Opening day del primo campionato in Italia impostato sul modello delle franchigie. Come negli Stati Uniti. Ciascuno degli otto Club di IBL First Division ha per partner un Club di IBL Second Division. Non ci sono retrocessioni dalla massima serie (sarà la lotta – appassionante – per lo scudetto ad attirare esclusivamente l'attenzione). Passaggio libero di giocatori tra due squadre della stessa franchigia. Una formula straordinariamente innovativa per lo sport italiano. Sotto questo aspetto la Federazione guidata da Riccardo Fraccari è all'avanguardia. L'obiettivo della FIBS è poter arrivare ad un radicale cambiamento di mentalità.
Questa stagione rivoluzionara del "batti e corri" è partita ieri sera da Bologna, dallo stadio "Gianni Falchi", tempio della Fortitudo campione d'Italia. I biancoblù di manager Marco Nanni (allenatore dell'anno per il 2009) in scena contro i Godo Knights, cavalieri coraggiosi della cittadella in provincia di Ravenna, unico caso di una frazione (Godo fa parte del Comune di Russi) che già da alcuni anni riesce dignitosamente a competere nella massima serie. Piccola, ma attiva società, con tanto entusiasmo, diverse iniziative, capace di sposare un progetto interessantissimo costruendo con Verona la franchigia in assoluto più interessante.
E la piccola Godo non ha sfigurato, ieri sera, nell'impatto con i campioni d'Italia i quali hanno proposto un Jesus Matos tonico e consistente (come se il tempo non passasse mai per lui), un Jairo Ramos che è l'immagine della concretezza e un Juan Infante spettacolare che si prodotto in un paio di "numeri" difensivi alla Derek Jeter.
Il 4 a 1 finale ha confermato la qualità, l'organizzazione, lo spessore, la mentalità della squadra bolognese. Al tempo stesso, è un risultato che non svilisce il Godo. La squadra allenata quest'anno da Steve Weidner ha tenuto decorosamente il campo. Senza essere veramente pericolosa, ma anche senza farsi travolgere. Non permettendo al più forte club bolognese di sprigionare tutta la propria potenzialità.
Fortitudo essenziale. Non esplosiva, non brillantissima, comunque solida, sicura, tranquilla. Fortitudo che, come un pugile dalla mentalità vincente, non ha portato tanti colpi ma… li ha portati buoni. Efficaci. Al momento giusto.
Soprattutto, Fortitudo che ha concesso il minimo agli avversari. Dimostrando d'essere un gruppo compatto, che sa stare in campo con equilibrio ed essere concreto pur avendo perso campioni come Liverziani, Austin, Pantaleoni, Frignani.
NEL SEGNO DI MATOS E JAIRO – Jairo Ramos ha portato a Bologna la sua profonda conoscenza del gioco del baseball, la sua sapienza tattica, la sua personalità e la vastissima esperienza di chi sui "diamanti" c'è da una vita. L'ex-grossetano si è presentato al suo nuovo pubblico e lo ha fatto nella maniera più convincente. Facendo cose giuste e utili, ogni volta che servivano. Questo è il pregio dei campioni. Capire sempre qual è la cosa migliore da fare per aiutare la squadra a vincere. E' un giocatore pratico, Jairo Ramos. Per questo lo hanno voluto a Bologna. Si è presentato al "Falchi" con 3 valide su quattro turni nel box di battuta. E soprattutto con 2 punti spinti a casa. Al primo inning, dopo un singolo di Juan Infante sul quale Santaniello metteva le ali arrivando fin sul cuscino di terza base, ecco – semplice e puntuale – la "battuta utile" di Jairo Ramos. Una battuta intelligente in campo opposto, non una "valida", ma sufficiente a spingere Santaniello a casabase per l'1-0.
Robert Palencia, venezuelano di Maracay, lanciatore partente dei "cavalieri" di Godo, e una ordinata difesa, permettevano alla formazione romagnola di non concedere altri punti sul secondo, terzo e quarto attacco di Bologna. Palencia aveva qualche problemino di controllo, la palla gli rimaneva alta, lanciava qualche "ball" di troppo (rispetto a quello che è il suo report), tuttavia erano appena 3 le battute valide subite da Palencia in 4 innig. E' uomo da palla veloce, il venezuelano. E Godo restava in partita.
Il quinto attacco della Fortitudo UGF Assicurazioni era però fatale, sia al Godo, sia al suo lanciatore partente. Il gruppo di manager Nanni aspettava con pazienza il momento giusto per colpire con effiacia. E arrivavano, infatti, quei momenti: un paio di incertezze difensive del Godo (messo sotto pressione) e il calo di un Palencia in affanno. In sequenza: passaggio gratis per Reginato (colpito) in prima base, poi un lancio pazzo (Reginato va in seconda), base intenzionale a Garabito (dopo l'out di Landuzzi), scelta difesa su Santaniello per l'eliminazione di Garabito in seconda. Con due out, Infante batteva in diamante conquistandosi con un gran tuffo una battuta valida interna che fruttava il punto di Reginato. Poi, ancora lui: Jairo Ramos: lucido, freddo, cinico, opportunista. Singolo al centro e punto di Santaniello. Godo in difficoltà. Il giovane catcher Sabbatani mancava la palla su una sventolata a vuoto di Mazzuca e Infante ringraziava andando a confezionare il punto del 4-0.
Fuori Palencia (che però non è niente male) al termine del quinto inning. Lo rilevava Keith Ramsey, mancino californiano, dalla palla meno veloce e tuttavia lanciatore fastidoso con tutte quelle curvette e quegli effetti. Infatti, contro Ramsey la Fortitudo non ha prodotto punti. Sono stati invece i romagnoli a mettere a segno il punticino della bandiera, una "consolazione" arrivata nel sesto turno d'attacco su un errore dell'esterno sinistro Landuzzi. "Bidi" ha 37 anni ma gambe che ancora corrono forte, anzi fin troppo: la spinta eccessiva lo ha portato troppo avanti rispetto a dove stava scendendo la pallina. Un incidente di percorso, per Landuzzi che solitamente è impeccabile da esterno sinistro. Così Tanesini ha firmato l'1-4.
Se Jairo Ramos si è presentato in maniera felice al suo nuovo pubblico, Jesus Matos si è ripresentato per la settima stagione consecutiva sulla collinetta del Falchi.
Ed è sempre lui. Il maestro del controllo. Il re dello slider. Un vincente. Classe ed esperienza. Jesus ha fatto girare la testa ai battitori del Godo. Alternando diversi lanci: sliders, fastball, anche un po' di curve e di cambi. Palle dritte forti. E micidali slider che entravano negli angoli della zona dello strike, ora a sinistra, ora a destra. Ingannando, oppure rubando il tempo, ai battitori avversari. Matos in sette riprese lanciate ha realizzato 7 strikeout (senza neanche forzare più di tanto…). Concedendo appena 2 battute valide e 1 base su ball. PGL 0.
Da un pitcher… intoccabile ad un altro intoccabile. Victor Moreno. E' salito sul monte a rilevare Matos per gli ultimi due inning. Impressionante. Tre strikeout imperiosi. Nessuna valida concessa, nessua base su ball concessa, nessun punto concesso e, ovviamente, 0 di pgl. Che cosa si vuole di più dalla vita?
In verità, ieri sera al Falchi, abbiamo… scoperto un pitcher mancino. Franco Colomba. L'allenatore del Bologna Calcio, invitato dalla Fortitudo Baseball a lanciare simbolicamente la prima pallina dell'opening game, ha eseguito con apprezzabile coordinazione il caricamento e con la mano sinistra si prodotto in un lancio non potente ma decisamente preciso. Buon controllo, mister.
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