Nella testa e nel cuore i graffi dell'amarezza, per la Coppa dei Campioni persa di un punto, sono ancora evidenti. La "maledizione" della finale europea continua a tormentare la Fortitudo Bologna. Era già accaduto nel 2004, avversario il Rotterdam. Stavolta la sconfitta per 1-0, nel derby italiano con la Danesi Nettuno al Montjuic Field di Barcellona, ha un sapore beffardo. Seppure sia indiscutibilmente meritato il successo del Nettuno, più concreto e opportunista in una finalissima costantemente sul filo del rasoio, la Fortitudo verrà ricordata come la squadra che ha perso la Coppa sull'unico punto subìto in due partite. Il Nettuno campione d'Europa ne ha subìti di più, avendone concessi quattro nella semifinale che il team di Giampiero Faraone ha vinto 6-4 in rimonta contro il Corendon Kinheim.
E poi: chiudere la Final Four catalana al secondo posto, con un monte di lancio da 0.00 di media PGL, è ulteriore motivo di disappunto per capitan Frignani e i suoi compagni.
A questo punto, c'è il pericolo di un brusco contraccolpo psicologico e di un inquietante calo di tensione per il gruppo di manager Marco Nanni, che si ripropone questa sera in campionato. Lo spera la Palfinger Reggio Emilia, che al "Falchi" è pronta ad approfittare di un eventuale… smarrimento dei biancoblù. Per poi portarli sul diamante amico di via Petit Bon per le notturne di venerdì e di sabato.
Ma Bologna recupera Eddy Garabito, il preziosissimo dominicano che proprio alla vigilia della Final Four di Coppa dei Campioni era stato messo ko da un forte attacco influenzale. Ora Garabito sta bene. E si suppone che l'intensità, la fantasia del suo baseball sappiano trasmettere buone vibrazioni e pensieri positivi. Permettendo alla Fortitudo di uscire dai malumori d'una beffarda Final Four. Bologna può fare affidamento anche su Richard Austin, il quale non era stato inserito nel roster di Coppa (dove potevano trovar posto soltanto tre giocatori stranieri, "comunitari" compresi). Rientrato puntualmente dal viaggio-lampo negli Stati Uniti, il bomber della stagione scorsa è atteso ad un deciso salto di qualità. Sta faticando, in questa sua seconda avventura nella IBL, a prendere ritmo.
Di sicuro in questo trittico avrà la molla carica la Palfinger Reggio Emilia, galvanizzata dalle due partite vinte contro il Godo diretto concorrente per la permanenza nella massima serie. Un exploit importantissimo, un momento-chiave nel cammino della Palfinger. Reggio Emilia ha raggiunto in classifica i Goti ma, in virtù dei risultati dei confronti diretti, è come fosse davanti. In questo momento la combattiva formazione reggiana è penultima (e sarebbe, appunto, salva se il campionato finisse oggi). Squadra da battaglia, la Palfinger, e dunque fastidiosa. Ne sa qualcosa proprio la Fortitudo, che nel girone d'andata – a Reggio Emilia – incassò una brutta sconfitta. Trovandosi in difficoltà sui lanci di Abraham Alvarez, californiano con un passato in Triplo A. Sarà proprio Alvarez il pitcher partente della Palfinger nel match di stasera al "Falchi" di Bologna (ore 21). La Fortitudo risponde con il suo prodigioso Jesus Matos, reduce da una performance (contro i campioni d'Olanda dell'Amsterdam, lasciati a zero) fra le più consistenti di questi suoi sei anni in casacca biancoblù. Matos contro Alvarez, si annuncia un duello stellare sulla scena della IBL.
Il pubblico del "Falchi" non farà mancare incoraggiamento e applausi alla banda di Marco Nanni. Doveroso riconoscimento ad un gruppo che ha tenuto alto il nome di Bologna e del baseball italiano nelle finali di Coppa dei Campioni.
In fondo, la Fortitudo è la squadra vicecampione d'Europa. Senza dimenticare che attualmente è al secondo posto in campionato e va a caccia della sua ottava partecipazione consecutiva ai playoff. E' un Club, la Fortitudo Baseball, dall'invidiabile palmares: con 7 scudetti, 2 Coppe dei Campioni, 5 Coppa Italia e una Supercoppa italiana, è il più titolato dello sport bolognese dopo la Virtus Pallacanestro. Meriterà giusta attenzione e necessario rispetto da parte della nuova Amministrazione della città di Bologna.
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