli stranieri e sui picchi che di volta in volta capitano ai vari Avagnina, Musumeci, Celeste e Caracciolo. E quando arriverà il secondo lanciatore straniero (a questo punto, se arriverà), le cose per le "api" miglioreranno anche il venerdì sera. Godo esce invece con le ossa rotte. Partito alla grande con la no-hit di Lorraine, il team di Zoli si è sciolto nei match del sabato. Cillo in quattro riprese ha incassato 5 punti (4 al primo inning), Mura addirittura 7 (3 al primo, 1 al secondo, 2 al terzo e 1 al quarto). Senza uno straniero il tagliato Stanley, in arrivo un terza base il lineup del Godo ha faticato a tenere a galla le partite con Marrone, Billisi, Serci e Bresaola (solamente il partente di garatre, Di Taddeo, è stato colpito duro, ma sui rilievi c’è stato ben poco da fare). Urgono innesti per non rischiare il sorpasso da parte di un’Avigliana sicuramente più frizzante e con maggiore entusiasmo. In conclusione, permette un applauso per Roberto De Franceschi, autore di un fuoricampo a distanza di due anni dall’ultimo messo a segno con il Grosseto. Per l’ex nettunese è l’86° in carriera.
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