Coppa dei Campioni, il "pagellone"

Abbiamo dato i voti alla Danesi Nettuno e alla Fortitudo Bologna: Farnsworth su tutti, ma molto bene nella Final Four catalana anche Peppe Mazzanti, Gasparri e Matos

Passerà alla storia come la Coppacampioni di Jeff Farnsworth -intoccabile, implacabile- e dei suoi 14 strikeout. La Final Four di Barcellona 2009 passerà alla storia anche per la riconferma del Nettuno sul tetto d'Europa. Lo yearbook della FIBS non considera come Coppa dei Campioni il trofeo assegnato l'anno scorso nella città catalana, l'etichetta può anche essere diversa ma… la sostanza non cambia: anche nel settembre 2008 a trionfare è stato il Nettuno.
Passerà alla storia, l'edizione 2009 della Final Four, per un'appassionante finalissima tutta italiana. Fra Nettuno e Bologna. Passerà alla storia, come caso singolare e strano, il fatto che la squadra sconfitta – la Fortitudo – abbia perso la Coppa con 0.00 di PGL e sull'unico punto subìto in due partite. Destino beffardo.
E' stata la "Champions" di Farnsworth, ma anche di Peppe Mazzanti e Gasparri, e di altri personaggi (Matos, Mazzuca, Infante, Angrisano, Pezzullo, Richetti, Carrara, Camilo) che hanno illuminato la principale competizione europea per Club.
E allora valutiamoli tutti, i giocatori delle due squadre italiane, prendendo in esame le prestazioni di ciascun atleta di Nettuno e di Bologna nella "due giorni" del Montjuic Field.
Così ho pensato di offrire ai lettori di Baseball.it il "pagellone". Da leggere, commentare, discutere. Il baseball si presta molto a questo passatempo.

DANESI NETTUNO

10 a Jeffrey Farnsworth. L'uomo del Kansas ha prodotto in finale una partita impeccabile e di grandissimo spessore, degna dei suoi trascorsi in Major League con Detroit Pistons e di un passato recentissimo nella Winter League venezuelana dove è risultato il miglior lanciatore della serie finale (indossando la casacca dei Tigres de Aragua). Al primo importante appuntamento della sua stagione italiana, Farnsworth ha fatto vedere di che pasta è fatto. Confezionando 14 strikeout contro un lineup di tutto rispetto. E togliendo così un bel po' di lavoro alla sua difesa (che ha chiuso la partita di finale senza errori). Inning dopo inning, Farnsworth ha preso un gran ritmo, variando i lanci e diventando imprevedibile per l'attacco bolognese che non è mai riuscito a prendergli veramente le misure. In particolare, Jeff ha lavorato abilmente sul filo esterno. Ma gli hanno funzionato bene anche i lanci interni, con i quali ad esempio ha messo in difficoltà Infante.
9 a Giuseppe Mazzanti per quel tempestoso fuoricampo da 3 punti che ha rilanciato il Nettuno, contro gli olandesi del Corendon in semifinale, permettendogli di ribaltare una partita che sul 2-4 era diventata maledettamente complicata. Peppe, in questa Final Four, è sempre stato una "presenza". Gli si chiedeva di tornare ad essere il trascinatore e l'ha fatto. Ho rivisto in lui "gli occhi della tigre". Pronto, reattivo anche in difesa. E poi… ha il merito d'avere indotto Matt Stocco, catcher della Fortitudo nella finale, a commettere l'errore che ha prodotto il punto decisivo a favore della Danesi Nettuno. Le cifre di Mazzantone: 2 valide su 4 turni (con un HR e 1 doppio), 5 basi su ball guadagnate, 5 punti battuti a casa; in difesa 4 assistenze, una eliminazione, nessun errore.
9 a Manuel Gasparri per la sicurezza con la quale ha guidato i lanciatori dietro il piatto di casabase, in entrambe le partite. La sua esperienza nel delicatissimo ruolo di catcher è stata preziosa. Gasparri in particolare è stato importante nella finalissima perché, conoscendo bene i suoi ex-compagni di squadra di Bologna e i loro punti vulnerabili nel box di battuta, ha trasmesso utilissime indicazioni a Farnsworth e al closer Pezzullo. Né va dimenticato che è stato Gasparri a fabbricare il singolo che ha fatto volare Mazzanti a casabase. Per il punto decisivo, al secondo inning. Il punto che ha portato a Nettuno la Coppa dei Campioni 2009.
8 a Carlos Pezzullo. Ha chiuso lui la partita di Farnsworth. E l'ha fatto nel migliore dei modi. Imponendo la propria grinta, la propria forte convinzione. E' salito sul monte in un momento delicato, sul nono attacco bolognese che era cominciato rabbiosamente (doppio di Stocco). Uomo in seconda base, zero out. Pezzullo, concentratissimo, ha conservato una calma straordinaria. Ha gestito magistralmente la pressione, anzi è lui che l'ha messa addosso ai battitori avversari. Facendo battere male Mazzucca e Angrisano, per poi regalare la Coppa al Nettuno con lo strikeout su Breveglieri.
8 a Giovanni Carrara per la sapienza, la concentrazione, l'orgoglio sul mound in quei tre inning decisivi per il successo del Nettuno in semifinale. Ha vinto la partita. Facendo, da "rilievo", la differenza. Ci ha messo testa e cuore. Lucidità e tanto "mestiere". Avvelenando la vita agli uomini di Kinheim. Ha fatto battere gli olandesi due volte in doppio gioco.
7 a Carlos Richetti. Sabato, in semifinale, ha lanciato molto bene per cinque inning, dettando legge. Nel sesto attacco gli olandesi hanno segnato 4 punti, con la complicità di un errore dell'interbase Alexander. Statisticamente nessun punto è stato guadagnato sul pitcher, tuttavia Richetti in quella difficile ripresa ha concesso tre battute valide (fra le quali un triplo).
7 a Juan Camilo. Non esplosivo (2 su 9), però battute valide al momento giusto. Un doppio e 1 punto battuto a casa. Cinque eliminazioni compiute da esterno centro.
7 a Ramon Tavarez, 2 su 6 da dh, con 1 doppio. E una base su ball. Utile.
6 a Leo Mazzanti: 2 su 7, 1 pbc e un paio di incertezze all'esterno sinistro.
6 a Renato Imperiali: 1 su 7 e tanta apprezzabile applicazione "sacrificandosi" nel ruolo a lui non naturale di prima base.
6 a Mirco Caradonna: il ragazzo del '92, coinvolto e responsabilizzato da Giampiero Faraone in una Final Four di Coppa dei Campioni, ha tenuto il campo con sicurezza nella posizione di seconda base. Ancora acerbo e fragilino nel box di battuta, non ha raccolto valide (0 su 6). Si è invece fatto apprezzare in difesa. Anzi, il rookie ha strappato applausi al 6° inning della finalissima confezionando un gesto tecnico di grande spessore quando è balzato ad afferrare nella terra di nessuno una "velenosa" battuta da Pantaleoni. Annullando una valida alla Fortitudo. Inoltre, è firmata da Caradonna l'unica base rubata dal Nettuno in questa manifestazione (contro il Corendon).
5,5 a Igor Schiavetti: solo 1 su 8 ma era al rientro in squadra dopo un lungo stop per infortunio e di più non si poteva chiedergli.
5,5 ad un Manny Alexander grigio: in attacco 1 su 8 e una base su ball; in difesa 7 assistenze ma anche 2 errori.

FORTITUDO BOLOGNA

9 a Jesus Matos. Ruggente, dominatore in semifinale contro i campioni d'Olanda. Annichiliti dai suoi lanci e dalla sua personalità. Ha concesso all'Amsterdam appena 3 battute valide in 8 inning. Confezionando 8 strikeout. Enorme.
8 a Joe Mazzuca. E' la conferma di un giocatore stupendamente completo: buon battitore, corridore veloce, ladro di basi, eccellente difensore. I numeri parlano chiaro: 4 su 8 nel box, con 1 punto battuto a casa e una base su ball, 2 basi rubate, 13 interventi difensivi senza commettere alcun errore.
7,5 a Juan Carlos Infante, 2 su 8 (e quattro strikeout subìti), una base su ball, 2 basi rubate e splendide giocate difensive. Interbase sicuro, preciso, reattivo, 12 i suoi interventi difensivi.
7,5 a Juan Pablo Angrisano, ha lasciato il segno della sua concretezza sulla pelle dei Pirati di Amsterdam: 2 su 3, con un triplo e un doppio, 2 punti battuti a casa. Nella finalissima non è riuscito a vestirsi di luce (0 su 2), s'è guadagnato una base su ball ed è l'unico di Bologna che abbia eseguito bene un bunt di sacrificio.
7 a Victor Moreno. Il venezuelano ha lanciato per gli ultimi 3.1 della supersfida italiana, mostrando tutta la sua classe. Un pitcher esperto, che sa sempre quel che deve fare. Trasmette un'immagine di tranquillità.
7 a Fabio Milano. Chiamato a chiudere sabato la partita di un grande Matos, ha compiuto felicemente la missione. Confermandosi closer esperto e affidabilissimo. Nanni ha avuto bisogno del suo pitcher mancino anche nella finale per eliminare il battitore mancino Camilo. Mossa tattica in una situazione delicata. Fatto il proprio dovere, Milano ha poi lasciato il monte a Moreno.
6,5 a Yulman Ribeiro. Statisticamente è il lanciatore perdente della finale. In realtà il venezuelano-portoghese ha poche colpe sul punto subìto, seppure in quel secondo inning abbia concesso la base su ball a Beppe Mazzanti e il singolo a Gasparri (ma in mezzo… c'è stato l'erroraccio del catcher Stocco). Le cifre di Ribeiro: 5.1 rl, 4 so, 1 bb, 3 bvc, 1 punto subìto, zero di pgl.
6,5 a Claudio Liverziani: 1 su 7 (un doppio), 1 pbc, un ottimo lavoro da esterno destro.
6 a Matt Stocco. E' vero, la finale di Coppa dei Campioni è stata decisa dall'episodio che lo ha visto sfortunato protagonista, con quel tiro infelice e impreciso verso la prima base nel tentatio di sorprendere Beppe Mazzanti fuori base. Ingenuo. Un errore che ha spinto Mazzanti in terza. Matt ha macchiato la finale della Fortitudo, però non sarebbe giusto colpevolizzarlo. Perché? Perché Bologna la sua partita l'ha perduta in attacco, dove Stocco è stato il più incisivo: sua l'unica battuta extrabase dei bolognesi, domenica. Stocco aveva battuto un doppio anche contro Amsterdam.
6 a Lele Frignani: 1 su 6, 1 pbc, una base su ball.
5 a un Giovanni Pantaleoni troppo soft: 1 su 9 nel box.
5 a Luca Breveglieri: 1 su 8 (con 4 strikeout subìti in finale), 1 punto battuto a casa nella semifinale. Buon lavoro in difesa, all'esterno centro. Non si può pretendere più di tanto da un giocatore che l'anno scorso era inattivo.
5 a Bidi Landuzzi, decoroso compitino in difesa all'esterno sinistro, però un rendimento nullo nel box di battuta (0 su 6).

Informazioni su Maurizio Roveri 192 Articoli
Maurizio Roveri, giornalista professionista, è nato il 26 novembre 1949. Redattore di Stadio dal 1974, e successivamente del Corriere dello Sport-Stadio, fino al gennaio 2004. Iscritto nell'Albo dei giornalisti professionisti dal luglio 1977. Responsabile del basket nella redazione di Bologna, e anche del pugilato. Caporubrica al Corriere dello Sport-Stadio del baseball, sport seguito fin dal 1969 come collaboratore di Stadio. Inviato ai campionati mondiali di baseball del 1972 in Nicaragua, del 1988 in varie città d'Italia, del 1990 a Edmonton in Canada, del 1998 in Italia, nonché alle Universiadi di Torino del 1970 e ai campionati Europei del 1971, del 1987, del 1989, del 1991, del 1999. Dal 2004 al 2007 collaboratore del quotidiano "Il Domani di Bologna" per baseball, pugilato, pallavolo.  

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