TORONTO – “Vinciamo noi”. Dove noi sta per l'Italia. Tom La Sorda “ambasciatore” del World baseball classic è il più ricercato sul terreno di gioco dove si sta allenando il Canada. Ha appena finito la conferenza stampa, stringe mani, abbraccia giocatori, risponde a ogni cronista che gli chiede una battuta. “Ah, siete italiani? Di dove?” E ricorda le sue origini abruzzesi, l'orgoglio di essere italiano “dentro”, della famiglia partita da Tollo, in provincia di Chieti.
Ma c'è il baseball giocato che incombe e al manager che ha fatto grandi i Los Angeles Dodgers e portato agli Usa il loro unico oro olimpico – tra l'altro contro Cuba – è inevitabile chiedere cosa pensi della squadra azzurra. “E' un buon team, li ho visti contro Baltimore e mi hanno impressionato, ho seguito poi l'evoluzione della squadra, ha soprattutto un buon attacco”.
Qualche nome? “Nessuno in particolare, è la squadra che deve fare bene nel suo insieme”. Certo, ci sono le “corazzate” che rispondono al nome di Canada, Usa e Venezuela ma “l'Italia può dire la sua”. E non a caso La Sorda sulla gara di domani proprio contro il Venezuela ha pochi dubbi sulla vittoria azzurra. Ma cosa deve fare questo sport per crescere ancora in Italia e come questa esperienza può aiutare il movimento? “Puntare sui bravi allenatori, formarli, insegnare ai coch ad allenare perché i giocatori passano, anche i grandi nomi, ma i manager restano”.
Una battuta anche sul Wbc: “E' un grande evento, le sedici squadre più forti del mondo e le loro star più importanti che si affrontano, è una cosa straordinaria”. Poi c'è il suo sogno: “Un italiano che giochi per i Los Angeles Dodgers”. E quel giorno, a giudicare dall'attenzione che ha la squadra azzurra e soprattutto i prospetti che fanno parte della formazione guidata da Marco Mazzieri, potrebbe non essere lontano.
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