Il Cariparma affonda il Nettuno

Allo "Steno Borghese" tripletta storica della squadra di Gerali che balza in vetta alla classifica IBL dopo il primo mese di campionato, affiancando San Marino (due partite vinte contro Rimini) e Bologna, che espugna due volte Grosseto

Le "tre verità" dopo un mese di IBL. Prima verità: l'equilibrio e l'organizzazione del Cariparma, etichettata fin dalla pre-season come squadra prevalentemente d'attacco (per il suo poderoso lineup) ma che sta dimostrando – soprattutto – di avere una difesa solidissima dove spicca un guanto d'oro come l'interbase venezuelano Marco Yepez. Seconda verità: la crisi profonda del Nettuno, tra infortuni, sconfitte, confusione, malumori e già un inquietante ritardo in classifica (-5 dal terzetto di testa composto da San Marino, Bologna, Parma e -4 dal Rimini che, al quarto posto, chiude attualmente la zona playoff). Terza verità: la consistenza e e il carattere del San Marino. Il gruppo di Doriano Bindi non molla mai l'osso: in questo week end è stato capace di vincere due volte nel sentitissimo e appassionante derby con Rimini, proprio come aveva fatto nelle prime due settimane di campionato contro Bologna e contro il Cariparma (a Parma).

CAMILO PUGNALA NETTUNO – L'ex-idolo dei nettunesi, clamorosamente ripudiato dalla società laziale l'inverno scorso, torna allo "Steno Borghese" da avversario e fa polpette di una Danesi improponibile. Juan Camilo infiamma i suoi vecchi fans (costretti a vivere di ricordi, di nostalgia, di rimpianti) e affonda questo Nettuno senza spirito, senza idee chiare, senza reazione. Un Nettuno che non gioca… da Nettuno. Il colpo di grazia in mattinata, nel recupero della partita dei lanciatori stranieri: Camilo si produce in un 3 su 4 dal box di battuta che fa pendant con il micidiale 4 su 5 di sabato pomeriggio. L'ex-bombardiere del Nettuno trasmette un mondo di certezze ai parmigiani (sulla sua frequenza d'onda si sintonizzano Gasparri, altro ex del club laziale, Dallospedale, Munoz, Scalera). Juan Camilo, trentatreenne "mestierante" dominicano, mancino, mazza da cleanup, 197 hits e 25 fuoricampo nelle sue tre stagioni nettunesi, chiude il fine settimana del suo ritorno a Nettuno in casacca Cariparma con 7 su 13 in battuta (1 doppio), 5 punti segnati, 1 RBI, 3 basi rubate.
La tripletta del Cariparma allo "Steno Borghese" ha un valore storico. Una performance che lancia la brillante formazione diretta da Gilberto "Gibo" Gerali in vetta alla classifica della IBL dopo quattro settimane di battaglie. A pari merito con il robusto San Marino, vittorioso due volte Rimini, e con la UGF Bologna che si è imposta in gara1 e in gara2 sul diamante di Grosseto.
Squadra costruita per "impressionare" con la consistenza del suo attacco (De Simoni, Zileri, Munoz, Camilo, Yepez, Dallospedale, i primi 6 del lineup…), il Parma di Gilberto Gerali propone anche una "signora difesa". Ha mostrato a Nettuno un diamante quasi imperforabile, con Yepez che fa out da tutte le posizioni. Allo "Steno Borghese" il Cariparma per due volte ha lasciato il Nettuno a zero punti. Sul monte di lancio, di notevole spessore le prestazioni di Roberto Corradini e di Gustavo Martinez. E nell'altra gara Mihai Burlea – il primo rumeno nella storia del campionato italiano di massima serie, arrivato l'anno scorso – ha vinto la sua seconda partita in Italia.

NOTTE FONDA A NETTUNO – Ha il roster più ampio del campionato, la Danesi. Ha anche il cast di lanciatori più profondo (una dozzina di pitchers, il doppio del Parma…). Ha tanti giocatori di esperienza, anche se qualcuno è arrugginito e qualcun altro è fermo ai box per precarie condizioni fisiche. Il potenziale è enorme, indubbiamente. Però è un potenziale che fino ad ora non si è visto. Il problema del Nettuno e del suo manager Giampiero Faraone è che, sì, i giocatori sono tanti, ma sono tanti anche i dubbi che questa squadra "vecchia" si porta dietro. Manca un'identità tecnica. Le scelte non seguono un filo logico (questa è la sensazione che si ha, dal di fuori). La squadra è inconcludente. E ci sono giocatori che sembrano imbrocchiti di colpo, ad esempio un "espertissimo" come Lino Connell che ha commesso errori da principiante. Strano. Ma è tutto molto strano quel che sta accadendo a Nettuno. Tira brutta aria. E potrebbero anche essere prese decisioni importanti nel corso della settimana.
E' vero che il Nettuno attuale è orfano di Beppe Mazzanti e di Luis Perez. Inoltre, James Buccheri (uno di quelli "inattivi" da un anno) accusa problemi muscolari e in questo momento non riesce a correre. Qualche attenuante esiste. Ma si tratta di attenuanti che possono spiegare soltanto in minima parte il "non baseball" prodotto dalla Danesi Nettuno in questo primo mese di campionato.

RIMINI RINGRAZIA IL ROOKIE – Da lassù, dalla cima della classifica, scende la Telemarket Rimini. Inciampa due volte (il giovedì a San Marino e poi nel posticipo domenicale delle ore 13 dentro la Casa dei Pirati riminese) nel confronto con i Titani.
E se la Telemarket di Mazzotti ha evitato un clamoroso sweep deve ringraziare un ragazzino che giocava in serie B l'anno scorso e che ha debuttato nel massimo campionato con un inning sabato notte. Tre lanci in tutto, per firmare con sorprendente freddezza uno strikeout fondamentale.
Si chiama Mattia Barbaresi, ha vent'anni (farà i ventuno a giugno), viene da Fano. La Telemarket Rimini con buon intuito lo ha portato nella IBL. E il giovanissimo Mattia – mettendo… a sedere con tre lanci un campione come Carlos Duran in una situazione delicatissima di basi piene – ha salvato i Pirati da un possibile (anzi, molto probabile) sweep nel sentitissimo trittico contro San Marino. Se la banda di manager Mazzotti è riuscita a vincere la partita di sabato notte a Rimini (la seconda di un trittico tormentato da pioggia e rinvìì), respingendo l'imperioso recupero dei Titani nell'ultimo inning, lo si deve a questo ragazzo. Che Mazzotti non ha esitato a buttare in mischia, dopo essere corso a riprendersi giù dal monte un Mauro Schiavoni travolto e disperato. Rimini aveva la partita in pugno, ma era andata a complicarsi maledettamente la vita. Dal 6-1 al 6-5. In pochi attimi tutto stava vertiginosamente cambiando. San Marino s'era acceso di colpo, dopo avere assaggiato la polvere per otto inning contro un dominante Sandy Patrone (e il rilievo corto di Quattrini). Lampi d'orgoglio, fuochi d'artificio. E lo sapete che, quando i battitori della formazione di Doriano Bindi prendono fuoco, tutto è possibile. Anche la più impensabile delle rimonte. San Marino, in un fazzoletto di tempo, produceva quattro punti. Facendo venire giramenti di testa a Schiavoni e mal di stomaco a Mazzotti. Cominciava Duran con un singolo, poi base su ball per De Biase, singolo di Jansen, doppio di Imperiali, volata di sacrificio di Rovinelli, scelta difesa su Sheldon per l'out di Imperiali, base su ball ad Albanese, lancio pazzo di Schiavoni, base su ball a Granato, e ancora un lancio pazzo. Tutto questo portava i Titani a confezionare 4 punti. Portandosi sul 5-6. Barbaresi, salendo su monte al posto di Schiavoni demolito, ereditava la situazione più scomoda, più pericolosa, più imbarazzante che si potesse immaginare. Con due corridori sulle basi (Albanese in terza e Granato in prima) ed un San Marino terribilmente all'assalto che stava allungando le mani sul match. Il giovanissimo Mattia esordiva con un "passaggio gratis" per Pantaleoni. Basi piene. E di fronte a lui, nel box di battuta, si presentava una faccia che prometteva poco di buono, quel Carlos Duran battitore da 320-330 di media. Nel dugout dei sammarinesi l'eccitazione raggiungeva punte di grande intensità, d'improvviso tutta l'inerzia… del mondo era passata dalla loro parte. Rimini sentiva quasi scivolarle via dalle dita una partita tenuta sotto controllo per due ore e mezza. Ma Barbaresi non si scomponeva. Fissava Duran, lo studiava. Un'occhiata a segnali del catcher. Tre lanci. Tre strikes. Duran sventolava, colpiva soltanto l'aria. Strikeout. Terzo eliminato. Rimini poteva concedersi un sospirone di sollievo. Almeno fino all'ora di pranzo del giorno dopo…

IL PALANZO CHE NON T'ASPETTI – Qualcuno a Rimini brontolava, perché nella Casa dei Pirati si fanno raramente dei fuoricampo. Chi brontolava… è stato accontentato. Domenica ha potuto vedere due homers. Però, non erano del Rimini. A confezionarli sono stati due giocatori del San Marino: Carlos Duran, fuoricampo da 2 punti (così l'esterno centro dei Titani si è riscattato per lo strikeout subìto la notte precedente) e il sempre più importante Ardley Jansen. Nel successo per 5-0 dei sammarinesi da sottolineare l'ottima prestazione sul monte di lancio dell'asi Gregory Palanzo, il quale ha retto con lucidità ed energia per 6.2 riprese ingaggiando un appassionante braccio di ferro con il comunitario Enorbel Marquez (sceso dal monte un inning prima). Palanzo ha vinto la partita, concedendo appena 3 valide all'attacco riminese. Bella salvezza di Luca Martignoni.

NEL SEGNO DI MATOS E CILLO – Missione compiuta per la Fortitudo UGF che ha vinto due partite in Maremma. Di più non si poteva pretendere dalla formazione bolognese di Marco Nanni, ammaccata nei catcher Angrisano e Reginato, e rimasta senza Daniele Malengo infortunatosi dopo gara1. Inoltre, problemi ad un gomito condizionano (già da tempo) l'interbase Carlos Infante.
Jesus Matos, il sempre affidabilissimo pitcher straniero di Bologna, ha raggiunto la sua vittoria numero 68 da quando è in Italia (questo è il suo settimo anno). In gara2 primo successo stagionale per Cody Cillo il quale – ora da rilievo – ha rimediato con cinque ottimi inning alla difficoltosa "partenza" di Yulman Ribeiro. Fa notizia, invece, la serataccia di Fabio Betto. Strano, stranissimo vedere un Betto – lui che è un modello di regolarità e di controllo – subire 6 battute valide, 7 punti (ma soltanto 2 guadagnati) in appena 3.2 riprese lanciate. Praticamente non entrando nel vivo della partita. Ecco perché… fa notizia.
Va sottolineata, tuttavia, l'aggressività del Montepaschi Grosseto. Squadra che mette sempre forte pressione. Esprimendo un baseball caratteristico della "filosofia" del suo nuovo allenatore, Ruggero Bagialemani. Ha dei limiti, questo Grosseto, ma di sicuro non gli manca lo "spirito". E' squadra che piace. E destinata a crescere. Il manager nettunese dei maremmani si morde le dita per quel rilievo disastroso di Gutierrez in gara2, quando la sua squadra vinceva 4-1 al nono inning (Gutierrez in 0.1 rl ha concesso 2 bb, 3 bvc e 4 punti) e per essere stato stato tradito dall'orribile "partenza" di Juan Figueroa nella partita dei pitchers stranieri. Sembra non essere più lui, Figueroa. Demotivato o deconcentrato, si è lasciato assalire da Infante, Garabito e compagni. Può consolarsi, Bagialemani, valutando l'ottimo rilievo di John Billy Diaz. Oltre ad aver avuto la conferma del pieno recupero di un campione come Riccardo De Santis (7 inning lanciati con autorevolezza nella partita che i maremmani hanno vinto).

GODO, PRIME VITTORIE – Nella sfida fra le ultime della classe, al "Joe Di Maggio" di Palermo, sorride il Godo. Che se torna nel ravennate con due partite vinte. Risultato che permette ai "cavalieri" allenati da Steve Weidner di lasciare il desolante zero in classifica e di agganciare i "guerrieri" della Sicilia.
Però… i Godo Knight e i Catania Warriors non riescono ad essere normali neanche quando giocano tra di loro! E' una battuta, prendetela come tale (non voglio mancare di rispetto a queste due piccole coraggiose realtà della IBL). Ma è così. A parte la partita dei lanciatori stranieri (vinta da Keith Ramsey, 4 battute valide e 2 pgl in 7 inning, e dove anche il "perdente" Ferreras si è fatto apprezzare), nelle due gare successive se ne sono viste di tutti i colori! Da una vittoria dei siciliani per "manifesta superiorità" col punteggio di 14-4 (dove il "partente" dei romagnoli, Danny Forte, si rivela Forte di nome ma non di fatto…) si è passati ad un 14-8 per i Godo Knights in una partita da 25 valide totali in sette inning (terminata lì a causa della pioggia), durata tre ore e un quarto, con il Godo che firma un big inning da 9 punti nel suo terzo attacco e alla fine fa ricorso al suo pitching coach, Roberto Cabalisti, per tenere i Catania Warriors a distanza di sicurezza. E proprio al quarantanovenne Cabalisti viene attribuita la vittoria, ed è la numero 166 d'una lunghissima carriera.

LA CLASSIFICA (dopo il quarto turno d'andata): San Marino, Bologna e Parma 9 partite vinte e 3 perse; Rimini 8-4; Grosseto 5-7; Nettuno 4-8; Godo e Catania 2-10.

Informazioni su Maurizio Roveri 192 Articoli
Maurizio Roveri, giornalista professionista, è nato il 26 novembre 1949. Redattore di Stadio dal 1974, e successivamente del Corriere dello Sport-Stadio, fino al gennaio 2004. Iscritto nell'Albo dei giornalisti professionisti dal luglio 1977. Responsabile del basket nella redazione di Bologna, e anche del pugilato. Caporubrica al Corriere dello Sport-Stadio del baseball, sport seguito fin dal 1969 come collaboratore di Stadio. Inviato ai campionati mondiali di baseball del 1972 in Nicaragua, del 1988 in varie città d'Italia, del 1990 a Edmonton in Canada, del 1998 in Italia, nonché alle Universiadi di Torino del 1970 e ai campionati Europei del 1971, del 1987, del 1989, del 1991, del 1999. Dal 2004 al 2007 collaboratore del quotidiano "Il Domani di Bologna" per baseball, pugilato, pallavolo.  

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