"In tutta la loro storia i Dodgers sono stati in prima linea della globalizzazione del nostro sport. L'impegno nel corso degli anni per l'internazionalizzazione del baseball è stato straordinaria e, a nome della Major League Baseball, mi congratulo con loro". Parole di Bud Selig, commissioner della MLB, alla vigilia della finale del World Baseball Classic che metterà di fronte la Corea con la vincente di Usa-Giappone nel mitico Dodger's Stadium. "Un'altra pietra miliare nel cammino compiuto da questo club per la conoscenza del baseball. I Dodgers sono stati pionieri in tutto il mondo, tra cui Messico, Giappone, Corea, Taiwan, Cina, Repubblica Dominicana e qui negli Stati Uniti d'America". Una "orgogliosa tradizione – ha aggiunto Selig – che ha avuto inizio sotto Walter O'Malley, che ha guidato la sua squadra nello storico tour in Giappone, e continua oggi sotto Frank McCourt, con la squadra che per prima ha giocato in Cina, nel 2008".
Il "commissioner" della Major ricorda "ambasciatori" come Jackie Robinson e Tommy Lasorda, Fernando Valenzuela e Hideo Nomo "i tanti Dodgers che hanno servito come ambasciatori del baseball". Ma anche gli sforzi compiuti per abbattere le "barriere" del colore della pelle, nel 1947. Tanti i primati dei Dodgers, in fatto di giocatori provenienti dal Messico o dall'Asia ma anche di promozione in ogni Paese e lingua del baseball. Come risultato di questa attività internazionale, sette Paesi hanno prodotto i giocatori sul Dodgers' 40-man roster: Canada, Repubblica Dominicana, Giappone, Messico, Taiwan, Stati Uniti e Venezuela. Nella "farm" dell'organizzazione anche cinque giocatori in rappresentanza di più paesi o territori: Curacao (Antille Olandesi), El Salvador, Panama, Porto Rico, e la Francia, il paese natale di Joris Bert, che è stato il primo giocatore uscito della Major League Baseball's accademia europea.
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