E arrivò anche l’assegnazione dell’MVP 2007 della National League. Quello del giocatore più utile è l’ultimo, in ordine cronologico, dei tanti riconoscimenti attribuiti dalla Baseball Writers´ Association of America a coloro che hanno particolarmente brillato durante il massimo campionato professionistico appena concluso.
Otto stelle, otto grandi nomi della American e della National League che verranno ricordati assieme alle World Series vinte dai Boston Red Sox.
Poche ore fa l’interbase Jimmy Rollins dei Philadelphia Phillies è stato nominato Most Valuable Player della National League, battendo la concorrenza dell’esterno dei Colorado Rockies, Matt Holliday, e di Prince Fielder dei Milwaukee Brewers. E’ quinto giocatore dei Phillies a vincere questo trofeo, dopo Chuck Klein (1932), Jim Konstanty (1950), Mike Schmidt (1980 e 1986) e Howard (nel 2006).
Sul versante della American League, l’MVP 2007 è andato al terza base dei New York Yankees Alex Rodriguez che ha raggiunto l’invidiabile primato per la terza volta (come lui anche Joe DiMaggio, Yogi Berra e Mickey Mantle, sempre con la maglia degli Yankees). Dietro di lui Magglio Ordonez dei Detroit Tigers e l’esterno dei Los Angeles Angels of Anaheim, Vladimir Guerriero. Quest’anno Rodriguez ha chiuso a.314 di media battuta con 54 fuoricampo, 143 punti segnati e 156 battuti a casa, elemento cardine dei Bronx Bombers nell’agguantare la 13esima postseason consecutiva (a 32 anni è stato anche il giocatore più giovane a toccare quota 500 fuoricampo).
Per quanto riguarda gli assi del monte di lancio, all’unanimità Jake Peavy dei San Diego Padres è stato il più votato per il Cy Young Award della National League, davanti a Brandon Webb e Brad Penny. Quest’anno Peavy, 26 anni, è stato il primo lanciatore in assoluto della NL a conquistare la tripla corona (dopo Randy Johnson nel 2002), con 19 vittorie, 2.54 di media pgl e 240 strike-outs. Al ventisettenne mancino dei Cleveland Indians, C.C. Sabathia, è stato invece assegnato il Cy Young Award per la American League che ha superato Josh Beckett dei Boston Red Sox e John Lackey degli Angels. Sabathia, 19 successi e 7 sconfitte con 3.21 di media in 34 gare da partente e con 241 inning lanciati, è il secondo giocatore degli Indians a conquistare il trofeo (prima di lui Gaylord Perry nel 1972).
Ma i Cleveland Indians hanno anche un altro significativo motivo di cui andare orgogliosi. Eric Wedge, 39 anni, è stato infatti nominato allenatore dell’anno per la American League, primo assoluto nella storia del club. Secondo Mike Scioscia dei Los Angeles Angels of Anaheim, terzo Joe Torre, soltanto quarto Terry Francona, skipper vincente dei Bosox.
Bob Melvin ha ottenuto invece il titolo di Manager dell’anno per la National League, primo tra gli allenatori dei Diamondbacks. Battuti Charlie Manuel dei Philadelphia Phillies, Clint Hurdle dei Colorado Rockies e Lou Piniella dei Chicago Cubs.
Last but not least, i premi per i ‘Rookie dell’anno. L’American League ha incoronato Dustin Pedroia, seconda base dei Boston Red Sox, mentre la National League ha nominato il terza base dei Milwaukee Brewers, Ryan Braun.
Pedroia, 24 anni (che vince il prestigioso riconoscimento dieci anni dopo quello di Nomar Garciaparra) ha preceduto l’esterno dei Tampa Bay Devil Rays Delmon Young. E’ di .317 la sua media battuta in regular season con 8 homerun, 50 punti battuti a casa e 86 segnati. Pedroia ha recentemente rivelato di aver giocato gli ultimi due mesi della stagione con una mano fratturata: nonostante ciò ha battuto .283 con 10 punti prodotti e 12 segnati.
Braun, invece, è il primo dei Brewer dopo Pat Listach nel 1992: ha raccolto il maggior numero di preferenze rispetto a Troy Tulowitzki, interbase dei Colorado Rockies. Pur cominciando a giocare il 25 maggio, sono stati 34 i fuoricampo battuti con .324 di media, 97 punti prodotti, 91 segnati e 15 basi rubate.
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