Un libro su Nettuno e per Nettuno. Questo è quello che rappresenta "I nove uomini d'oro – La grande epopea del Nettuno Baseball Club", libro d'esordio del nettunese Mauro Cugola (apprezzata firma di Baseball.it) ed edito da Riccardo Viola. Un racconto di storie, episodi ed aneddoti del "Grande Nettuno" dalla lunga attesa allo scudetto del 1990, ai successi e i trionfi da quel titolo nazionale fino all'ultimo scudetto targato 2001.
Era dal 1984 che non veniva raccontata la storia del Nettuno ed i tempi erano maturi per riportare alla luce la storia della gloriosa società verdeblu. "Scrivere un libro sul Nettuno baseball è un idea che ho da una vita – ammette Mauro Cugola – e poi arriva un momento in cui devi mettere nero su bianco quello che c'è da dire sulla tua squadra. Ho esposto la mia idea alla Nettuno Baseball Promotion e contemporaneamente Riccardo Viola ha contattato il sindaco di Nettuno, Alessio Chiavetta, mostrando l'intenzione di fare un libro sulla quella squadra che è un vero e proprio patrimonio sportivo del Lazio. E' stata una coincidenza di fattori che ha fatto iniziare questo progetto. E' stato un anno di lavoro lungo dove ho raccolto tutto il materiale tra foto e testimonianze e ricostruito aneddoti ed episodi. E' stata un'avventura faticosa, ma bellissima e devo ringraziare moltissime persone dell'ambiente del baseball che mi hanno dato una mano fattiva".
Un lavoro che mira a diventare un vero patrimonio dello sport e della città di Nettuno: "Finalmente la storia di Nettuno – commenta orgoglioso Cugola – è scritta da un nettunese e ho voluto fare questo perché dobbiamo riappropriarci della nostra storia e credo che questo piacerà ai tifosi".
Tanti episodi, tanti volti e tante storie. Tra tutte quelle raccontate, però, ce ne sono alcune particolarmente care all'autore come lui stesso ammette: "C'è lo score del derby dell'8 aprile 1984 dove il Nettuno vinse 44-0 con l'Anzio. Una vittoria storica che è ancora un record nel campionato italiano. C'è l'intervista a Bob Galasso, un americano che si è talmente immerso nella città da assumere i tratti caratteriali dei sui abitanti e diventare più nettunese di alcuni nettunesi. Soprattutto, però, c'è il racconto dello scudetto del 1990 che è stato il primo scudetto che ho vissuto in prima persona e riviverlo con le parole dei protagonisti è stata una grande emozione per me".
Un libro, questo di Mauro Cugola, che punta a far rivivere emozioni e ricordi passati ai tifosi nettunesi e vuole far conoscere alle nuove leve la vera e straordinaria storia della squadra più gloriosa del baseball italiano. Un libro che rappresenta il giusto tributo ad una grande squadra come il Nettuno che Mauro Cugola dedica: "A mio padre e a mia madre che mi hanno trasmesso la passione per questo sport; a tutta la mia famiglia e a tutte quelle che persone che come ancora si arrabbiano quando il Nettuno perde. Per motivi di lavoro sono sempre più lontano da Nettuno e considero questo libro come una sorta di addio alla mia città".
La presentazione ufficiale del volume avverrà venerdì 1 luglio alle ore 16,30 presso la Sala Consiliare del Comune di Nettuno. Dagli inizi di luglio tutti gli appassionati e i tifosi potranno trovarlo presso lo stadio "Steno Borghese" e nelle edicole di Nettuno, oltre che contattando direttamente Riccardo Viola editore al prezzo di 5 euro.
"I novi uomini d'oro" verrà distribuito in due edizioni, di cui una curata dalla provincia di Roma che sarà riservata ai bambini delle scuole elementari in cui verrà consegnato gratuitamente.
Qui di seguito un estratto dal libro (per gentile concessione dell'autore)
Ci sono momenti che restano nel cuore per sempre. Ce lo racconta lo stesso Trinci, autore di quella presa che lo ha traghettato di diritto nella storia. «C'era vento, e il sole del pomeriggio per fortuna era scomparso. Ovviamente la tensione era a mille. Mi ricordo che lessi subito che la palla sarebbe andata in foul, indietreggiai verso la recinzione senza perderla mai d'occhio, poi vidi che il vento la stava riportando in campo e ne seguii la traiettoria. Alzai il guanto solo all'ultimo e la palla finì dentro».
Ecco allora la sua corsa, quella corsa pazza e liberatoria verso il centro del diamante. Tutti in campo, anche i tifosi che in un battibaleno avevano invaso il terreno di gioco. Il boato, i fumogeni, la festa e la commozione. Dopo diciassette anni il Nettuno era di nuovo campione d'Italia. Si era tornati a scrivere il proprio nome nella storia.
«Quando Trinci prese al volo quel foul successe di tutto. Fu una grande festa, abbracciai molte persone ma ero ancora calmo. Poi quando vidi la mamma di Goffredo Danna piangere, fu lì che cominciai a piangere anche io come un bambino, conscio di essere stato parte di quel pezzo di storia che fu quello scudetto».
Galasso, come gli altri, è sommerso dai tifosi. E tra tutte le altre, forse vale la pena riportare le parole dette quel giorno dal grande veterano di quella squadra, Sergio Morville. «L'avevo vinto come riserva nel 1973, ero il più giovane della squadra. Guarda il destino, torno a vincerlo e sono il più vecchio. Ma va bene così, ho riassaporato una gioia che avevo dimenticato. Penso sia arrivato il momento di appendere il guantone al classico chiodo». Per lui, più che per altri, quello scudetto atteso diciassette anni aveva un sapore particolare. Una domenica pomeriggio come tante si trasformò in un tripudio. A Nettuno cominciarono i caroselli di automobili, iniziava una festa che sarebbe terminata solamente a tarda notte. Successe così che la squadra, sbrigate le premiazioni di rito, si diresse in tutta fretta verso casa. Sin dalle otto di sera Piazza Mazzini era piena di gente, e alla spicciolata arrivavano le prime automobili di tifosi da Rimini. Qualcuno, partito il venerdì mattina praticamente senza i soldi per l'albergo, aveva addirittura dormito in macchina lavandosi alle fontanelle nella speranza che la vittoria arrivasse il prima possibile. Ognuno raccontava quello che aveva visto, i fortunati che erano a Rimini rendevano partecipi coloro che erano rimasti a Nettuno a soffrire di un successo storico. Tutta la città era in strada quando all'una di notte inoltrata il pullman della squadra fece il suo ingresso trionfale tra due ali di folla in via Matteotti. Era finalmente arrivata la festa liberatoria, attesa diciassette lunghissimi anni.
Commenta per primo