E dopo la "rivoluzione silenziosa", arriverà anche la Lega delle Società. Per un altro necessario passo verso un radicale cambiamento di mentalità nell'Italian Baseball League. Lo ha annunciato Riccardo Fraccari, incontrando i giornalisti (all'Hotel Europa di Bologna) per una serie di riflessioni sulle prospettive, sul futuro della IBL.
E' uomo d'azione, il presidente della FIBS. Concreto e realista. Non vende sogni, ma insegue progetti. E accetta le sfide. Lo spirito d'iniziativa di sicuro non gli fa difetto. E' il dirigente sportivo che passerà alla storia per l'introduzione da quest'anno di una novità assoluta nella storia dello sport italiano: i campionati maggiori organizzati sul modello americano delle franchigie. Con una IBL First Division (Prima Divisione) a 8 squadre e senza retrocessioni – qualcosa di decisamente rivoluzionario per le abitudini e la mentalità degli italiani – e una IBL 2 (cioè di Seconda Divisione) dove non sono previste promozioni e ogni Club è collegato ad un Club di IBL1. Dunque: una "vetrina" rappresentata dalle otto Sorelle della massima serie (la… nostra Major League) e un campionato di formazione, di valorizzazione dei giovani giocatori, composto da società che -nell'ambito della franchigia – possiamo definire "satellite". Vale a dire, il… Triplo A italiano. Il concetto è questo. Clamorosa innovazione, per l'Italia. Anzi, per l'Europa. "Nello sport europeo – afferma con una certa fierezza Fraccari – non esiste nient'altro di questo tipo. Noi del baseball italiano siamo dunque all'avanguardia. La struttura che abbiamo montato presuppone l'atleta al centro del progetto. E in questo progetto globale vogliamo formare, con l'Accademia di Tirrenia, un patrimonio italiano sempre più valido. Affinchè i nostri campionati siano sempre di più tinti di azzurro".
Con le ultime appassionanti battaglie-scudetto fra Bologna e Parma, e con le fasi decisive della Coppa Italia, si concluderà la prima stagione di questo straordinario esperimento delle franchigie. E allora è tempo per un primo bilancio. Per riflessioni e valutazioni. La "rivoluzione silenziosa" (come lo stesso Fraccari definisce il modello-franchigie) è stato capita? E interpretata dai Club nella maniera corretta?
Fraccari si dichiara soddisfatto. "Globalmente il meccanismo è stato capito. C'è stato un maggior numero di giovani italiani debuttanti nel massimo campionato, utilizzando la possibilità di salire e scendere in qualunque momento tra IBL1 e IBL2. Introducendo questo modello nell'Italian Baseball League volevamo, appunto, come primo obiettivo mettere l'atleta al centro del progetto. E mi sembra che siamo sulla buona strada. Chiaro, si tratta di un lavoro che darà i suoi frutti nel tempo".
La IBL2 come laboratorio, come fabbrica di talenti, e non come "cimitero di elefanti". E' fondamentale capire questo messaggio. Ed è importante, estremamente positivo, constatare che il messaggio è stato – in linea di massima – recepito. "Soltanto alcune squadre hanno presentato nel roster dei veterani, anziché giovani emergenti".
Bisogna proseguire su questa strada. E nell'ottica della valorizzazione del prodotto-Italia, il presidente della FIBS ribadisce perentoriamente che anche nella prossima stagione ci sarà per le squadre di IBL1 l'obbligo di schierare in ogni partita 6 giocatori di scuola italiana (i cosiddetti ASI) nel lineup. Fraccari è inflessibile, non transige su questo punto. La Federazione non torna indietro.
L'Accademia FIBS di Tirrenia è diventata un prezioso punto di riferimento in Europa per la Major League. A questo punto lancia un messaggio, Fraccari, affinchè si possano creare i presupposti per la creazione delle Accademie Regionali. "Faremo anche delle Scuole di formazione a livello decentrato".
"Non può essere soltanto la Federazione a preparare i vivai, ma dovranno essere anche – e soprattutto – i Club. Quel che stiamo facendo da anni con l'Accademia di Tirrenia è un'operazione di supplenza, che non può durare all'infinito".
Il baseball italiano ha necessità di cambiare pelle. Di aprirsi. Per fare quel "vero" salto di qualità che non è mai riuscito a compiere in sessant'anni di storia. Riccardo Fraccari sollecita il movimento. Spinge. Cerca di portarlo verso nuove prospettive. E allora, dopo la rivoluzione della IBL con il modello-franchigie, lancia una nuova sfida. I tempi sono maturi per pensare alla costituzione di una Lega delle Società.
"I drigenti debbono pensare ad una Lega, ad una Organizzazione che cammini autonomamente. E che possa creare, in tempi brevi, una struttura commerciale. Una Lega non sorvegliata dalla Federazione, ma semplicemente indirizzata. Io credo che la Fibs abbia creato i presupposti, cioè il teatro nel quale gli attori dovranno con le loro capacità esibirsi".
Guarda avanti, Fraccari. Sempre. E con realismo. Senza illudere o illudersi. Ama la concretezza. "Parlerò presto con le Società. Per verificare la possibilità che questo progetto vada in porto. Io lo sollecito. Come FIBS, vogliamo cercare di dare un supporto economico ai Club affinchè la Lega IBL possa decollare. Possibilmente entro il 2012".
E' la notizia del giorno. In passato, altri presidente federali avevano spesso (se non addirittura sempre) osteggiato la costituzione di una Lega delle Società. Anche questa proposta è l'immagine di un baseball italiano che sta cambiando. La rivoluzione di Fraccari prosegue.
Nella tavola rotonda di Bologna è stato toccato anche l'argomento del possibile allargamento dei campionati IBL. Milano, Roma, Torino…
"Magari. Allargare la IBL già per il 2011 sarebbe ottimo, mi piacerebbe, però non ne sono tanto convinto. Non credo che la Società di Milano sia pronta per la prossima stagione, al di là di certi proclami. Torino è ancor più lontana. Roma invece la vedo più vicina. Ma va bene qualunque realtà, purchè abbia i requisiti, la struttura per poter rimanere ad un certo livello. Ripeto, sono estremamente favorevole ad un allargamento. Però dovrà essere un allargamento vero, concreto. Altrimenti non ha senso".
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