La fabbrica dei fuoricampo ha sede a Bologna. Si chiama Fortitudo Baseball. Una banda di tempestosi "picchiatori", che sono diventati l'incubo di ogni lanciatore della IBL. Da tre mesi esportano sui diamanti d'Italia la loro tecnica, la loro potenza, la loro organizzazione. Gente dalla mazza pesante, che sta impressionando per intensità e per la continuità di rendimento.
Joe Mazzuca, Eddy Garabito, Richard Austin, Juan Pablo Angrisano, e gli altri biancoblù dallo swing facile, lasciano il segno del loro passaggio. Sono già 30 gli homers fabbricati. In trentasei partite. Addirittura cinque i fuoricampo a basi piene, che pare essere una specialità della Casa. A firmarli sono stati: Infante contro il San Marino nel girone d'andata, Stocco contro Rimini all'andata, poi nel girone di ritorno Angrisano contro San Marino, fino ai due "Grand Slam" della settimana scorsa per mano di Mazzuca e Austin.
Singolare e impressionante quanto è avvenuto in occasione del trittico del passato week end, avversario il Godo: ben 21 dei 29 punti totalizzati dalla Fortitudo nelle tre gare sono stati ottenuti scaraventando imperiosamente la pallina oltre la recinzione, davanti agli occhi sconvolti dei pur ammirevoli Goti. Otto homerun in tre giorni. Aveva aperto le danze in gara1 il leadoff Juan Carlos Infante, presentando così – in apertura di partita – il proprio biglietto da visita nello stadio "A.Casadio" della cittadina ravennate. I fuochi d'artificio erano proseguiti con una prodezza di Austin (HR da 3 punti) e il Grand Slam di Joe Mazzuca (sesto homer stagionale per l'italoamericano, ex del Godo).
Poi, al "Falchi", in gara2, è stata realizzata una performance destinata a rimanere nella storia del baseball bolognese. Non avevo mai visto qualcosa di simile – in campionato – nei quarant'anni di questo impianto: 3 fuoricampo al centro nella stessa partita! Autori: Garabito, Liverziani, Angrisano. E si sa che lo stadio del baseball di Bologna è fra i più profondi d'Italia in quel settore, centoventisette metri la distanza che separa il punto di fine recinzione al box di battuta. Far volare la pallina fuori dal "Falchi" al centro significa come minimo un "legno" da 130 metri. Ed è sempre una bella performance… Il festival degli homers si è chiuso in bellezza nella notte di sabato quando Richard Austin, tornato in quella dimensione di bombardiere che l'aveva portato a sfiorare la Tripla Corona nel campionato 2008, si è prodotto al quarto inning in un vorticoso giro di mazza e la "Wilson" ha letteralmente preso le ali volando alta e lontanissimo nel cielo. E forse qualcuno dalle parti di San Lazzaro l'ha scambiata per un ufo… Poi è stato Claudio Liverziani a lasciare il segno, durante l'ottavo inning, della sua infinita classe.
La tripletta confezionata contro Godo (che fa seguito allo sweep prodotto ai danni di Reggio Emilia) ha matematicamente proiettato la Fortitudo Bologna nella post season. Con sei giornate d'anticipo. Nona stagione consecutiva di Bologna nei playoff. Gli altri club ogni tanto perdono un colpo, la Fortitudo no. Nei playoff c'è sempre. E' dal 2001 che va così. Non farebbe neanche notizia…
Ma quest'anno è diverso. Considero questa performance (vale a dire, la qualificazione ai playoff con 6 turni d'anticipo e il primo posto attuale in classifica) come un'autentica impresa. E spiego il perché.
1) La Fortitudo è l'unico Club dell'Italian Baseball League a non avere il main sponsor. Sì, alcuni preziosi partners che l'affiancano nel suo viaggio ci sono, però ancora manca il sostegno economicamente più sostanzioso.
2) A febbraio, e anche agli inizi di marzo, la Società aveva risorse talmente limitate che diventava difficile ipotizzare che tipo di campionato la Fortitudo avrebbe potuto esprimere. Gli affanni economici inducevano a pensare ad una stagione di transizione. E dunque ad un forzato ridimensionamento, almeno nelle ambizioni.
3) Sono stati comunque bravissimi il direttore sportivo Cristian Mura e il capoallenatore Marco Nanni a lavorare con intensità sul mercato, aprendo trattative e "bloccando" giocatori, anche quando non era ancora chiaro a che cosa si andava incontro. Hanno avuto pazienza, hanno scelto bene portando a Bologna Garabito, Ribeiro, Ularetti, Stocco, Norrito, oltre a Infante che finalmente ha ottenuto il passaporto italiano.
4) Appena 8000 dollari al mese da spendere, complessivamente, per i quattro giocatori extracomunitari. Una media, dunque, di circa 2000 dollari al mese per ogni straniero. La dirigenza ha fatto i salti mortali, risparmiando nei primi due mesi su Richard Austin, che è tornato a Bologna all'inizio di giugno. Jesus Matos, il lanciatore più redditizio, più efficace visto nel campionato italiano negli ultimi sei anni, ha accettato una riduzione dell'ingaggio di quasi il cinquanta per cento rispetto alla stagione scorsa. E la stessa cosa hanno fatto i giocatori italiani, compreso l'allenatore Marco Nanni. Tutto questo in partenza. Poi, strada facendo, qualche aiutino economico è arrivato, un po' di ossigeno per il Club e di conseguenza la riduzione dell'ingaggio si è un attimino attenuata scendendo sotto il cinquanta per cento.
5) Alle difficoltà dovute ad un budget decisamente limitato si sono aggiunti i forfait di due pitchers che erano stati nel 2008 i punti di forza in "gara2": Chris George che ha trovato lavoro negli Stati Uniti, avvertendo per tempo la dirigenza, e Cody Cillo il quale invece si è reso indisponibile a sorpresa e quasi alla vigilia del campionato. Provocando difficoltà e malumori.
Vi renderete conto, adesso, di quanto sia stato difficile per la Fortitudo Baseball preparare la stagione 2009. Senza sponsor, con risorse limitatissime, perdendo anche due lanciatori forti, e cominciando il campionato senza il suo bomber Austin. E' stato un inverno di notevole inquietudine per la società bolognese del presidente Marco Macchiavelli. Equilibrio, passione, pazienza, lucidità nelle scelte hanno portato la Fortitudo Baseball a non perdersi d'animo. E ad agire in maniera molto corretta. Arrivando a costruire una squadra di apprezzabilissimo spessore tecnico. E fortemente competitiva anche quest'anno, come lo è fin dal 2001. Al resto hanno pensato Marco Nanni e i suoi fedeli collaboratori (Roberto Radaelli, Matteo Brandoli, Fabio Frignani): hanno lavorato duro sul campo, con professionalità, con organizzazione. Ottenendo da tutti i giocatori la massima disponibilità e un impegno rigoroso. Giorno dopo giorno è andato sviluppandosi un gruppo molto compatto, di gente che sta bene insieme e che ha voglia di fare ottime cose insieme.
La tranquillità. L'applicazione. La forza del gruppo. Risorse fondamentali. E poi, il valore dei giocatori. E sotto questo aspetto ci sono state liete scoperte: Eddy Garabito, "mister utilità" (esterno centro, ma anche seconda base, interbase, terza base, ottimo battitore, attualmente miglior "average" del campionato, abilissimo sulle basi, un principe delle rubate, nonché giocatore esperto, istintivo e dotato di notevole creatività), e poi il ventitreenne pitcher portoghese Yulman Ribeiro, e un altro giovanissimo: il sorprendente Matt Stocco. Inoltre, la conferma di Alessandro Ularetti come interessantissimo prospetto.
Al centro del diamante lo spettacolo Infante. Che Juan Carlos (ex Anzio) fosse bravo, si sapeva. Ma il suo rendimento in questa regular season è stato addirittura sopra ogni previsione: interbase quasi impeccabile, tecnica sublime, grandi gambe, rapidissimo sulle basi, grande carica agonistica, nonché leadoff perfetto. Un oriundo che gioca come un eccellente straniero.
Se il "bollito" Eddy Rodriguez era una "scommessa", e fortunatamente è stato presto tagliato, il suo sostituto Victor Moreno è qualitativamente un personaggio di altra dimensione. Il miglior rilievo del campionato. Lo dicono i numeri. Lo dice, soprattutto, la sicurezza totale che si porta sul monte e che trasmette alla squadra.
E ancora: un Joe Mazzuca trasformatosi in fuoricampista (leader della squadra), un Angrisano specialista dei "punti battuti a casa". E Matos è sempre Matos, Milano è sempre Milano, Betto è sempre Betto, Liverziani non sbaglia mai nulla in difesa ed ora ha recuperato ritmo nel box di battuta (proprio come capitan Frignani). Sono i giocatori della vecchia guardia, affidabilissimi. Landuzzi è una certezza nella posizione di esterno sinistro. Giuseppe Norrito, al quale manager Nanni ha concesso la "partenza" sabato scorso, sta prendendo fiducia dopo essere stato abbastanza ai margini: potrebbe diventare elemento importante nella post season.
In conclusione, un po' di "numeri" per fotografare questa Fortitudo che ha vinto 26 partite su 36. Eddy Garabito 372 di average e 579 di slugging{a532ea87065a226235aa5e2ec0f60c65de6c3e3f1fcc40dde38c3952df1a8e71}; Infante 333 di media battuta, Angrisano 316 e Liverziani 301, mentre Frignani (295), Austin, Stocco e Mazzuca sfiorano i 300; Mazzuca 6 homerun, Angrisano 33 RBI. Garabito leader del campionato per media battuta (372), valide (54), punti segnati (38). Ribeiro 8 partite vinte e 2 perse, Jesus Matos 8-3. Fabio Milano 5 salvezze. E poi… il super-rilievo: Victor Moreno esibisce una media-PGL di 0.56 e concede ai battitori avversari praticamente nulla: 0.77 di batting average. Inoltre, il "signor Moreno" ha confezionato 33 strikeout in 16 riprese lanciate.
Questa è la Fortitudo Baseball: motivo di vanto e di conforto in un panorama sportivo bolognese che, di questi tempi, in altri settori, propone soltanto grigiore e inquietudini. Chissà se la città saprà recepire il messaggio "positivo" che arriva dal Falchi.
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