Max De Biase ha chiesto per la stagione 2010 una "35 e mezzo". Una supermazza con la quale il bombardiere del Titano vuole… spaccare il mondo. C'è il fuoco dell'orgoglio negli occhi di Max. Gli brucia ancora, maledettamente, quella serie finale dell'anno scorso, lo scudetto scivolato via, quelle tre bastonate l'una dopo l'altra sul diamante di casa, i bolognesi che sembravano dei marziani e lui che non riusciva ad essere efficace com'era stato nel trionfale 2008. Delusione e rabbia.
Ma De Biase è un duro. Ha il carisma da leader. Ci riprova, più determinato che mai. Prepara una stagione ruggente, insegue una rivincita piena di sapori forti.
E allora nel box di battuta, quest'anno, si presenterà con la mazza di Barry Bonds il mitico slugger dei San Francisco Giants che il 7 agosto 2007 stabilì il record di tutti i tempi di fuoricampo nella Major League Baseball facendo volare la pallina per il suo homerun numero 756 in carriera (dopo avere raggiunto Hank Aaron appena tre giorni prima…). Chiarisco: non è che De Biase si sia fatto prestare il randello "di" Barry Bonds (uscito di scena dalla MLB al termine della stagione 2007, dopo aver portato il suo record di HR a quota 762), anche perché la Big Barrel di Bonds era personalizzata, realizzata su commissione. Tuttavia, sembra che la mazza che userà Max De Biase sarà qualcosa di molto simile. Stessa marca, stessi inch. Una bellissima Sam Bat, che proviene direttamente da Ottawa, dalla fabbrica canadese che realizza queste mazze speciali in duro legno di acero.
Sam Bat. "The original Maple Bat Corporation", annuncia il sito di questa Industria le cui mazze di legno – si legge – sono costruite in modo tale da miglioare le performances. Nella stagione scorsa più di 100 giocatori di Major League hanno scelto le Sam Bat. Campioni come Alex Rodriguez, Mark Teixeira, Robinson Cano, Melky Cabrera, Bobby Abreu, José Canseco. Ma tanti campioni usano altre marche famose, ad esempio la MaxBat, industria americana di materiale da baseball. E il San Marino usa anche mazze della MaxBat.
LAREPUBBLICA DEL BASEBALL – De Biase, dunque, ha chiesto di battere con una mazza ancor più consistente di quella – già di notevole spessore – utilizzata negli anni scorsi. De Biase vuole essere, più che mai, il leader di un San Marino ambizioso. Sul Monte Titano – dove il baseball è lo sport di maggiore prestigio – si è abituati ad agire con concretezza. I fatti lo dimostrano. Il Club della più piccola e antica Repubblica del mondo, ha disputato sei finali nello spazio di otto anni. Firmando due grandi conquiste: la Coppa dei Campioni vinta nel 2006 a Grosseto e lo scudetto afferrato nel 2008 sconfiggendo in una appassionante serie finale il Nettuno. Non aveva, viceversa, avuto buona sorte nella finale di Coppa dei Campioni 2002, nelle due finali del 2005 (quella per il titolo italiano e quella per il titolo europeo) e nella finale-scudetto dell'agosto scorso di fronte ad una Fortitudo Bologna al top del rendimento.
Tuttavia, il fatto d'essere sempre lì, sempre in competizione per qualcosa di grande, inorgoglisce la piccola Repubblica del Titano. Che potremmo ribattezzare "la Repubblica dei Diamanti". Fra le conquiste dei Titani in questo decennio da registrare anche due Coppe Italia. Il baseball è lo sport che permette a San Marino di pensare in grande, di sfidare club con una storia importante alle spalle (in Italia e in Europa).
Il pubblico, al "diamante" di Serravalle, potrà vivere anche in questo 2010 intense emozioni. Perché la T&A guidata da manager Doriano Bindi si annuncia solida, compatta, molto equilibrata.
Sul mercato la Società sammarinese del presidente Achilli è stata abbastanza attiva, ci sono stati aggiustamenti, anche una rinuncia importante come quella di Willi Vasquez. Però, lo "zoccolo duro" del gruppo – quello che ha permesso al San Marino di arrivare a disputare per due anni di fila l'Italian Series per lo scudetto – è rimasto. Ad eccezione di Vasquez (ma la sua è stata un "non riconferma" per scelta tecnica) e di Horacio Estrada, il fortissimo pitcher al quale manager Bindi non avrebbe rinunciato mai… Il problema è che Estrada si è fatto operare al gomito e per quest'anno è indisponibile. San Marino, tuttavia, lo aspetta per il 2011. Frattanto, più avanti nella stagione, lo farà arrivare sul Titano come pitching coach.
Otto le partenze. I non confermati Vasquez, Crudale, Gregorius, Ramirez, l'infortunato (e dunque indisponibile) Estrada, più Lucena (dato in prestito ai Catania Warriors), Orta (in prestito al Parma) e Schiavoni, che ha scelto di accasarsi a Rimini. Inoltre, Matteo Tonellato giocherà la stagione 2010 come pitcher partente del Macerata, la società di IBL2 del San Marino.
Sette gli arrivi: José Escalona, lanciatore, dall'Unione Picena di serie A2; Mattia Salsi lanciatore dal Parma; Ilo Bartolucci lanciatore dal Rimini; Giovanni Pantaleoni terza base dalla Fortitudo Bologna; Anthony Granato interbase da Somerset (USA); Vincente Bonilla lanciatore da Albuquerque; Greg Palanzo lanciatore, di ritorno da Reggio Emilia.
Vediamo, settore per settore, com'è costruita la squadra di Doriano Bindi e il potenziale che può esprimere.
MONTE DI LANCIO – E' dolorosa, indubbiamente, la rinuncia a Horacio Estrada, 11 partite vinte nel campionato scorso fra regular season (1.96 di ERA) e round robin. Poi, la sofferenza per il problema al gomito e la consistenza offensiva della Fortitudo lo hanno messo in ginocchio nella serie finale (0-2, con 7.20 di ERA). Per tamponare l'indisponibilità dell'affidabilissimo Estrada, la Società del Titano ha chiamato come pitcher partente per gara1 Vincente "Henry" Bonilla. Che arriva accompagnato da buone referenze. Anzi, lo stesso Estrada parlando con i dirigenti sammarinesi ha affermato: "Bonilla è la scelta migliore che potevate fare". E' un lanciatore completo, diversi tipi di lancio nel suo repertorio. Può diventare un protagonista della IBL. Suo rilievo è un pitcher che viene dalla A2, José Escalona. Non possiede la fastball di Ramirez (2 partite vinte e 6 "salvezze" nella regular season 2009, con 1.56 di ERA; nessun punto guadagnato su di lui in semifinale e in finale). Avrebbe meritato la riconferma, Ramirez. Ma il San Marino Baseball, che ha l'occhio lungo e valuta le cose anche in prospettiva, ha preferito scegliere Escalona. Perché? Perché Escalona l'anno prossimo potrà essere utilizzato da oriundo (avrà il passaporto italiano) e gli cederà il posto di "partente" di gara2 Tiago Da Silva il quale – contemporaneamente – avrà lo status di "giocatore di scuola italiana" e lancerà in gara3.
Escalona viene da uno strepitoso campionato di A2, è un mancino con la palla che si muove molto. E dunque vive sugli effetti.
Tiago Da Silva è una certezza assoluta nella partita riservata agli oriundi e comunitari. Grandisssimo interprete nella regular season 2009, con 9 partite vinte (e 1 sola persa), una media-punti guadagnati sul lanciatore di 1.10 in 90.1 inning lanciati. Nella post season, però, è apparso meno brillante: ERA di 2.62 in semifinale e poi 4.22 nella serie finale che ha visto San Marino crollare dopo aver perso gara3. A chiudere le partite di Da Silva si punta su Alvaro Montes (ex-pitcher straniero di Parma e Bollate). Dovrebbe ottenere la cittadinanza italiana da un momento all'altro. Se ciò dovesse avvenire più tardi (a campionato già avviato), potrebbe essere Palanzo a chiudere le partite di Da Silva nel caso che Tiago lanciasse solo 6 inning. Oppure 2 inning di Salsi, quando Da Silva arriverà a 7.
Per gara3 San Marino punta sulla quantità. A disposizione di manager Bindi ci sono Palanzo, Martignoni, Salsi, Bartolucci, eventualmente La Fera (che quest'anno verrà collaudato anche sul monte di lancio) ed il giovanissimo Ercolani. Inizialmente mancherà La Fera, che tornerà sul Titano nel corso del mese di maggio.
DIFESA – Collaudatissima. Albanese catcher (con l'antillano Snjiders in evidente crescita), Rovinelli prima base, Francesco Imperiali in seconda, Pantaleoni in terza e il nuovo straniero Anthony Granato a dirigere la difesa dalla posizione di shortstop. Ventottenne, canadese di Toronto, Granato viene definito eccellente difensore (pregevole tecnica, buon guanto, mani rapidissime), regolare battitore di contatto e giocatore velocissimo sulle basi. Aveva necessità di aggiungere qualità, il San Marino, nel ruolo d interbase ed ecco il motivo della scelta di Anthony Granato. Sicuramente è un ottimo "diamante". Nessun'altra squadra può permettersi il lusso di tenere come "cambi" due personaggi come David Sheldon e Seth La Fera. Praticamente due… titolari aggiunti.
In campo esterno Jansen (gran fiico, altro giocatore in crescita) a sinistra, Duran al centro, l'utile Suardi a destra.
ATTACCO – Manca la mazza di Willi Vasquez. In calo, l'anno scorso, per buona parte della stagione ma… assolutamente formidabile nella serie finale quando Willi ha fatto registrare un impressionante 737 di percentuale slugging. E' stato sacrificato sull'altare di un interbase di grande tecnica come Granato. San Marino aveva la necessità di fare un salto di qualità in quel ruolo-chiave per la difesa. Il lineup presenta tre velocisti come Granato (che sarà il leadoff), Duran e Jansen. Con loro sulle basi – aggressivi e sempre pronti alla rubata – il lanciatore ed il catcher avversari non potranno mai stare tranquilli. Il battitore designato Max De Biase promette scintille. Francesco Imperiali, Albanese e Jansen hanno sparato fuochi d'artificio nel girone di semifinale, l'anno scorso, trascinando il San Marino ad agguantare la serie finale. Carlos Duran, invece, era stato il più produttivo durante la regular season: 330 di media-battuta, più 98 totale basi conquistate. Un infortunio ha poi condizionato il rendimento di Duran penalizzando la formazione del Titano. E' un lineup con 3 batttitori mancini: Granato, Duran e Rovinelli. A proposito di mancini, tre sono anche i lanciatori: Escalona, Martignoni e Salsi.
Tutto sommato, una squadra completa e coperta. Con parecchi giocatori di qualità e di esperienza. Forse San Marino ha perso qualcosina sul piano della potenza in battuta, ma potrebbe essere diventato più aggressivo nel gioco sulle basi. Sicuramente propone una grande solidità difensiva, con gli innesti di Granato nella poizione di interbase e di Giovanni Pantaleoni a guardia dell'angolo caldo di terza. Bellissimo il diamante composto da Rovinelli, Imperiali, Pantaleoni, Granato. Con l'appoggio eccezionale di… panchinari come David Sheldon e Seth La Fera, due che furono fondamentali per lo scudetto sammarinese del 2008.
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