Tra poco meno di 48 ore lo storico debutto alla All-Star Future Game di Alex Liddi, ma la sua convocazione è già leggenda. C'è qualcuno in Italia che ricorda con piacere il "ragazzino Liddi" quando appena 14enne con la maglia del Sanremo impressionava già i suoi avversari. Si giocava il campionato di serie A2 del 2003 e la formazione ligure incontrava il Cus Messina con un Benedetto Falcone, attuale manager del Catania Warriors Paternò primo in classifica nel girone A della A2, ancora in campo con tanto di guantone, seppur a fine carriera.
"Alex era un ragazzino magro magro, un po' incurvato che giocava tra seconda e interbase, che correva parecchio e già batteva bene" racconta a Baseball.it con entusiasmo Benny Falcone che rimase impressionato della bravura del giovane già a quel tempo.
L'incontro con Alex Liddi, in realtà uno scontro sul diamante, dove Falcone ebbe la meglio anche grazie all'apporto degli homerun battuti da un "certo" Eddy Salgado, mostrò al manager siciliano un piccolo talento destinato ad arrivare in alto, ma confessa Falcone "nessuno avrebbe potuto immaginare che in pochi anni sarebbe stato capace di fare questo grande salto".
"Oggi come italiano sono molto orgoglioso di lui per tutto quello che sta facendo – continua Falcone – perché possiamo leggere sue notizie su tutti i giornali e anche in America viene finalmente valorizzato come merita".
Che tipo di qualità spiccavano in lui già da ragazzino? "Quando ho giocato contro di lui, aveva 14 anni e mi colpirono due cose: la sua corsa e il modo di battere. Lo swing era già perfetto. Era mingherlino, ma era già lui, Alex Liddi. Vincemmo contro Sanremo quella volta, ci divertivamo molto quando incontravamo la squadra ligure. Era una squadra amica, allenata un anno anche dal compianto Gigi Cameroni. Una buona squadra e da lì infatti è uscito fuori un grandissimo campione".
Com'è cambiato Liddi? "L'ho rivisto qualche anno dopo a Messina, giocava a livello universitario. Chiaramente trasformato, me ne avevano parlato bene. In terza base fa il suo dovere, ma può fare bene anche in prima base. Ma è con la mazza che è veramente imbattibile. In America poi se non batti non vai da nessuna parte. Lo vedo davvero molto bene in terza base, ha trovato la posizione giusta per poter sfondare".
E dove potrebbe arrivare Alex? "Lontano. Se gli americani lo vogliono, portano Alex in Major League perché ha tutte le capacità per starci. Lui ha ancora vent'anni, se continua così può diventare il più grande campione italiano di tutti i tempi".
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