Non è facile accettare il crudele verdetto. Dopo due anni di latitanza dai play-off, il baseball riminese è tornato protagonista per davvero ma la Telemarket di Mauro Mazzotti non potrà giocarsi le sue carte fino in fondo. A Rimini non si era ancora sperimentata la prima fase dei play-off con il girone all'italiana e non si può certo dire che il primo impatto sia stato positivo. Condannati dalla classifica avulsa e da una formula troppo penalizzante, i Pirati si leccano le ferite ma ci vorrà del tempo prima che la delusione sarà smaltita del tutto. E le parole di Mazzotti non lasciano spazio a dubbi.
"La delusione è tanta – conferma il manager neroarancione – ma lo è ancora di più la rabbia. In fondo siamo stati penalizzati da una formula, quella del round robin, non equa e che non dà le giuste possibilità a chi meriterebbe di giocare la finale almeno quanto le due squadre che si sono qualificate. Io faccio l'allenatore e non il dirigente, quindi non spetta a me e non voglio nemmeno dare consigli a nessuno, però questa formula per me è sbagliata. Lo dico da tempo e ne ho avuto la conferma a mie spese. Siamo sempre stati in testa, da soli o a pari merito, fin dalla prima partita della regular-season. Nel round robin siamo stati in testa fino all'ultima giornata e abbiamo concluso secondi a pari merito, ma non per aver preso uno "sweep", bensì per aver perso un week-end, così come l'avevano perso il San Marino (contro i Pirati, ndr) e il Bologna (contro la T&A, ndr). Eppure non abbiamo il diritto di disputare la finale. Che alcune cose non funzionassero bene con questa formula, lo si era già capito l'anno scorso e purtroppo quest'anno ci siamo ricascati. Detto questo devo comunque fare i complimenti al Parma che ha lottato sportivamente fino all'ultimo nella gara decisiva di domenica sera a San Marino".
Difficile dar torto a Mazzotti. Il campionato italiano in effetti negli ultimi anni ha sempre più espresso un grande equilibrio nella parte alta della classifica, tanto che le 42 partite in programma nella regular season, nella maggior parte dei casi, non bastano di certo a delineare nettamente una classifica e le differenze nei bilanci vinte-perse delle squadre di testa sono sempre minime. Figuriamoci in un gironcino a quattro squadre con sole 9 partiite in programma. "Per quanto mi riguarda – prosegue Mazzotti – sono abituato a pensare che se la mia squadra deve uscire dai play-off, è giusto che lo faccia se perde con lo stesso avversario 4 volte su 7 partite o 3 su 5. Ma restare fuori per la classifica avulsa è un qualcosa che si fa fatica ad accettare".
A conti fatti, ai Pirati sarebbe bastato davvero poco per andare a disputare la finale scudetto, ma qualcosa non ha girato per il verso giusto proprio nel momento topico della stagione. E Mazzotti non si nasconde: "E' evidente che nei play-off abbiamo battuto nettamente sotto media, però le partite non si vincono né con la media battuta né con il pgl. Si sa che i battitori più blasonati sono anche quelli più controllati dall'avversario, perciò non è certo colpa di Rios, Coffie o Chiarini se non ce l'abbiamo fatta. Vince o perde la squadra nel suo insieme mettendo più punti dell'avversario sul tabellone e nella seconda fase ci è mancato qualcosa, ma non tanto per essere tagliati fuori in questo modo. Siamo tornati protagonisti dopo due anni non belli, la differenza tra il vincere e il perdere a volte è minima, però alla fine siamo arrivati a una partita dal San Marino, non dieci, e a pari merito siamo andati fuori per lo scontro diretto con il Bologna. Il rammarico più grande forse è quello di non aver fatto la tripletta con il Parma oppure di non aver sfruttato la partita casalinga con la Fortitudo, visto che ormai si era capito che quella era ormai stata fatta diventare uno spareggio. La partita che invece ha spostato gli equilibri nel girone è stata garatre tra Bologna e San Marino: magari senza tie-break sarebbe finita in maniera diversa".
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