Una bella notizia per la categoria più bistrattata non solo del baseball ma dello sport in generale, e non solo qui in Italia. Due arbitri italiani, peraltro già internazionali, sono stati chiamati ad arbitrare nella Liga Cubana dal responsabile nazionale degli arbitri di Cuba, Cesar Valdes. Un onore ed un´occasione unici per un arbitro di baseball. Arbitrare a Cuba significa arbitrare lo sport nazionale: gli errori contano come potrebbero contare nel calcio italiano, il pubblico è sempre folto ed ha palato fine. E´ dura stare in mezzo al campo con tutta quella pressione. Ancora più dura farlo di continuo, 6 giorni alla settimana, perché a Cuba siamo ad un altro livello, si gioca tutti i giorni come i professionisti americani. Anche la velocità del gioco è ai livelli di quella di MLB perché i giocatori sono atleti veri educati allo sport dalla più tenera età e la loro determinazione è totale dato che si cimentano nello sport di squadra più importante per la nazione.
Ad essere messa alla prova quindi non è stata solo la capacità tecnica dei nostri due rappresentanti ma anche e soprattutto la loro capacità di concentrazione e di adattamento. Già perchè non penserete mica che l´area dello strike sia la stessa che abbiamo noi, vero ?
Certo Chirici e Cappuccini non sono due sprovveduti: Chirici era ai mondiali di Taiwan ed ha arbitrato la finale USA-CUBA in terza base. Un livello già molto alto indubbiamente. Ma qui in più c´era la continuità e la pressione portata dal fatto di trovarsi davanti ad un pubblico sempre numeroso, esigente, competente ed appassionato.
E infatti sembra proprio che i due rappresentanti del baseball tricolore si siano fatti onore. Cappuccini ha arbitrato alcuni incontri fondamentali per la definizione della griglia dei playoff e ha vissuto da protagonista alcuni momenti storici. Era in prima base durante la partita che ha visto Pedro Lazo conquistare il record per il maggior numero di vittorie nella Liga cubana ed era proprio dietro il piatto quando Yuleski Ledezma ha conquistato il record per il maggior numero di partite vinte in una stagione. Una partita quindi importante che non gli sarebbe stata certo affidata se nei match precedenti non si fosse dimostrato all´altezza. Credo valga la pena per chiunque sia appassionato del batti e corri, leggere il suo diario di quei giorni pubblicato sul sito degli arbitri italiani.
Chirici dal canto suo ha arbitrato nei playoff, nella serie che ha visto Pinar del Rio eliminare gli Industriales ma soprattutto in quella tra Habana e Sancti Spiritus dove ha avuto l´onore e l´onere di arbitrare a casa base una gara da brividi, decisa nella parte bassa del nono inning con tre punti segnati dai padroni di casa. Anche lui ha reso pubbliche alcune delle sue emozioni e delle sue impressioni su questo sito.
Colpisce nella ricostruzione di entrambi, lo stupore per l´ottima meccanica e più in generale per l´alta professionalità di tutti i loro colleghi cubani. Colpisce anche lo stupore di Cappuccini per l´assenza di contestazioni anche in caso di chiamate strette e la sua ammirazione per l´organizzazione ed il rispetto dei ruoli (‘A fine gara solo uno fa l’analisi: l’arbitro responsabile, gli altri ascoltano e non controbattono). Colpisce infine come entrambi ammettano serenamente che il pubblico è un fattore importante per la loro serenità durante gli arbitraggi: una banalità forse ma che ha la sua importanza se messa in bocca ad un arbitro che solitamente deve, per dovere di ufficio, dire l´esatto contrario.
Del resto questa organizzazione perfetta ci fa pensare che gli arbitri del beisbol cubano sono un corpo di élite. Altamente considerati da tutti e consapevoli della loro importanza. Un grande segno di civiltà ci vien da concludere.
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