Fraccari: "Nettuno regala sempre un atmosfera stupenda"

Grande successo per la prima All Star Game del baseball italiano: "Tutto questo pubblico deve far riflettere, quando si costruisce qualcosa intorno alla partita gli appassionati  poi rispondono". Granado è il primo MVP

Seduto in tribuna autorità, di fronte alla coppa data al miglior giocatore del match, il presidente della Fibs, Riccardo Fraccari, si gode il successo di pubblico della prima edizione dell'All Star Game del baseball italiano. Steno Borghese quasi esaurito, che equivale a dire almeno cinquemila presenze. "Nettuno regala sempre un'atmosfera stupenda, e portare qui la prima edizione dell'All Star Game è stata una scelta esatta. Tutto questo pubblico deve far riflettere, perché quando si costruisce qualcosa intorno alla partita gli appassionati poi rispondono".

E' vero che sono stati distribuiti anche tanti inviti omaggio… "ma va benissimo così, una manifestazione simile deve essere un investimento, così come per le squadre deve essere un investimento magari guadagnare un paio di euro in meno, ma cercare di portare più gente possibile allo stadio".

A proposito di presenze, un giudizio sull'esperimento degli orari di inizio stagione? "E' stato positivo e lo ripeteremo, anche perché abbiamo visto che alcune società hanno deciso di continuare a proporli. L'idea che avevamo era quella di non far finire tardi le partite ad aprile e maggio. Poi l'intenzione sarà anche quella di andare incontro alle esigenze delle società, che in base al loro bacino di pubblico possono decidere gli orari. Sotto questo punto di vista proporremo grande elasticità". C'è la nazionale, che al mondiale di Panama si sottoporrà ad un buon test in vista del Classic, ma c'è soprattutto un esordio tanto atteso. "Incontrerò Alex Liddi a Phoenix per l'All Star Game. Speriamo proprio che il suo esordio nella Major League arrivi il prima possibile. Sicuramente sarò lì in un momento così storico del baseball italiano".

Un abbraccio con David Dallospedale, alla sua ultima partita con la nazionale, poi il manager azzurro Marco Mazzieri saluta uno per uno i suoi giocatori. "E' stata una bella Italia, forse non una bella partita nel senso stretto del termine. Dal canto nostro abbiamo fatto il meglio". Anche se… "purtroppo c'è la notizia dell'infortunio a Chiarini che ci rattrista". Il bomber della Telemarket è vittima di una frattura alla mano, a causa di un colpito, che lo mette seriamente in forse per il resto del campionato. Gli accertamenti dei prossimi giorni chiariranno la situazione, anche se, come aggiunge il manager della nazionale, "in questo momento non sto pensando se lo posso portare o meno al Mondiale, stiamo pensando a come sta la sua mano".

Mazzieri si sofferma ancora sul gruppo. "E' motivo di grande orgoglio, per me, avere oggi in nazionale maggiore ragazzi che erano con me in quella cadetti nel 2003 e successivamente in quella juniores. La nostra base è un gruppo di 40, 45 persone al quale attingere per poi portare le persone giuste al momento giusto, e nella manifestazione giusta. Non è detto che giocatori che siano validi per un Europeo lo siano anche per il Mondiale. C'è tempo comunque per fare le scelte. Io seguirò attentamente il campionato proprio per capire il reale stato di forma dei giocatori". A proposito di campionato… "San Marino e Bologna li vedo già nei play off. Gli altri due posti sono una corsa a tre tra Parma, Rimini e Nettuno".

Con la coppa di Mvp in mano, due parole riusciamo a strapparle anche a Anthony Granado, che a suon di valide e punti battuti a casa ha meritato il titolo di miglior giocatore di questa prima edizione dell'All Star Game italiano. "Fa sempre un certo effetto essere il primo di un albo d'oro. E' una bellissima iniziativa questa, giocata poi in uno stadio stracolmo di gente e di appassionati".

Dall'altro fronte, da uno dei quattro manager che guidava la formazione All Star arriva la spiegazione dell'andamento della partita. Ruggero Bagialemani, che ha fatto anche gli onori di casa, fa notare come "nella nazionale italiana la partita era molto sentita perché loro si stavano anche giocando il posto. Mentre la selezione era comunque in campo con uno spirito più rilassato. E' ovvio che le loro motivazioni erano decisamente maggiori. Ma al di là di quello, ha vinto Nettuno che ha ancora una volta dimostrato di essere la città del baseball per eccellenza".

Il tutto detto mentre i cinquemila che stavano sfollando si attardavano sulle tribune ad ammirare uno splendido spettacolo pirotecnico. L'organizzazione curata dall'amministrazione comunale di Nettuno è stata un gran successo.

Informazioni su Mauro Cugola 547 Articoli
Nato tre giorni prima del Natale del 1975, Mauro è laureato in Economia alla "Sapienza" di Roma, ma si fa chiamare "dottore" solo da chi gli sta realmente antipatico... Oltre a una lunga carriera giornalistica a livello locale e nazionale iniziata nel 1993, è anche un appassionato di sport "minori" come il rugby (ha giocato per tanti anni in serie C), lo slow pitch che pratica quando il tempo glielo permette, la corsa e il ciclismo. Cosa pensa del baseball ? "È una magica verità cosmica", come diceva Susan Sarandon, "ma con gli occhiali secondo me si arbitra male". La prima partita l'ha vista a quattro mesi di vita dalla carrozzina al vecchio stadio di Nettuno. Era la primavera del '76. E' cresciuto praticamente dentro il vecchio "Comunale" e, come ogni nettunese vero, il baseball ce l'ha nel sangue.

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