In quegli 11 lanci del closer Jonathan Broxton (Dodgers) sono racchiusi 14 anni di sofferenza per i tifosi della National League. Tante erano infatti le stagioni che separavano i giocatori del "Senior Circuit" dal ritorno alla vittoria sui rivali della American League. A rendere ancora più dolce la vittoria la notte scorsa alla All Star Game 2010 (3-1 il finale per NL in 3 ore di gioco) contribuisce il fatto di averla conquistata in campo "nemico", quindi con le regole vigenti nella AL, quelle con il battitore designato tanto per intenderci. E peraltro in uno stadio, l'Angel Stadium, del "Junior Circuit" dove la vittoria mancava dal 1995. Allora, come ieri, si giocava su un diamante della West Division della AL: da Arlington (Texas) ad Anaheim (California) 12 vittorie per la American e 2 per la National che comunque resta complessivamente avanti (41 a 38 con 2 pareggi nelle 81 All Star Game finora disputate).
I primi quattro inning del match di stanotte ad Anaheim, davanti ad oltre 45mila spettatori, sono stati letteralmente dominati dai lanciatori e dalle rispettive difese. Solo 4 valide ed 1 base concesse dalle coppie Jimenez -Johnson (due inning a testa per i lanciatori della National League) e dal trio Price-Pettitte-Lee (due inning il primo ed una ripresa a testa per gli altri due lanciatori della American League). Poi al quinto inning un errore macroscopico di Hong-Chih Kuo, pitcher dei Los Angeles Dodgers, spiana la strada al vantaggio della AL. Il lanciatore di Taiwan prima concede una base a Longoria e poi, tirando alle stelle una comoda assistenza in prima base sulla battuta non irresistibile di Mauer, consente al giocatore dei Rays di arrivare in terza base ed a quello dei Twins di conquistare la seconda, il tutto con zero eliminati. Facile a quel punto per Cano eseguire una battuta di sacrificio che vale l'1-0.
La reazione della NL arriva al settimo inning con Hughes sul monte di lancio. Dopo l'eliminazione di Votto arrivano le valide di Rolen e Holliday che portano Giraldi a decidere il cambio sul monte di lancio: scende Hughes sale Thornton. Il rilievo dei White Sox prima provoca un pop-out a Young (secondo eliminato), poi concede la base al "rivale cittadino" dei Cubs, Byrd. Con le basi piene va nel box di battuta McCann: al secondo lancio piazza un doppio che sparecchia le basi e fissa il punteggio sul 3-1. Nella parte bassa della settima ripresa l'AL cerca di recuperare terreno ma Bucks si ferma in terza base senza riuscire a tornare a casa mentre nell'ottavo inning Soriano (NL) e Wilson (AL) non concedono nulla ai battitori avversari.
La nona ripresa è il momento dei closer con Valverde che elimina agevolmente Bourn, Young, Byrd e Broxton che, dopo aver concesso la valida a "Big Papi" Ortiz, recente vincitore dell'Home Run Derby, elimina Beltre. La successiva valida di Bucks consente l'eliminazione di Ortiz in seconda e l'eliminazione al volo di Kinsler chiude definitivamente i giochi. E resta mestamente nel dug-out Alex Rodriguez. Con questa vittoria il vantaggio del fattore campo va alla squadra della National League che arriverà alle World Series 2010.
Il titolo di MVP va al catcher Brian McCann, autore dei 3 punti battuti a casa. Era dal 1996 che il titolo di miglior giocatore dell'All Star game non veniva assegnato ad un giocatore della National League, e come allora è un catcher a conquistare questo riconoscimento (nel ‘96 toccò a Mike Piazza).
Nella storia dell'All Star Game il premio di MVP è stato vinto solo 5 volte da ricevitori. Il primo fu Gary Carter nel 1981, con una seconda volta nel 1984. Poi toccò a Terry Steinbach (1988), Mike Piazza (1996), Sandy Alomar Jr. (1997) ed ora è il turno di Brian McCann.
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