E alla fine a prevalere sono stati gli esperti ‘tulipani olandesi sugli straordinari ‘galletti d’Oltralpe. Tutto come da copione. Troppo forte il Corendon Kinheim che si laurea campione d’Europa battendo in finale, con un punteggio stretto ma decisivo (3-1), il Rouen Huskies. Dopo due anni in mani italiane (Grosseto e San Marino), la Coppa dei Campioni torna quindi in Olanda. In quel di Haarlem, allo stadio Pim Mulier, nella casa del Corendon Kinheim, si celebra la prima vittoria continentale, il trofeo forse più bello, che si aggiunge al palmares dei tre scudetti vinti nel 1978, 1994 e 2006 (3-2 ai danni del Konica Minolta Pioniers).
E’ calato il sipario sulla 34esima edizione della Coppa dei Campioni che ha visto premiati a livello individuale gli olandesi Rombley (MVP), Bergman (miglior media pgl) e Beljaards (maggior numero di vittorie). Tutti gli onori alla squadra dutch.
Ma mai come stavolta c’è stato un interesse, un clamore e tanti lodi per chi al termine dei 9 innings della finale per il titolo è uscito sconfitto. La vera sorpresa si chiama Rouen.
Male il Rimini (terzo), il San Marino (quarto) e il Grosseto (quinto), l’attenzione è passata sugli Huskies, la squadra che rappresenta la capitale della Normandia. Logica l’esultanza anche del primo cittadino di chiare radici italiane, Pierre Albertini, che attraverso il suo blog ha manifestato tutta la contentezza per quel risultato a dir poco storico per il baseball francese tutto.
Rouen, tre scudetti in 31 anni di storia, oggi vice campione d’Europa. Al di là del risultato, è stato un vero successo quello Huskies, chinatisi solo agli olandesi di Haarlem e con Dany Scalabrini il terza base canadese, nato a Waterville (Quebec), anche lui di origini italiane, sugli allori con un .667 che gli è valso il titolo di miglior battitore della manifestazione.
Quella di sabato notte è stata una finale vera, combattuta fino all’ultimo strike, piena di emozioni.
Olandesi come sempre forti e concentrati sull’obiettivo, francesi ben consci dell’avversario ma che sulle ali dell’entusiasmo (avevano brillantemente battuto in precedenza T&A San Marino e Telemarket Rimini) ci hanno provato. In tutti i modi. Orgogliosamente. Fino in fondo, facendo tremare i polsi al partente olandese Beljaards, a Van’t Kloooster e il resto dell’ammiraglia arancione.
Rouen ha avuto pure una clamorosa chance per ribaltare la situazione. Per niente sfruttata dai francesi, già comunque al settimo cielo per aver raggiunto una finale insperata. Contento sarà il manager Sebastien Bougie, capace di rendere competitiva una squadra di giovani che oggi è seconda in Europa ma che nulla deve invidiare alle tradizionali avversarie italiane e olandesi.
Kinheim alza la Coppa. Rouen ne esce a testa altissima. Chapeau!
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