Dall'annuncio ufficiale dell'ingaggio di Ruggero Bagialemani da parte del Grosseto ad oggi si è parlato molto. Sui giornali, sulle piazze calde di Grosseto e Nettuno. In terra maremmana ancora si fatica a mandare giù il boccone, a Nettuno il passaggio del Pantera al BBC non sembra aver lasciato particolari polemiche, segno che la frattura tra Ruggero a l'ambiente era, ed è evidente. E' proprio Bagialemani a parlarne alla vigila del suo viaggio a Cuba. Al suo ritorno avrà un nuovo lavoro, si dedicherà anima e cuore al "suo" Grosseto… "E' stata la voglia di tornare alla vita che avevo sempre fatto a spingermi ad accettare la proposta del Grosseto. Certo dopo la finale persa nel 2008 una cosa del genere era impensabile. Per questo mi sono preso un anno di pausa. In questo periodo di tempo -dice Bagialemani – mi sono reso conto quanto sono stimato nel baseball italiano, molte società mi hanno fatto proposte per tornare ad allenare. Ho valutato bene tutto ed alla fine quella del Grosseto era la migliore opportunità".
Le difficoltà le avevi messe quindi in conto? "Io nella vita non ho mai avuto niente di facile. Mi sono dovuto sempre conquistare tutto da solo. Questa sicuramente è la sfida più difficile della mia vita, per questo l'ho accettata".
Sarà più difficile vincere la diffidenza dei tifosi del Grosseto? O sarà più difficile tornare a Nettuno da avversario? "Credo vincere la diffidenza della piazza grossetana perché Nettuno già mi ha dimenticato".
Eccola la ferita di Bagialemani, quella che probabilmente ancora non è rimarginata dentro di se, quella che lo ha spinto verso la strada più complicata e tortuosa della sua carriera da manager… "tutto quello che ho fatto per il Nettuno sembra che è passato inosservato, e questo mi ha fatto molto male, tutto mi è scivolato addosso – continua Bagialemani – mi sono sentito abbandonato e messo da parte. Mi sento di aver dato tanto, di aver fatto sempre di più di quello che si possa fare. Per questo credo che è giunto il momento di cambiare aria, anche di rimettermi in discussione e di vedere ancora quanto valgo".
Anno 2007, una finale tra Nettuno e Grosseto che finì tra mille polemiche e rancori tra Pantera Bagialemani e la società dell'allora presidente Claudio Banchi, ora dimessosi dopo l'ingaggio del manager nettunese. Rapporti difficili quelli tra Bagialemani ed il pubblico grossetano, anche da giocatore Ruggero era tra i più bersagliati dal tifo maremmano: "Dopo la finale del 2007 non è successo niente di eclatante, fu tutto enfatizzato dalla stampa e da Claudio Banchi, per me di grave non è successo niente. Io comunque non sono mai stato accolto bene a Grosseto, anche da giocatore, perché ero visto come il capitano, la bandiera del Nettuno".
Ci sarà sicuramente chi ti contesterà sin da subito… "Sono un personaggio pubblico ed i tifosi saranno liberi di fare quello che crederanno più opportuno. Dipenderà solo da me– continua Bagialemani- cercare di convincerli a passare dalla mia parte. Se squadra e dirigenza camminano insieme, non vedo perché anche i tifosi non lo possono fare".
Lasci Nettuno, la tua vita si sposta a Grosseto, sarà un taglio netto? "Penso di si, ormai ho voltato pagina. E' dura a dirlo ma il Nettuno ormai appartiene al passato".
Bandiera ammainata allora! "Per certi versi sono stato costretto a questa scelta, che fino a qualche mese fa era impensabile. Ma sono stato veramente male dentro, un certo tipo di tifosi sono superficiali, non hanno capito che in certi momenti una squadra ha bisogno di sentirsi vicini i propri tifosi, io invece sono stato abbandonato".
Cosa ti aspetti allora al tuo ritorno da avversario? "Penso più fischi perché ci sarà anche chi si sentirà tradito da questa mia scelta. Io comunque vado avanti per la mia strada e sono felicissimo per questa nuova avventura".
Ruggero parliamo chiaro a questo punto, la tua è una ferita ancora aperta: "Ho preso il Nettuno alla fine di un ciclo, ho cercato di ricostruire una squadra ed abbiamo fatto due finali. Non siamo riusciti a vincere, tra mille problemi, ma il problema più grande ero diventato io. Sono stato massacrato dalla stampa, dai tifosi. Le colpe erano tutte le mie. Avevo iniziato a pensare che anche le buche per strada erano colpa di Ruggero Bagialemani. Io invece credo di aver fatto un grande lavoro –continua Pantera Bagialemani– e noto che quello che è successo quest'anno al Nettuno è invece passato tutto in sordina ed io non c'ero".
Strade quindi che si separano quelle di Ruggero e del Nettuno: "Il Nettuno ha rappresentato la mia vita per 46 anni e dispiace tutto quello che è successo. Io ho ricordi stupendi dei tifosi che ci portavano in trionfo quando da giocatore vincevamo i scudetti. Auguro a chi indossa oggi la casacca del Nettuno di riuscire a vincere quanto abbiamo vinto noi. Oggi invece viene data risonanza solo a chi denigra Bagialemani. Si sono tutti scordati che io da giocatore non ho mai abbandonato questa maglia, ed offerte non mi mancavano, anche economicamente migliori. Voglio comunque ringraziare e salutare quei tifosi che invece mi sono stati vicino. Sono e resto Nettunese, ma anche un manager professionista e da oggi in poi lavorerò al massimo per il Grosseto".
Andiamo al futuro prossimo, che Grosseto sarà? Punterai sui giovani? Il primo ad approdare al BBC potrebbe essere Vinicio Sparagna dell'Anzio? "Dovrà essere un Grosseto forte, è presto per fare nomi, ma certo Vinicio Sparagna è un giocatore che ho seguito molto, c'è una trattativa in corso, devono trovare l'accordo le due società".
Bagialemani è partito per Cuba, al suo ritorno probabilmente ufficializzerà i nomi dei due coach cubani che lo affiancheranno nello staff tecnico del BBC Grosseto. Poi inizierà la sua nuova vita, quella lontano da Nettuno … quella da avversario.
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