Mai successo prima. Con una squadra del genere si doveva quasi "ammazzare" il campionato, invece la Danesi Nettuno si ritrova dopo 15 partite con appena 5 vittorie. Una miseria e non si riesce a capire perché. Una situazione che a Nettuno non s'era mai vissuta in quasi 70 anni di storia. Sì, periodi bui, lo scudetto che dal '73 è tornato in riva al Tirreno solo nel '90, ma avevi di fronte una squadra combattiva, capace di non arrendersi fino all'ultimo, mentre qui una "fiammata" si è vista solo in gara-tre a Bologna. Prima una serie di sette sconfitte consecutive, quasi senza reagire. Che succede Nettuno?
Dov'è la squadra abituata a combattere, a metterci l'orgoglio, a gettare il cuore oltre l'ostacolo? "La vittoria di Bologna segna la nostra reazione – dice Roberto De Franceschi, tornato quest'anno a Nettuno e ultimo interprete di quella squadra che ha segnato un ciclo – la squadra c'è, adesso giochiamo una partita alla volta perché è inutile fare calcoli, servono 20 vittorie su 27". Ma ci sono da fare i conti con i problemi al ginocchio di Connel che si muove male per questo, con Natale che non lancia ai suoi livelli, gli altri infortunati che grazie a una panchina "lunga" si riescono a sostituire. Ma ci sono da fare anche i conti con statistiche impietose: media battuta di .229, 111 valide delle quali solo 19 extrabase e solo 2 fuoricampo, in difesa 23 errori commessi al pari della matricola Catania Warriors (fanno peggio Godo con 32 e Bologna con 28), un 4.11 di media punti guadagnati sul lanciatore. Non sono dati da Nettuno, insomma, che succede? Se lo chiedono gli appassionati e gli addetti ai lavori, sul forum del sito della società le critiche – anche aspre – fioccano. La parola d'ordine è reagire, di certo un Nettuno così non s'era mai visto e nessuno nel baseball italiano vuole scrivere "C'era una volta…".
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