Aggiungi un altro "cervello" al San Marino Baseball. Per farlo diventare più competitivo, ancor più professionale. E non si tratta di un cervello qualunque. Perché Mauro Mazzotti – gira e rigira – resta sempre "il personaggio" del baseball italiano. Quando lui si muove, fa notizia. Perché ha carisma, è un professionista, gode di una popolarità che altri non hanno. Fa discutere. C'è chi lo ammira, c'è chi lo critica. Ha vinto e ha perso. Ha vissuto grandi momenti di gloria: quattro volte campione d'Italia da allenatore, l'unico manager nella storia del nostro baseball ad aver vinto scudetti in tre piazze diverse (Rimini 1999, Bologna 2003 e 2005, Grosseto 2007). Ha conosciuto anche momenti meno felici, dall'esonero di Grosseto nel 2008 alle dimissioni – l'estate scorsa – dalla guida tecnica della Telemarket Rimini.
Le capacità organizzative di Mazzotti sono indiscutibili. Come le sue conoscenze, le sue informazioni, gli ampi contatti con il baseball americano. Un patrimonio del nostro baseball. E il San Marino – che vuole crescere e darsi un'immagine ancor più importante – si è assicurato la disponibilità di un personaggio così carismatico. Inserendolo nel suo staff dirigenziale.
Mauro Mazzotti sul Titano come General Manager. Per organizzare, programmare, iniziare progetti, tenere gli occhi sul mondo, fare il "mercato". Mazzotti va ad affiancare Alberto Antolini, già da anni abilissimo direttore sportivo di un San Marino che – da quando c'è Antolini – ha realizzato importanti salti di qualità (culminati con lo scudetto vinto nel 2008). Antolini e Mazzotti sono vecchi amici. Fin dagli anni di Rimini. Antolini arrivò alla corte di Rino Zangheri nel 1994 e Mazzotti due anni più tardi. "Quanti pomeriggi passati insieme – ricorda Alberto – ad inseguire progetti, a sognare grandi risultati. E ci siamo arrivati. Poi, le nostre strade si sono divise. Ma è sempre rimasta intatta la stima fra di noi". "Avevo un grande sogno – confessa Antolini – tornare a lavorare al fianco di Mazzotti. E ora quel sogno si è avverato". Dunque, è stato Alberto a chiamare Mauro. E a chiedergli di accettare una nuova sfida: diventare General Manager. Al servizio del San Marino.
"NOI DIAMO L'ESEMPIO" – Felice, abbronzato, in gran forma. Mauro Mazzotti, appena tornato da un viaggio negli Stati Uniti, parla della sua nuova avventura. Si presenta, nella dimensione di general manager. "Sicuramente non penso che sia semplice il mio passo dalla divisa alla giacca, e cravatta… quando la metterò. Però credo, come ha detto Antolini, che sia una scelta che andava fatta se vogliamo strutturarci come una società più professionale. Abbiamo vissuto tutte le fasi, dai giocatori dopolavoristi ai giocatori semiprofessionisti e anche a quelli che fanno del baseball la loro prima occupazione. Abbiamo attraversato queste fasi anche sui tecnici. E ora, siamo i precursori di questa fase per quanto riguarda anche la parte dirigenziale. Il presidente della Federazione Italiana Baseball sostiene che bisogna fare uno sforzo sempre maggiore verso la professionalizzazione delle Società. Ebbene, credo che San Marino in questi anni sia il Club che si sia maggiormente solidificato nella struttura tecnica e dirigenziale. Sotto questo aspetto, sta dando un importante esempio per tutto il movimento IBL".
L'EVOLUZIONE D'UNA CARRIERA – "Sono una persona che ha girato tanto: una carriera, quella di tecnico, che mi sono costruito da solo. Col mio impegno, con spirito d'iniziativa. Ero un giocatore abbastanza scarso. Sì, ho giocato in serie A quando in A ci giocavano un po' tutti. E allora, ho deciso di fare l'allenatore. Ho preso la mia borsa e ho girato il mondo. Per vedere, fare esperienza, imparare. Soprattutto per superare lo scetticismo che c'è attorno ad una persona che vuol fare un lavoro ad alto livello ma non ha un background d'atleta di primo livello. Ho avuto la fortuna d'essere al posto giusto nel momento giusto quando c'era, a Milano, la Mediolanum. Poi, terminato il ciclo-Mediolanum, ho trovato Rimini, ho trovato Alberto Antolini, ho trovato il baseball dell'Emilia-Romagna che è praticamente il fulcro del movimento baseballistico in Italia. Così si è sviluppata una carriera che mi ha fatto conoscere diverse città e mi ha portato anche a vincere tanto. Ho cominciato a fare l'allenatore che non avevo ancora trent'anni, ora ne ho poco più di cinquanta, ho acquisito una vasta esperienza. Passando attraverso situazioni ora positive, ora negative. Chiaramente, quando le Società mi ingaggiavano, sapevano di prendere un personaggio che oltre ad essere allenatore svolgeva un compito più ampio. Soprattutto fuori dal campo di gioco, come struttura tecnica, come reclutamento giocatori, come scoutaggio di giocatori in tutto il mondo. E anche altre mie attività paralleli, quella di scout prima per Seattle Mariners e adesso per Houston Astros, mi hanno portato ad avere una conoscenza molto globale. Conoscenze, contatti e informazioni che io metto al servizio della Società per la quale lavoro".
"Confesso che, in questo momento della mia carriera, non mi ero prefissato di fare il general manager. Ma quando ho capito che a Rimini non c'era più un'aria che mi piaceva, Alberto Antolini mi ha sfidato. Domandandomi: Mauro, pensi di stare con la divisa addosso per tutta la vita? Non è ora che vieni a darci una mano da questa parte? In fondo, se togliamo i fine settimana, è quello che fai solitamente: sia con le squadre che alleni, sia con la Nazionale spagnola dove per dirigere cinque giorni la squadra lavori un anno…".
"HO BISOGNO DI STIMOLI NUOVI" – "Questa sfida, che mi ha lanciato Alberto, mi è piaciuta. Le grandi sfide sono le cose che ho sempre cercato. Quelle che mi stimolano maggiormente. Ecco perché non sono mai stato più di tanto in un posto, in una piazza. Anche perché penso che dei Sir Alex Ferguson del Manchester United ce ne sia uno soltanto al mondo. Lui è unico. Normalmente, una persona che ha dato tutto quel che poteva dare, e che si dedica anima e corpo ventiquattr'ore al giorno per il Club nel quale lavora, penso che ad un certo punto si senta come prosciugato da queste esperienze. Io ho fatto prima tre anni a Rimini, poi sei stagioni a Bologna, altri tre anni a Grosseto, prima di ritornare a Rimini. Penso d'aver dato tutto quello che avevo. E dunque, mi serviva una sfida nuova. Diversa. Stimolante. E questa, da general manager del San Marino, lo è".
"Sono conscio che tuffandomi in quest'avventura dovrò pagarne un po' il noviziato, però mi aiuterà l'esperienza. Sono da tanto tempo in questo mondo, conosco tutti e tutti mi conoscono. Mi metto al lavoro, sperando di mantenere il San Marino ai livelli più alti del baseball italiano ed europeo. Che è il posto che merita".
La conferenza stampa è stata organizzata nella sede – elegante, gradevolissima – della Asset Banca, a Dogana. Si tratta di un Gruppo Bancario moderno, dal notevole dinamismo operativo, che sarà partner del San Marino Baseball nella stagione 2011. Assieme a Mazzotti erano presenti Stefano Macina, Alberto Antolini e l'allenatore Doriano Bindi, riconfermatissimo (una "istituzione" da queste parti, lui è nel San Marino Baseball da 31 anni, prima da giocatore e poi come tecnico).
SUL CAMPO PER GLI ALLENAMENTI – E Mauro Mazzotti ha parlato volentieri di Bindi. Chiarendo subito un concetto. "Non farò ombra a Doriano Bindi. Doriano resta al suo posto di capo-allentore perché la Società ha deciso che Doriano è l'allenatore, e io vado a fare un mestiere diverso. Io debbo mettere a disposizione di Bindi, e del San Marino, una squadra che ottenga risultati. Il mio compito è questo. E non quello di fare ombra a Bindi. Semmai, lui può contare sulla mia disponibilità ad una totale collaborazione. Doriano sa che, per questioni tecniche, può raffrontarsi con me. Il nostro successo sarà quello di andare avanti insieme. Ecco, affinchè il mio passo avvenga in maniera più graduale, probabilmente durante la settimana – negli allenamenti – potrò dare una mano in campo. Considerando che il baseball è uno sport dove c'è molto lavoro personalizzato, credo che ci si possa dividere i compiti e organizzare più efficacemente gli allenamenti. Ma nei week end, quando ci sono le partite, la palla è tutta in mano a Doriano Bindi".
DA SILVA ASI – Dunque, Mazzotti darà una mano a Bindi dal punto di vista tecnico durante la settimana. Nella preparazione delle partite. Il compito principale sarà comunque quello di affiancare Antolini nella gestione del Club e nelle scelte di "mercato". A proposito di mercato. In gran parte la squadra, già forte, verrà confermata. Thiago Da Silva potrà essere utilizzato, dalla prossima stagione, come lanciatore di "scuola italiana" e dunque sarà il "partente" di gara3. Si sta lavorando per il cambio di status di Escalona, che potrebbe prendere la cittadinanza italiana ed essere pertanto schierato in gara2 come lanciatore italiano (non asi). Verranno valutate le condizioni fisiche di Estrada (fermo nel 2010 essendosi sottoposto ad intervento chirurgico): se sarà pienamente recuperato, non è da escludere il suo ritorno sul Titano. IN tal caso si andrebbe a comporre una straordinaria coppia di pitchers stranieri: Bonilla ed Estrada. Riconfermatissimo ovviamente Carlos Duran, l'esterno centro che ha vinto la Tripla Corona al termine della regular season 2010. Il quarto straniero? Dipende da come si svilupperà il mercato. Si vocifera di Kelli Ramos (un campione del quale Mazzotti ha sempre avuto grandissima stima), però è chiaro che il San Marino non vorrà chiudere la strada ad Albanese. Inoltre, è confermato che Anthony Granato – il miglior interbase dello scorso campionato – sarà tesserato da italiano "non asi".
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