Fortitudo, parte il "nuovo corso"

Persi big come Liverziani, Austin, Frignani e Pantaleoni, la società campione d'Italia ha cambiato "filosofia" investendo sui giovani talenti, che saranno i campioni del domani. Nasce, a Bologna, un "progetto"

Progetto. E' il sostantivo più gettonato, di questi tempi, nella casa della Fortitudo Baseball. Progetto. Per indicare un'idea, un piano di sviluppo, una programmazione. Progetto. Per preparare una strategia che guardi anche al futuro, non più soltanto all'immediato. Progetto è una parola che ha quasi un senso di "nuovo", qui.

In passato, dapprima per scelta e successivamente per necessità, la Fortitudo Baseball ha sempre puntato su giocatori maturi, esperti, importanti, affermati. Capaci di garantire grande competitività alla squadra. Così, nel 2002 arrivò a Bologna, da Rimini, il campione novarese Claudio Liverziani, il giocatore italiano più forte dalla metà degli anni novanta, una carriera in campionato da 1053 battute valide, 88 fuoricampo, 335 di media-battuta, 510 di percentuale slugging. E restringendo il discorso alle otto stagioni vissute in Fortitudo, dal 2002 al 2009, i "numeri" di Liverziani parlano di 448 partite giocate, 509 battute valide, 44 homerun, 444 basi su ball ottenute, soltanto 25 errori difensivi (nessuno negli ultimi due campionati!). Ancor prima di Liverziani, a Bologna c'erano già personaggi come Dallospedale (dal 1998 al 2006), Betto (arrivato nel 1999), Milano (2001).
E ancora. Nel 2003 da Grosseto l'arrivo di un grande esterno-centro come David Rigoli. Rimasto fortitudino fino al termine della stagione 2005. Esattamente come il lanciatore Rolando Cretis. E per la stagione 2004 la Fortitudo realizzò l'acquisto di Giovanni Pantaleoni e di un pitcher straniero ormai diventato mitico a Bologna: Jesus Matos. E' doveroso ricordare anche l'indimenticabile e indimenticato Robert Fontana. Poi, l'arrivo di altri big come Kelli Ramos, Jorge Nunez, Wadi Almonte, addirittura un ex-majorleaguer come Jason Conti (ricordato però per essere stato un grande flop), Connell, Bautista, Austin, gli oriundi Cillo, Mazzuca, Angrisano. Fino a Moreno, Ribeiro, Infante, Garabito, importanti inserimenti nella Fortitudo straordinaria del 2009. Quella dei 51 fuoricampo. Quella che ha vinto lo scudetto con una serie finale esaltante.

Non si può, ovviamente, discutere le scelte di un Club che negli ultimi 7 anni ha vinto 3 scudetti! E che vanta l'etichetta di "Club del decennio" nel massimo campionato italiano, considerando i titoli tricolori, le Coppe Italia, le partite vinte, la costante partecipazione ai playoff. Ed è il Club che ha fatto due finali di Coppa dei Campioni (seppur perdute). Un Club che attualmente figura al numero 1 nel ranking europeo, in base ai risultati acquisiti in Italia e in Europa. La Fortitudo Baseball è abituata a stare ai vertici. Tuttavia… mancava qualcosa d'importante. Mancava, in Fortitudo, una "vera" programmazione. Intesa come processo di sviluppo, di valorizzazione dei giovani talenti, la capacità di vedere oltre l'immediato.

NUOVA FILOSOFIA – Già, una programmazione. Per costruire. Costruire qualcosa che possa crescere, anno dopo anno. Investire. Investire saggiamente su "prospetti" interessanti. Valorizzarli. E, dunque, costruirseli in casa i campioni. Ecco la missione. Che parte, con il secondo decennio degli anni Duemila.
In realtà, qualche felice intuizione c'è stata nelle ultime due stagioni. Quando nel 2008 si è andati a "pescare" dalla serie A2 Juan Pablo Angrisano, sapendo che nella stagione successiva sarebbe stato utilizzabile da "asi" (e Pablo, infatti, ha "fatto la differenza" l'anno scorso…). Un anno fa la Fortitudo allungava le mani su Yulman Ribeiro, lanciatore comunitario ventitreenne, e su Alessandro Ularetti diciannovenne talento di Latina, azzurro, gioiellino cresciuto all'Accademia FIBS di Tirrenia. Ma soltanto adesso si può veramente parlare di "progetto". Un passo che, prima o poi, andava fatto. E questo è il momento. Di colpo, dopo il felicissimo e vincente campionato scorso, la Fortitudo Baseball s'è trovata dolorosamente orfana di Richard Austin (che ha scelto di rimanere in America), Claudio Liverziani (squalificato per due anni perché trovato positivo ad un controllo antidoping), il capitano Lele Frignani (che ha cessato l'attività agonistica), Giovanni Pantaleoni (passato al San Marino) e Matt Stocco. Praticamente, di quelli dello "zoccolo duro" (cioè gli italiani carismatici da una vita in Fortitudo) sono rimasti solo Bidi Landuzzi, Betto e Milano.

Come a dire: con lo scudetto 2009, si è chiuso un ciclo. OK – ha pensato la dirigenza biancoblù – allora ne apriremo un altro. Prepariamo il terreno per un altro ciclo. E' con questo "nuovo spirito", presumibilmente favorito dal ritorno di Stefano Michelini alla guida della Società, che la Fortitudo ha investito su Livinston Santaniello (22 anni), Mattia Reginato (19 anni), Daniele Malengo (20 anni). Poi, ha riscattato il lanciatore Alessandro Ularetti (20 anni) che ora è tutto della Fortitudo e ha chiamato in prima squadra – dopo l'esperienza di Castenaso – Riccardo Fornasari (20 anni, esterno e ricevitore), un prodotto del settore giovanile biancoblù. Sono tutti italiani. E vanno a formare con il ventiquattrenne Francesco Alaimo un interessantissimo cast di giovani talenti "asi". Da far crescere. Da valorizzare. Da far diventare – col tempo – dei campioni. Si può. Questo è il nuovo corso della Fortitudo.
E l'esperienza? Per cercare di coprire il vuoto lasciato da Austin e da Liverziani nel ruolo di prima base e particolarmente nella posizione di cleanup dell'ordine di battuta, è stato tesserato il trentottenne Jairo Ramos. Un "vecchio drago" trentottenne che cambia casacca per la primissima volta dopo 12 anni di Grosseto (762 battute valide e 457 RBI). E poi, c'è ancora il mestiere degli affidabilissimi "fortitudini doc" Landuzzi, Betto, Milano, Matos. Nonché la classe di Garabito, Moreno, Infante, Mazzuca, Angrisano e del rientrante Cillo.
Analizziamola, settore per settore, la Fortitudo UGF Assicurazioni in vista della stagione 2010.

LANCIATORI – Il cast è un po' corto, ma di indubbia qualità. Jesus Matos sarà il partente di gara1 per la settima stagione consecutiva. Suo rilievo l'eccellente Victor Moreno visto l'anno scorso. Per gara2 altra bella coppia: Yulman Ribeiro e Cody Cillo. Sono in quattro, però c'è un quinto pitcher a "coprire" i titolari e a dare tranquillità allo staff tecnico: lui è René Mazzocchi, oriundo, mancino, palla veloce, 21 anni, lasciato al Castenaso (società di IBL2 in franchigia con la Fortitudo) ma a disposizione di manager Marco Nanni ogni volta che ce ne sarà bisogno. Per quanto riguarda la partita dei lanciatori "asi", qui la coperta è corta. Il valore dei veterani Betto e Milano è indiscutibile, Ularetti verrà maggiormente responsabilizzato e coinvolto rispetto alla stagione scorsa. Ma l'interrogativo è inevitabile: che cosa succederà in caso di contrattempo? Nel caso di una indisponibilità prolungata di uno di loro? Uhm, c'è da farsi venire il mal di testa al solo pensiero. Castenaso può offrire Pritoni, per un paio di inning decorosi. Potrebbe bastare?

RICEVITORI Pablo Angrisano è il miglior catcher della IBL. Reginato è giovane giovane, in un ruolo-guida che richiede esperienza, però ha talento e tanta voglia di emergere.

INTERNI Jairo in prima, Santaniello in seconda, Mazzuca in terza. E al centro del diamante Juan Carlos Infante. Che è il miglior interbase italiano. Per tutti. Ma… non per il CT azzurro Mazzieri che, al Mondiale, lo ha utilizzato in altri ruoli. Chissà perchè.
Piccolo punto interrogativo per Mazzuca, al quale è stato chiesto di cambiare ruolo e dovrà abituarsi in fretta a difendere l'angolo caldo di terza base (che era il regno di Giovanni Pantaleoni). Manager Nanni sta cercando di impostare Daniele Malengo come prima base, per permettere a Jairo Ramos – di tanto in tanto – di concentrarsi esclusivamente sul ruolo di battitore designato.

ESTERNI Landuzzi a sinistra e Garabito al centro sono grandi certezze. A destra, laddove c'era il super Liverziani, si alterneranno Malengo, Reginato, Fornasari.

ATTACCO – E' evidente che il line up non è più quello della squadra campione d'Italia. Senza il diabolico "bastone" di Austin e di Liverziani, la Fortitudo perde di potenza. E non poco… I 51 homers della stagione scorsa rimarranno un ricordo. Tuttavia, la freschezza, la fisicità e l'entusiasmo dei giovani Santaniello, Reginato, Malengo, Fornasari dovrebbero assicurare un gioco più veloce, più aggressivo sulle basi. Dunque, strategie diverse.

IN SINTESI – E' una Fortitudo che sembra meno consistente rispetto a quella dei giorni ruggenti della stagione scorsa. Però è interessante. Decisamente una squadra interessante.

Informazioni su Maurizio Roveri 192 Articoli
Maurizio Roveri, giornalista professionista, è nato il 26 novembre 1949. Redattore di Stadio dal 1974, e successivamente del Corriere dello Sport-Stadio, fino al gennaio 2004. Iscritto nell'Albo dei giornalisti professionisti dal luglio 1977. Responsabile del basket nella redazione di Bologna, e anche del pugilato. Caporubrica al Corriere dello Sport-Stadio del baseball, sport seguito fin dal 1969 come collaboratore di Stadio. Inviato ai campionati mondiali di baseball del 1972 in Nicaragua, del 1988 in varie città d'Italia, del 1990 a Edmonton in Canada, del 1998 in Italia, nonché alle Universiadi di Torino del 1970 e ai campionati Europei del 1971, del 1987, del 1989, del 1991, del 1999. Dal 2004 al 2007 collaboratore del quotidiano "Il Domani di Bologna" per baseball, pugilato, pallavolo.  

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