Dock Ellis e quella "no-hit" dopata

Nel giugno 1970, il lanciatore dei Pittsburg Pirates vinse una partita a S. Diego senza concedere neanche una valida, ma sotto l'effetto dell'LSD. Terminata la carriera, si dedicò al recupero delle persone cadute nel tunnel della droga

Tanti sono gli aneddoti, le curiosità e le vicende che hanno contribuito a creare intorno al baseball quell'alone di misticismo e leggenda, il frutto di azioni, o meglio prestazioni, di atleti e personaggi veramente singolari. Annusando vecchie riviste mi sono imbattuto in un nome: Dock Ellis, il miglior lanciatore dei Pittsburgh Pirates (19 vittorie totali, partente per la NL alla All Star Game) nella stagione 1971 quando i "Bucs" vinsero le World Series. Dock era un personaggio controverso e divertente, rissoso e attaccabrighe. Nelle Minor Leagues, una volta, si scagliò contro un tifoso che gli aveva urlato "Nigger": aveva la mazza in mano e successivamente disse ad un giornalista che aveva anche una pistola in tasca!
Nel maggio del 1972, ebbe un'animata discussione (per non dire violenta) con la sicurezza del Riverfront Stadium di Cincinnati, perchè non volevano farlo entrare. L'atteggiamento minaccioso di Dock costrinse in particolare la guardia David Hatter a chiamare la polizia ed Ellis fu portato nel locale commissariato.
Nel 1974, all'inizio della partita contro i "Reds", disse: "I'm gonna hit these motherfuckers down!" Detto, fatto. Colpì nell'ordine: Rose, Morgan, Driessen e con le basi piene cercò di colpire anche Perez il quale riuscì ad evitare i lanci e andò in base per ball. Dopo aver colpito anche Bench, venne sostituito.
Ma la vicenda che rese famoso Dock Ellis, fu la no-hit realizzata sotto l'effetto dell'LSD. Una storia che ha semplicemente dell'incredibile. Giugno 1970, i Pittsburgh Pirates affrontarono una serie di partite a San Diego. All'aeroporto, Ellis noleggiò una macchina per andare a Los Angeles a trovare la sua ragazza Mitzie e il suo amico d'infanzia Al Rambo. Le successive dodici ore furono una nebbia di conversazioni, marijuana e anfetamine. Ellis si svegliò dopo mezzogiorno e pensando di avere un giorno di libertà prese il "Purple Haze" (un acido che ha dato il nome anche ad un famoso brano di J.Hendrix), quando in realtà avrebbe dovuto lanciare a San Diego la sera stessa (alle 18.05 per la precisione). Più tardi, arrivò la sua ragazza col giornale e disse: "Dock, you're supposed to pitch today". Ellis replicò: "No! I'm going to pitch Friday! I'm sure".E lei: "."Baby, today it's friday! You slept through Thursday!"
Dock aveva 4 ore di tempo. Prese l'aereo da Los Angeles per San Diego, si infilò quindi in un taxi e bestemmiando all'autista gli disse: " Get to the fucking stadium, I got to play!". Alle 17, nello spogliatoio, si rese conto che l'effetto dell'acido non sarebbe svanito per la partita, quindi come "misura precauzionale" prese dalle 4 alle 8 pastiglie di anfetamina. Quando entrò in campo, una "abituale conoscenza" (da anni ormai) gli diede una manciata di "White Crosses" ovvero benzedrina. Dopo questa "supplemento" andò nel bullpen per scaldarsi. "Ricordo soltanto dei pezzi di partita" disse Dock. "Ero psicotico e avevo una sensazione di euforia. Delle volte non vedevo il catcher, delle volte non vedevo il battitore. Ricordo di averne colpiti un paio e di aver avuto le basi piene. La pallina era talvolta piccola, talvolta molto grande. Ebbi la pazza idea che Richard Nixon era l'arbitro di casa base, una volta pensai di lanciare a Jimi Hendrix che faceva lo swing con la chitarra. Mi dissero anche che ebbi 3 o 4 opportunità di fare eliminazioni in diamante: ricordo che dopo un bunt mi tuffai di lato pensando che fosse un line-drive!"
Che dire. Con 8 basi ball e due colpiti il 12 giugno del 1970 al "Jack Murphy Stadium" di San Diego, Dock Ellis fu l'autore della no-hit più incredibile che mai nessun essere umano si sognerebbe di fare, sotto l'influsso dell'LSD. Quando il dottore del centro di riabilitazione chiese la lista delle sostanze che aveva usato si mise le mani nei capelli domandandosi come faceva ad essere ancora vivo.
Negli anni a venire Dock Ellis venne ricoverato più volte nei centri di riabilitazione. Terminata la carriera sportiva si dedicò al recupero delle persone cadute nel tunnel della droga svolgendo attività specialmente presso le carceri statunitensi. Dock Ellis morì il 19 dicembre 2008 all'età di 63 anni.

Il Blog di Beppe Carelli

Informazioni su Beppe Carelli 25 Articoli
Beppe Carelli, nato a Pescara nel 1958, è stato indotto nella Hall of Fame del baseball italiano nel 2008. Ha debuttato in Serie A nel 1975 col Milano e, dopo un intervallo nel Codogno, si è trasferito a Rimini dove ha giocato per ben 18 anni, dal '77 al '94. Ha vinto sei scudetti con i Pirati risultando leader stagionale come media battuta per due volte, fuoricampo (nel 1981 e nel 1993) e come punti battuti a casa. Vanta 116 presenze in Nazionale avendo partecipato a 12 manifestazioni internazionali con due titoli europei e all'Olimpiade di Los Angeles nel 1984. Iniziò la carriera come lanciatore per trasformarsi in esterno e sfruttare appieno la sua potenza di bomber. Nel Mondiale dell'86 in Olanda ottenne una straordinaria media battuta, .478, davanti ai cubani Pacheco e Linares e primeggiò nei punti battuti a casa. Nel 1972 è campione di Europa under 18, nella stessa categoria è il miglior battitore nell'Europeo giocato a Rimini nel 1975. Nel massimo campionato ha ottenuto 1.151 valide, 220 fuoricampo e 926 punti battuti a casa in 873 partite giocate. Collabora con Baseball.it come opinionista per la rubrica "Visto da...".

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