Il baseball italiano si affida a due suoi Club storici, il mitico Nettuno dei 16 scudetti e di 4 Coppe dei Campioni e la Fortitudo Bologna nel cui palmares ci sono 7 titoli italiani nonché 2 titoli europei.
Due società collaudatissime per una eccitante doppia sfida con i grandi rivali di sempre, gli olandesi. Allo stadio "Carlos Pérez de Rozas", situato al Montjuic il promontorio a sud di Barcellona, c'è in palio la European Cup 2009. Vale a dire, la Coppa dei Campioni del baseball.
Si comincia oggi a mezzogiorno con il confronto fra i Pirati di Amsterdam campioni d'Olanda e la Fortitudo Bologna che proprio alla vigilia della manifestazione ha dovuto rinunciare ad un giocatore preziosissimo come Eddy Garabito, fermato da un attacco influenzale e rimasto a Bologna. Successivamente, nel tardo pomeriggio, alle ore 19, saranno i nettunesi e il Corendon Kinheim a scendere in campo per la seconda semifinale. Domani, in mattinata le due perdenti si troveranno di fronte nella frustrante "finalina" delle deluse mentre è previsto per le ore 18 il playball per la gara che consacrerà la "più bella" d'Europa.
Come si presentano Nettuno e Bologna a questo prestigioso appuntamento in terra catalana? Quali le loro potenzialità? Quante chances hanno di aggiudicarsi il titolo?
NETTUNO, E' L'ORA DI MAZZANTI – Il Nettuno Baseball, sponsorizzato dalla Danesi Caffè, ha già trionfato nel settembre 2008 proprio a Barcellona. Nella prima edizione delle Final Four. Ma non c'erano gli olandesi, per la clamorosa rinuncia del Corendon Kinheim (vincitore in quella che venne etichettata la Coppa dei Campioni, giocata a giugno sul diamante di Grosseto). Il Corendon rinunciò alla Final Four di Barcellona perché in quel periodo il campionato olandese era nel pieno dei playoff.
Stavolta non ci sono equivoci. Né dubbi. L'unica vera grande manifestazione che vale il titolo europeo per club è questa Final Four. Le quattro grandi interpreti della "due giorni" catalana si sono qualificate conquistando ad aprile i primi due posti nei gironi preliminari svoltisi in Italia, a Nettuno e a Matino.
La squadra tirrenica di Giampiero Faraone non è ancora riuscita, in questa prima parte della stagione 2009, ad esprimere in pieno il suo notevole potenziale. La sensazione è quella di un gruppo alla ricerca di un equilibrio. Ne deriva una certa discontinuità di rendimento, soprattutto in fase d'attacco.
Privo ancora di una precisa identità tecnica, il Nettuno ha difettato di concretezza nei primi mesi dell'Italian Baseball League: è la squadra infatti che ha lasciato il maggior numero di uomini sulle basi. Non abbiamo ancora visto il tradizionale "spirito guerriero" del Nettuno in questa stagione. Ebbene, la Final Four di Coppa dei Campioni è l'evento che potrebbe accendere l'orgoglio dello squadrone nettunese e sprigionarne le potenzialità. I tre giocatori stranieri scelti dallo staff tecnico per il roster di Coppa sono il lanciatore Jeff Farnsworth, l'interbase Manny Alexander e l'esterno Juan Camilo. "Bocciato" Abraham Nunez, battitore di potenza, sempre alla ricerca della legnata profonda a scapito della precisione e della regolarità (come indica l'alto numero di strikeout subìti, già 30 nella IBL).
Juan Camilo si fa nettamente preferire per affidabilità (avg 328, slg{a532ea87065a226235aa5e2ec0f60c65de6c3e3f1fcc40dde38c3952df1a8e71} 582) e anche per le sue caratteristiche da leader. Praticamente scontata la scelta di portare a Barcellona l'ex-majorleaguer Manny Alexander, poiché in questo momento è l'unico interbase affidabile (infatti Igor Schiavetti è al rientro in squadra dopo un lungo stop per infortunio, e il seconda base Renato Imperiali dovrebbe recuperare condizione e ritmo prima di poter interpretare con sicurezza un ruolo così delicato come quello di shortstop). Si può obiettare: Alexander in campionato batte appena 241. Vero. Però è anche vero che è un uomo di classe pura, una colonna della difesa (37 po, 71 a, 3 e) e un abile ladro di basi.
Potrebbe vivere due giornate da eroe Giuseppe Mazzanti. Ha giocato sotto tono fino ad ora, gigioneggiando troppo. Ora è il momento della svolta. E di vestirsi di gloria. Arriva a Barcellona con una media-battuta modesta per un bomber come lui, appena 237. Va tenuto conto, tuttavia, che nella IBL gli sono state concesse 34 basi su ball. Significa che i lanciatori del campionato italiano preferiscono passarlo in base, anziché farlo battere. Ma chissà, a livello europeo Mazzanti potrebbe trovare dei pitchers meno disposti a regalargli passaggi gratuiti e dunque più disponibili a sfidarlo apertamente. Bene, è quello che Peppe aspetta ardentemente: l'occasione giusta per scatenarsi, per recuperare gli occhi della tigre. Ovviamente l'attacco non potrà vivere soltanto su Camilo e Mazzanti. Ci si aspetta un deciso salto di qualità anche da parte di Tavarez, Gasparri e Imperiali.
Poiché sono soltanto tre gli stranieri utilizzabili in Coppa (e anche i "comunitari" sono considerati stranieri nelle partite europee) manager Faraone ha rinunciato anche a Remigio Leal (il quale, fra l'altro, è infortunato) e al catcher Navarro. Il monte di lancio, pur senza Leal, è comunque copertissimo per due partite. Carlos Richetti è stato designato come lanciatore partente oggi nella semifinale contro il Corendon. Giusto così. Richetti è il pitcher più affidabile del Nettuno e deve giocare la partita più delicata, ovvero la prima, perché… o la vinci oppure fai la finalina triste per il terzo posto. Rilievi di Richetti – se e quando ce ne sarà bisogno – saranno Pezzullo e Masin. Il ruolo di "partente" per l'eventuale finalissima di domani alle 18 verrà affidato a Jeff Farnsworth. Il trentatreenne americano di Wichita non ha ancora pienamente convinto, va in affanno nei momenti delicati delle partite, sembra sentire molto la pressione, tuttavia è innegabile il suo talento. Il cambio di Farnsworth in finale potrebbe essere Giovanni Carrara, il veterano italovenezuelano che fino ad ora ha deluso, lontano da una condizione fisica accettabile. Attenzione, però: la prospettiva di "chiudere" da eroe la finale per il titolo potrebbe accendere tutto l'orgoglio del vecchio campione che vuole lasciare il segno.
Il Corendon Kinheim è formazione da rispettare, ma sicuramente alla portata del Nettuno. Se sarà il Nettuno "vero". Questi olandesi hanno battitori di potenza, come Denny Rombley e Bryan Engelhardt. Possiedono anche un buon monte di lancio. Però tendono a commettere errori difensivi, che il Nettuno dovrà essere pronto a punire.
BOLOGNA, MONTE E DIFESA – La Fortitudo, orfana di Richard Austin per scelta tecnica e di Eddy Garabito per una beffarda influenza che lo ha messo ko alla vigilia della partenza da Bologna, si trova costretta a fare di necessità virtù. Chiaro che l'attacco rischia di essere in sofferenza. I buoni battitori non mancano ugualmente alla squadra bolognese (Infante, Mazzuca, Stocco, Angrisano, Frignani), però l'impressione è quello di un lineup poco esplosivo. E allora? Allora manager Marco Nanni deve aggrapparsi al monte di lancio e alla difesa. Per concedere agli avversari il meno possibile. E magari battere oggi l'Amsterdam per 1-0. Come fece la Fortitudo nel 2004 contro il Mr Cocker Hcaw nella primissima partita della "Settimana di Coppa" allo stadio sammarinese di Serravalle. Difesa imperforabile, in quella occasione, con un Matos enorme sul monte. E Jesus Matos salirà proprio sul mound dello stadio del Montjuic oggi a mezzogiorno. Pronto per una performance da consegnare alla storia. Però i Pirates di Amsterdam fanno paura. Sono i campioni d'Olanda in carica (l'anno scorso in finale inflissero lo sweep al Corendon) e attualmente al secondo posto. Il lineup è pieno di buoni battitori di contatto. Indicativo il 317 di media-battuta di squadra. Altro "numero" inquietante è che in questo Amsterdam ci sono ben sette giocatori con un average superiore ai 300.
Jesus Matos dovrà "giocare" con particolare attenzione l'esterno sinistro Kenny Bernkenbosch, gran brutto cliente con quel 395 di media battuta. Un tipo al quale non concedere mai una palla dritta in mezzo al piatto. Un altro elementino poco raccomandabile è il battitore designato Fausto Alvarez, personaggio che nel campionato olandese viaggia con 35 "punti battuti a casa".
Ma la stella dell'Amsterdam è il pitcher Adam Blackley. Fortissimo. Nel girone di qualificazione di Nettuno ha impressionato. Ora si tratta di vedere se il manager olandese, il famoso Rikkert Fanayte, sceglierà di utilizzare il suo lanciatore numero uno in semifinale oppure se preferirà tenerlo per la finalissima sentendosi sicuro di arrivarci.
Per scelta tecnica e… per necessità (il forfait di Garabito, l'indisponibilità di Austin al quale la dirigenza bolognese aveva concesso il permesso di rientrare per una settimana in USA) i tre stranieri di Bologna in questa Final Four sono tutti lanciatori. Matos, Moreno, Ribeiro. E, riflettendoci sopra, non è detto che sia uno svantaggio…
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