E' la notte magica di Roberto Corradini. A Bologna, in gara3 delle finali-scudetto, il veronese del Cariparma confeziona una prestazione magistrale dalla collinetta del "Falchi". E, alle sue spalle, agisce con attenzione e pulizia una difesa stavolta impeccabile (finalmente nessun errore). La Fortitudo non raccoglie neanche le briciole, presenta un attacco inconsistente. Appare sgonfia. Come avesse lasciato tutte le energie al "Nuovo Europeo" di Parma nella costruzione delle due vittorie dello scorso week end. Coette anche due erroracci difensivi. E allora "salta" nuovamente il fattore-campo.
Il Cariparma si ribella dopo l'impatto infelice e i knock-down delle due partite casalinghe, rimane in vita, riapre i giochi. E lo fa con un successo limpido (6-0), producendo 11 valide (fra le quali un doppio di Leo Zileri) e con un atteggiamento più sicuro, più positivo rispetto alle due gare d'inizio serie.
Corradini è la luce che indica al gruppo di skipper Gerali la strada giusta. "Partita completa" e "shutout". Lancia nove inning. Orgogliosamente, uscendo da campione anche da un momento delicato quando, nel corso del quinto attacco di Bologna, con Malengo nel box di battuta, un doloroso crampo all'avambraccio destro lo ha costretto a fermarsi. "La mano si era bloccata – racconterà poi Corradini nella conferenza stampa del dopopartita – per qualche attimo ho avuto paura, non mi era mai capitato qualcosa del genere". Immaginatevi, in quei momenti, l'apprensione di manager Gibo Gerali: vedeva il suo Parma giocare un buon baseball, lo vedeva reattivo e attento, già in vantaggio 3 a 0, sarebbe stata una iattura tremenda, una scalogna, una maledizione se alla quinta ripresa avesse dovuto rinunciare al suo pitcher partente (in grande serata) e fosse stato costretto ad inserire così presto in partita Pedro Orta.
Ma Roberto Corradini non ha mollato. Non ha abbassato la guardia. Ha resistito al momento difficile. Qualche minuto di stop della gara, poi una serie di lanci di prova, di verifica. E ha detto sì. "Ce la faccio, posso continuare". E per tranquillizzare tutti, proprio lui è stato l'autore delle due assistenze in prima base con le quali s'è chiuso il quinto inning.
E' andato avanti, Roberto. Fino al termine di questa sfida a senso unico. Gibo Gerali lo ha lasciato sul monte per tutti i nove inning. Grande resistenza da parte di Corradini, 117 lanci. Dopo che ne aveva fatti una sessantina nella sfortunata partita di sabato scorso, dov'era stato costretto a scendere dal monte del "Nuovo Europeo" al terzo inning (esattamente 2.1 rl, 3 basi su ball, 2 doppi concessi, 3 punti subìti). "Volevo riscattarmi. Dovevo. Quell'impatto infelice non mi ha demoralizzato. Bensì, ha aggiunto una motivazione ancor più forte. Nessuna frustrazione. Ero arrabbiato. Arrabbiato con me stesso". E quella rabbia Roberto l'ha trasformata in energia positiva. Cosicchè, cinque giorni dopo, eccolo salire sul monte di lancio del "Gianni Falchi", vestirsi di luce e diventare protagonista nella vittoria che permette al Cariparma di tenere in vita il sogno.
La situazione della Italian Baseball Series 2010 è adesso di due vittorie per Bologna e una per Parma. La serie prosegue stasera. Con gara4. Ancora al "Falchi". E' la partita dei lanciatori stranieri, solitamente quella più sicura per la Fortitudo UGF Bologna che si avvale della straordinaria coppia Matos-Moreno. Però… il Cariparma ha recuperato coraggio, ha ripreso colore, ha cominciato a pensare in positivo.
Padrone delle emozioni e del controllo, Roberto Corradini ha tenuto prigionieri dei suoi lanci e della sua sapienza i battitori normalmente più pericolosi di Bologna. Costringendo Garabito (davvero spento nel box di battuta) a 0 su 4 con 1 strikeout, Mazzuca a 1 su 4, Jairo Ramos a 1 su 4, Angrisano a 0 su 4 con 1 strikeout. Il solo Carlos Infante, fra i primi cinque del line-up bolognese, ha confezionato due battute valide. Come ha fatto Bidi Landuzzi (2 su 3), l'unico a battere valido fra gli uomini della parte bassa dell'ordine di battuta della UGF.
Nove inning di grande lucidità e concretezza del lanciatore partente di scuola italiana del Parma. Corradini si è prodotto in una partita di intensa applicazione mentale. E ha dimostrato carattere, non scomponendosi mai e lasciando a zero i campioni d'Italia in carica, a Bologna, davanti al loro pubblico, in un "Falchi" gremito (quasi 3000 spettatori).
Che cos'è che ha fatto la differenza rispetto alle prime due partite?
Principalmente, le basi su ball. E gli errori.
La Fortitudo, in gara1 e in gara2, ha vissuto sulle basi-ball concesse dai parmigiani: 12 complessivamente. Che sono andate ad aggiungersi, sostanziosamente, alle battute valide di Bologna (che invece non sono mai molte). I parecchi uomini messi sulle basi dal monte di lancio e dalla difesa del Cariparma avevano consentito alla Fortitudo UGF di sviluppare tanto gioco in attacco: correre, rubare, osare, produrre un baseball aggressivo, mettendo pressione sul Parma.
Ma ieri sera, in gara3, Roberto Corradini "principe del controllo" ha concesso appena una base su ball ai bolognesi. Oltre a sei validuzze. Insomma, ha concesso soltanto briciole. E la difesa di Parma ha lavorato bene. Conseguentemente sono emersi i limiti offensivi d'una Fortitudo che fa una fatica terribile a costruire battute valide, soprattutto se Angrisano è in slump (1 su 11 in tre partite) e il grigissimo Eddie Garabito di questa stagione è lontanissimo parente nel box di battuta del Garabito ruggente della stagione scorsa. I "numeri" sono impietosi: l'esterno-centro dominicano ha avuto un 259 di average nella regular season, poi 250 nel round robin, e in questa serie di finali sta viaggiando con un desolante 1 su 13.
La Fortitudo non ha avuto pazienza sui lanci di Corradini. Non ha capito quel che doveva fare. Intestardendosi a cercare lo swing potente e la battuta profonda, non ha fatto altro che fare il gioco del lanciatore del Cariparma. Il quale ha costretto quasi tutti i giocatori di manager Nanni a battere in maniera inefficace: volate innocue, soprattutto su Zileri all'esterno centro e su De Simoni a sinistra, vale a dire due esterni di grandissima sicurezza e affidabilità. Soltanto Landuzzi – il sempre umile Bidi – ha capito come andava tatticamente affrontato Corradini: con la semplicità delle battute di contatto. Bisognava avere l'umiltà di accontentarsi: singolino dopo singolino, un po' alla volta, pazientemente, senza frenesia. Però, il messaggio di capitan Landuzzi non è stato raccolto dai suoi compagni di squadra. O forse soltanto da Infante.
A proposito di Juan Carlos Infante. C'è lui nei due episodi dei primi inning che hanno spinto il Cariparma sulla strada verso la vittoria.
Proprio in apertura, Bologna ha portato l'unico vero pericolo di tutta la sua anonima partita. Singolo di Infante a sinistra, poi (con 2 out) profonda battuta di Jairo Ramos al centro, Infante corre rapidissimo volando a raggiungere la terza base, vede Zileri che ha un'incertezza (gli casca la pallina, ma è roba di un attimo). Juan Carlos allora riparte, ritiene di piombare salvo a casabase. E invece… il braccione di Leo Zileri lo inchioda, gran tiro, catcher Bertagnon è lì in piedi già con la pallina in mano ad aspettare Infante che non ha scampo. O Infante ha osato troppo, o il suggeritore di terza ha dormito.
Nell'inning successivo… la frittata. Con Bertagnon in terza, Zileri in prima (due singoli) e 2 eliminati, battutella in diamante di De Simoni: sarebbe una robina da tranquillo out. Infante vede che è già troppo avanti, quando raccoglie la pallina, per tirare in seconda base e pertanto sceglie di assistere in prima per eliminare il battitore. C'è il tempo e c'è lo spazio per un facile out, considerando la classe dell'interbase della Fortitudo. Ma il tiro di Infante esce male, è sbilenco. Malengo, a difesa del cuscino di prima base, si lascia sorprendere, non è pronto per uno spostamento laterale, la pallina è una fucilata che passa e finisce contro il muretto. Da mani nei capelli! Ecco la Fortitudo che torna a commettere errori difensivi. Vola a casabase Bertagnon. Arriva in terza Zileri. Poi, inesorabile, arriva la battuta valida di Davide Dallospedale (3 su 5 ieri sera) per i punti di Zileri e De Simoni. Parma balza sul 3 a 0. Per la prima volta in vantaggio in questa serie.
Bologna accusa il colpo. L'occasione d'oro sprecata nel primo inning e l'erroraccio della seconda ripresa (i classificatori lo assegnano a Malengo, però il tiro di Infante era decisamente impreciso) con conseguenti 3 punti subìti sono durissimi colpi nello stomaco. Per una Fortitudo che non reagisce, non ci riesce, costantemente prigioniera del grande controllo e della sapienza tattica di Roberto Corradini.
Marco Nanni, nel dopopartita, spiega che l'umidità (e dunque la pallina bagnata) ha tradito Infante sull'assistenza imprecisa a Malengo.
Gli altri 3 punti il Cariparma li ha messi a segno all'ottavo inning. Con Ularetti sul monte di lancio bolognese (non male comunque,"Ula", capace di rinfrancarsi dopo un impatto complicato). In fondo, 1 solo PGL per il giovane lanciatore di Latina. Che non è stato neppure tanto aiutato dalla difesa: errore di tiro di Malengo, in seconda, su un tentativo di doppio gioco. Ovviamente non riuscito. Invece, sono stati due i doppi giochi fabbricati dalla difesa del Cariparma: al quarto inning (Sambucci-Yepez-Sambucci) su battuta di Jairo Ramos e all'ottavo (Dallospedale-Yepez-Sambucci) su battuta di Santaniello.
Dunque: nessun errore, tanta attenzione, due doppi giochi. Questa è la difesa che Gibo Gerali vorrebbe vedere sempre.
Un sacco di complimenti (meritatissimi) per Corradini in conferenza stampa. Il pitcher vincente del Cariparma racconta il suo piano tattico. "Ho capito che avevo, in questa partita, un buon controllo della zona di strike e dei lanci. Pertanto ho sempre cercato di andare in vantaggio nel conto. E ci sono riuscito. Sono cresciuto alla distanza, seppure il muscolo sia rimasto indolenzito fino alla fine dopo il crampo della quinta ripresa. Io tendo a prendere ritmo con il passare degli inning".
E infatti Marco Nanni, skipper bolognese, ha un rammarico: "Avremmo dovuto essere più aggressivi ed efficaci nei primi inning, quando Corradini mi è parso che non avesse quel buon controllo che poi ha trovato strada facendo. Avessimo messo in difficoltà il lanciatore del Parma nei nostri primi attacchi, la partita avrebbe potuto prendere un'altra piega. Comunque, il Cariparma stavolta ha giocato meglio di noi, meritando la vittoria".
Nanni ci tiene a sottolineare la buona prestazione di Fabio Betto, 1 solo PGL in 7.1 riprese lanciate. Effettivamente Fabione (tra l'altro un po' penalizzato dalle "chiamate" del mediocre Filippi) avrebbe meritato più fortuna.
E stasera si ritorna in campo. In programma gara4. La seconda delle tre partite in programma allo stadio del baseball di Bologna. Di scena i lanciatori stranieri. Pallina in mano a Jesus Matos e a Gustavo Martinez. Sono loro i "partenti".
"Sì – dice un Marco Nanni fiducioso – ora ci affidiamo a Matos e a Moreno. Ma non solo a loro, perché dobbiamo anche costruire dei punti. L'importante è riprendere l'inerzia".
Gilberto Gerali, confortato dalla pregevole prestazione del suo Cariparma ieri sera, lancia la sfida. "Siamo pronti per tentare di sfatare il tabù-Matos. Contro di lui non siamo mai riusciti ad essere particolarmente produttivi. Spero che Gustavo Martinez regga bene per 6-7 inning. Grifantini rilievo di Martinez? Dipenderà dal punteggio della partita".
Arbitrerà, a casabase, il veterano (ma ancor più bravo tecnicamente di diversi altri suoi colleghi più giovani…) De Franceschi. Alla sua ultimissima partita, d'una apprezzabilissima carriera quarantennale
Commenta per primo