Nel prossimo week end si chiude il girone d'andata della IBL, il campionato a franchigie (e senza retrocessioni) ideato dalla FIBS ispirandosi al modello della MLB statunitense. Novità assoluta nello sport italiano. Una iniziativa che porta la Federazione Italiana Baseball Softball ad aprire una strada nuova.
Questo primo mese e mezzo di attività ha proposto – dal punto di vista tecnico – un appassionante equilibrio fra i grandi Club, quelli storici. Tuttavia si tratta di un livellamento in basso sul piano della qualità: e questo è un aspetto che dovrà fare riflettere. Si dovrà riflettere e discutere ad esempio sull'obbligo dei 6 giocatori di scuola italiana in campo, in ogni squadra del campionato di massima serie. Una scelta che ha, sì, un significato e che può essere condivisa se… però – al tempo stesso – lo spessore dei giocatori di scuola non italiana (stranieri, comunitari, oriundi) è di alta qualità. In ogni squadra. Questo concetto è fondamentale, altrimenti il livello tecnico medio delle partite di IBL First Division appare destinato ad una flessione.
Qualche società, dopo aver valutato potenzialità, caratteristiche e limiti della propria squadra, cercherà di sfruttare gli ultimi giorni utili di "mercato". Per un ritocco, per un rinforzino, per migliorare un po' in competitività. E magari tentare di richiamare un pochetto più di spettatori. A proposito di pubblico. Leggo, dai box score ufficiali della FIBS: a Palermo per Catania-Rimini spettatori 45 in garauno, 105 in garadue, 45 in garatre (totale 195, per una media-partita di 65); per San Marino-Grosseto 300 spettatori il venerdì sera sul diamante dei Macerata Hot Sand la squadra di IBL Second Division che fa franchigia con il Club vicecampione d'Italia (i 300 spettatori di Macerata rappresentano – a mio parere – l'aspetto più interessante dello scorso week end), 200 il sabato pomeriggio nella Repubblica di San Marino e 300 il sabato sera sempre sul diamante sammarinese (totale 800, media-partita 266); per Parma-Bologna s è registrata un'affluenza di 255 spettatori in occasione dell'anticipo televisivo del giovedì a Parma, 150 spettatori il venerdì a Bologna e 120 il sabato ancora al "Falchi" bolognese (totale 525 spettatori, media-partita 175); a Godo per il trittico con il Nettuno sono andati in 150 a vedere la prima partita, in 150 per la seconda sfida e in 120 per garatre (totale 420, media-partita 140).
Complessivamente la IBL1 nello scorso fine settimana ha "catturato" 1940 spettatori. In 12 partite. Vale a dire, una media di 161 spettatori per partita. Centosessantuno. Detto francamente: non è un numero confortante.
Che cosa significa? Significa che bisogna proporre e "vendere" meglio il prodotto. Ed è un messaggio che lancio soprattutto alle Società. Occorre programmare per arrivare ad offrire alla gente stadi più confortevoli (che siano gradevoli punti d'incontro anche per le famiglie, ma soprattutto per i giovanissimi) e squadre che abbiano dei "personaggi" capaci di attirare l'attenzione e la curiosità della gente. Gira e rigira, la gente "vuole" il personaggio. La gentre la catturi, la incuriosisci, la entusiasmi, la trascini al campo se c'è il Campione da vedere, da ammirare, da applaudire. Il trascinatore. L'idolo dei ragazzini, i quali nel Campione si identificano e sognano di diventare un giorno come lui. I Miti. Il campionato italiano di baseball ne ha avuti diversi, in passato, di personaggi mitici: tutta Grosseto s'innamorò del "divino" Richard Olsen che lanciava magistralmente nella seconda parte degli anni Ottanta (per tre anni di seguito ebbe la miglior "ERA" del campionato) e una quindicina d'anni prima si esaltava con i vorticosi giri di mazza e gli impressionanti homerun di John Self (il primissimo straniero nella storia del BBC Grosseto, un prima base rimasto nel cuore di tutti, talmente "personaggio" che… per merito delle sue prodezze venne costruito lo stadio Roberto Jannella). Senza dimenticare ovviamente gente come Otis Green, Craig Stimac, Beppe Massellucci, Gianmario Costa, Rolando Cretis, Marco Mazzieri, Jairo Ramos, il magico Navarro del 2004. Parma ha vissuto tanti anni ruggenti con i suoi grandi italiani Giorgio Castelli, Giacomo Bertoni, Max Fochi, Gianguido Poma, Claudio Cattani, Stefano Manzini, Claudio Corradi, Gigi Carrozza, Fulvio Valle e fantastici italoamericani che hanno fatto storia: Sal Varriale, Craig Gioia, Dan Miele, Dave Farina. E ancora: personaggi spettacolari come Ron Coffman, Carlos "cabrito" Guzman, Michael Pagnozzi, Wihelm Remmerswaal, John Thomas Lazorko, Roberto Bianchi, Luis Martinez, Faustino Corrales. La storia di Rimini è stata esaltata da Campioni come Mike Romano, Lou Colabello, Peter Falcone, Dan Heinkel, Rick Waits, Ed Orrizzi, Beppe Carelli, Donald Mazzilli (33 HR in una stagione!), Paolo Ceccaroli, Elio Gambuti, Roberto Cabalisti, il magnifico Jason Simontacchi lanciatore da 15 partite vinte e 1 sola perduta nel 2000, ovviamente il grande Claudio Liverziani la cui gloria è divisa fra Rimini e Bologna. Già, Bologna. Nel baseball, ad alto livello, c'è da sempre (come Nettuno). Con i suoi pionieri, i vari Tavoni, Spada, Regazzi, Ludovisi, Strong, Anticaglia. E poi, con la favola di Alberto "Toro" Rinaldi il ragazzo di 17 anni (sì, era ancora minorrenne!) che nel 1965 venne invitato in America dai Cincinnati Reds. Non è stato il primo giocatore italiano ad essere andato in America (è un merito che spetta al popolarissimo Giulio Glorioso, il campione romano di Lazio, Roma, Milano, Nettuno e leader carismatico dell'italia del baseball), però Rinaldi è stato il primo italiano ad aver giocato una stagione intera negli Stati Uniti, a Tampa, squadra della franchigia dei Cincinnati Reds. Ha anche avuto l'onore, in una partita di spring training tra Reds e Yankees, di giocare contro i leggendari Mickey Mantle e Roger Maris.
Al ritorno sotto le Due Torri, Rinaldi (per tutti "Toro") venne accolto come un idolo e in città era popolare quasi come Bulgarelli stella del Bologna Calcio e Dado Lombardi re dei canestri.
Bologna ha avuto altri grandi personaggi, come Umberto Calzolari detto "il professore", come Alfredo Meli, Carlo Morelli, Gianni Lercker, il sublime Vincenzo "Vic" Luciani, Mondalto. Craig Minetto e Federico Corradini, due autentici "re degli strikeout". E poi lui, il mitico numero 32, il più tempestoso battitore italiano di tutti i tempi: Roberto Bianchi, straordinario trascinatore, vincitore per due volte della Tripla Corona (una volta con la Fortitudo, e la seconda volta a Milano con la Mediolanum). E ancora: Bebe Messori, Roberto Radaelli, Ricky Matteucci, David Sheldon.
Nettuno. Nettuno è la patria del baseball italiano. Tutto è nato qui. Una città che vive il baseball intensamente, visceralmente. Una città dove il calcio è uno "sport minore" (anche se è nettunese – Bruno Conti – uno degli "eroi" della mitica Nazionale di calcio campione del mondo del 1982). Volessi citare tutti gli idoli del baseball di Nettuno… dovrei fare un elenco chilometrico. Allora, mi limiterò alle "bandiere": Carlo Tagliaboschi, Horace McGarity, Tony Marcucci, Enzo Masci, Giulio Glorioso, Alfredo Lauri, Antonio Caiazzo, Giampiero Faraone, Giampaolo Mirra, Pietro Monaco, Franco De Renzi, Giorgio Costantini, Bruno Laurenzi, Guglielmo Trinci, Claudio Scerrato, Ruggero Bagialemani, Roberto De Franceschi. E ovviamente spettacolari americani, autentici trascinatori come Earl Hayes, David Daniels, Lanny Randle, Bob Galasso. Ovviamente – parlando di Miti – non si può dimenticare Gigi Cameroni e la sua leggendaria Europhon. Milano ha avuto personaggi straordinari come Carlo Passarotto, Ivan Cavazzano. E Bob Gandini, 4 volte vincitore della classifica RBI nei primi anni Sessanta, 3 volte primo nella media battuta e 2volte migior fuoricampista del campionato.
Perché ho voluto ricordare tutti questi campioni di grandi squadre? Perché con le loro imprese hanno firmato la storia del "batti e corri" nel nostro Paese. E ora più che mai il baseball italiano ha bisogno di "personaggi". Per attirare pubblico. Per catturare sponsor. Per dare spettacolo.
A questo punto, torniamo al "mercato". E ai possibili movimenti di questi giorni. Che saranno pochi.
Il San Marino, capolista del campionato, aggiunge al suo roster di qualità un lanciatore che – se le condizioni fisiche lo sorreggeranno e se dimostrerà d'essere ancora motivato – potrebbe risultare preziosissimo. Si tratta di Alvaro Montes. Arrivò in Italia da straniero. Colombiano. Un grande campionato a Parma, nel 2005, con 11 partite vinte (record di quella stagione, a pari merito con il grossetano Riccardo De Santis). Poi, nel corso del campionato 2006 un brutto infortunio lo mette KO. Rimane fermo a lungo. Ma non se ne va dall'Italia. Anzi, si sposa. Con una italiana. Frattanto, riprende con il baseball. Lancia per Bollate in A2. Ora è arrivata finalmente la cittadinanza italiana. Per matrimonio. Ieri il "giuramento". Da oggi San Marino lo può cartellinare. Come italiano "non Asi". Da mesi si allena con il resto della squadra. Se avrà un rendimento soddisfacente, sarà lui – presumibilmente – a fare da rilievo a Tiago Da Silva in gara2. Così Salsi potrà essere maggiormente a disposizione per la partita dei lanciatori italiani.
Il regolamento della FIBS prevede che per nuovi tesseramenti di atleti italiani (e ci si riferisce ai "non asi", vale a dire gli oriundi) le società dovranno inviare entro il 31 maggio il modulo di nuovo tesseramento alla segreteria generale della Federazione.
Per quanto riguarda, invece, il nuovo tesseramento di atleti stranieri le società debbono inoltrare alla FIBS la richiesta del visto, unitamente alla dichiarazione di assenso dell'atleta da tesserare, entro il 19 maggio. Poi, verrà concesso alle società un mese di tempo per le procedure burocratiche. Il limite del 19 maggio vale anche per il nuovo tesseramento di giocatori "comunitari".
Sette società su otto di IBL First Division hanno già utilizzato i 4 "visti" per gli atleti stranieri. E pertanto non possono tesserarne altri. Il Cariparma sembra abbia problemi con Gustavo Martinez, il suo unico pitcher straniero. Martinez ha fastidi muscolari al braccio. Se recupera, rimane lui. In caso contrario, Parma potrebbe rimpiazzarlo con un oriundo o con un comunitario.
C'è una sola società, la UGF Fortitudo Bologna, ad avere ancora un "visto" da giocarsi. Infatti il club campione d'Italia presenta nel suo roster tre (e non quattro) giocatori stranieri: i lanciatori Matos e Moreno e l'utility Garabito. Ha fatto la scelta di rinunciare ad uno straniero poiché in "position player" usa due oriundi (Infante e Mazzuca). Per la regola che impone 6 giocatori di scuola italiana in campo, è chiaro che un eventuale quarto giocatore straniero richiederebbe il sacrificio di uno dei due oriundi (nel senso che soltanto in una gara, quella dei lanciatori di scuola italiana, ci sarebbe posto per entrambi gli oriundi). La squadra bolognese diretta da Marco Nanni occupa il secondo posto in classifica. E sta portando avanti un ottimo campionato, in considerazione anche dei diversi infortuni che l'hanno tormentata in questa prima parte della stagione. E dunque si potrebbe essere indotti a pensare che non occorra alcun rinforzo. Sbagliato. E' squadra interessante, ma non particolarmente forte. Ha dei limiti, dovuti principalmente ad un roster troppo "corto". E' evidente che l'innesto di uno straniero di spessore (ad esempio un affidabile terza base che sia anche un battitore di potenza, e mi viene in mente il nome di Eddy Rios, ex-Rimini) farebbe compiere alla Fortitudo un sicuro salto di qualità. Potrebbe venire un po' sacrificato Joe Mazzuca (in campionato), sapendo però che dalla prossima stagione diventerebbe quasi… intoccabile prendendo lo status di "asi". Una scelta di questo tipo renderebbe Bologna molto competitiva. Ma… è da escludere. Non è nella strategia della dirigenza. E soprattutto non rientra nelle possibilità economiche del Club.
Allora, è possibile che la UGF Fortitudo si allunghi sul monte di lancio con un movimento di mercato più semplice, decisamente meno costoso, che non ti fa compiere il salto di qualità ma che comunque ti permette di essere più tranquillo sul monte di lancio (senza dover tirare troppo il collo a Betto, Cillo, Milano). La Fortitudo nell'elenco di giocatori cartellinati, e depositato in Federazione prima della stagione, ha inserito anche Todd Incantalupo e Dusty Nielsen. Entrambi hanno lo status di ASI. Escluderei un ritorno di Incantalupo, sarebbe una "minestra riscaldata". Troverei invece interessante l'innesto di Nielsen, che è pitcher decoroso, niente di speciale ma può essere utile. Disponibile sia per gara2, sia per gara3. Servirebbe per togliere qualche inning al braccio di Cillo o di Betto o di Milano, sovraccaricati nelle ultime partite. Nielsen farebbe il lavoro che era di Norrito l'anno scorso. Con una differenza: l'ex di Reggio Emilia è un po' meglio del mediocre Norrito. Una corretta gestione dei lanciatori è importante. Ma ciò è possibile se il cast dei pitchers è abbastanza profondo. Il tempo stringe, tuttavia. Nielsen deve fare una presenza entro la fine del girone d'andata. E la prima parte della regular season termina nel week end che sta per arrivare.
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