“Il baseball non ha bisogno di giocatori. Ha bisogno di atleti”. In questa semplice ma evocativa frase del dottor Massimo Venturelli, docente presso la Facoltà di Scienze Motorie dell’Università di Verona, è racchiuso tutto il significato della sua ultima “fatica” scientifica.
Un impegno, quello della ricerca legata al baseball, che ormai da alcuni anni il Centro Frozen Ropes di Verona, in collaborazione con l’Università locale, sta portando avanti con grande passione. Così accade che un luminare della scienza applicata alle discipline sportive e una dirigenza particolarmente sensibile, quella dei Dynos Verona, decidano di dare finalmente una risposta ad un quesito che tutti gli appassionati del batti e corri si sono posti almeno una volta: “Come deve essere un forte battitore? Alto? Tarchiato? Possente?”.
La risposta risiede in uno studio, di cui Baseball.it è in possesso, che verrà presentato alla comunità scientifica internazionale che si riunirà a Treviso il 7-8 giugno prossimi presso l’Hotel Relais Monaco in occasione della prima “Verona-Ghirada Team Sport Conference”.
In base alle analisi eseguite su un gruppo di quindici atleti della società Dynos Verona dal dott. Venturelli, in collaborazione con la dott.ssa Pogliaghi e con Giovanna Armani, Presidente del Centro Frozen Ropes, emerge che la robustezza degli arti superiori è determinante per incrementare la cosiddetta “bat swing speed”, mentre la presenza di una buona coordinazione generale nell’atleta costituisce il cardine su cui poggia la “swing performance”.
In precedenti studi (Szymanski DJ, et al. J Strength Cond Res. 2006; 20: 231-240) era emerso invece che ci fosse una stretta correlazione tra arti superiori, robustezza di quelli inferiori e velocità di battuta. Il nuovo test, condotto con strumenti e tecniche innovative, ha invece dimostrato che elementi quali una maggiore altezza o addominali pronunciati non risultano determinanti nella velocità di esecuzione di questo importantissimo fondamentale.
“Ricerca, impegno e qualità sono sempre state le parole che hanno guidato il nostro operato, sin dal giorno in cui Frozen Ropes ha aperto i battenti in Italia – ha ricordato Giovanna Armani a Baseball.it – Crediamo nella fattiva collaborazione tra l’Università, gli atleti e le Società quale unica strada da percorrere per migliorare il nostro sport. Noi ci proviamo e stiamo già lavorando ad altri progetti interessanti”.
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