Si è chiusa la regular season della IBL 2011. Mancava solo un tassello da trovare per la postseason, anche se già qualcosa, viste le avversarie dell'ultimo turno, si poteva intuire prima di giocare. La Danesi Nettuno ha conquistato – con merito, per quanto fatto vedere nel ritorno e con l'organico a disposizione – il quarto posto, tenendo a bada l'ultimo disperato tentativo del Rimini. Il Nettuno sarà l'outsider dei playoff, dove comunque partono da favorite San Marino – in pole, non fosse altro per la classifica – Bologna e Parma (appaiate, anche se negli scontri diretti i felsinei sono stati letali).
Partiamo ovviamente dalla T&A San Marino, anche se spenderemo qualche parola in più sulle quattro squadra rimaste fuori dalla postseason. La squadra di Bindi è stata la più regolare della IBL, perdendo 5 gare nel girone d'andata e sei in quello di ritorno. Ha battuto tanto, tantissimo ed è ovviamente questo il punto di forza della compagine: 287 di media, ma ad impressionare sono le battute extrabase dei titani, ovvero 87 doppi (Bologna secondo a 74), 45 fuoricampo (20 il Rimini) e 215 punti battuti a casa. Tolto Albanese (174), sono dieci gli uomini di San Marino capaci di spaventare qualsiasi lanciatore avversario. Questo, infatti, il numero di giocatori capaci di battere almeno un fuoricampo: Duran e Vasquez 8, Ramos 6, Avagnina 5, Granato, Imperiali e Pantaleoni 4, Chapelli, Reginato e Suardi 2. Rispetto alle tre avversarie del girone finale, San Marino ha qualcosa in meno sul monte, almeno questo dicono le cifre della regular season. Il Pgl è di 3,22, ma solo lo strepitoso rilievo Cubillan (0,41) è rimasto saldamento sotto i 2. Sempre consistenti, comunque, Bonilla e Da Silva.
Nel girone di ritorno ha come tirato un po' il freno a mano l'Unipol Bologna, come se avesse voluto gestire le forze dopo uno strepitoso aprile e maggio. Nel ritorno 8 delle 13 sconfitte e una media battuta andando sempre più calando (la squadra di Nanni ha chiuso a 261), con i soli Clemente (372) e Castellitto (337) sopra i 300 di media. Niente da dire invece sul monte di lancio, primo nettamente con 2,22 di media (70 decimi di vantaggio sulla seconda), dove ha spiccato, tanto per cambiare, l'eterno Jesus Matos: 1,88 di Pgl, 8 vittorie (3 "ko"). Da cineteca la stagione di Fabio Betto, autore di un record impeccabile di 9 vittorie e 0 sconfitte, con un Pgl di 2,12. Bene anche Cillo, Bologna ha probabilmente, come qualità generale, il miglior parco rilievi delle semifinaliste.
Con 15 vittorie nel girone di ritorno i campioni d'Italia in carica del CariParma hanno provato a strappare la seconda piazza al Bologna, ma alla fine il parziale di una vittoria e 5 sconfitte negli scontri diretti con gli emiliani ha dato ragione agli uomini di Nanni, anche se la classifica finale dice: Bologna 29-13, Parma 28-14. Contro il Grosseto, nell'ultimo weekend, il Parma ha perso una gara, ma anche vincendone tutte e tre la storia non sarebbe cambiata. Oltretutto Gerali ha fatto ruotare gli uomini, risparmiando i lanciatori. Già, il monte di lancio, il tallone d'Achille della squadra ducale visto l'infortunio che ha tolto presto dai giochi Jesus Silva. Senza pitcher straniero Parma ha così perso qualcosa durante l'anno rispetto alle principali rivali e adesso bisognerà vedere come Gerali riuscirà a gestire la situazione nei playoff. Grifantini e Cicatello hanno dato il loro contributo, bene anche Burlea e Corradini, meno i giovani. Nel box Medina – miglior media della IBL – ha battuto con maggiore continuità rispetto allo scudettato Camilo (377 contro 325), ma ha prodotto di meno (28 pbc contro i 34 dell'ex). Munoz, Yepes e Dallospedale hanno confermato le loro cifre rispetto al 2010, è cresciuto De Simoni, mentre è rimasto pressoché fermo Sambucci: 222 di media battuta l'anno passato, 222 quest'anno, con un solo punto battuto a casa in più (21 contro 20). Da lui, anche in chiave nazionale, ci si aspettava qualcosa in più.
Merita un grosso applauso il Danesi Nettuno e il suo skipper Ruggero Bagialemani per il traguardo raggiunto dopo due anni di assenza. Nessuno a inizio anno avrebbe pronosticato la squadra laziale fra le possibile quattro finaliste e ora il Nettuno sarà la mina vagante di questo girone scudetto. Partito a singhiozzo, anche a causa di alcuni acciacchi, il Nettuno ha messo insieme un girone di ritorno eccezionale, chiuso con 14 vittorie e 7 sconfitte. Media battuta di squadra da rivedere (249, cinque squadra hanno fatto meglio), ma monte di lancio super, con un 2,95 da titolo (idem la difesa). Bagialemani ha ricostruito il Nettuno dopo alcune annate difficili puntando sui giovani, ovvero riscoprendo la forza di una società che ha sempre puntato sui propri talenti. E così i vari Caradonna, Sparagna, Retrosi e Grimaudo hanno portato il loro contributo aggiungendosi a Beppe Mazzanti, Enzo Sanna, Renato Imperiali e tre stranieri che hanno saputo dare qualità alla squadra, ma anche sacrificio, vedi Camilo costretto a saltare sempre garauno. Da sottolineare però le prove sul monte di Wilson (1,68), Josè Cruz, l'eterno Leal, Gutierrez e Pezzullo, senza dimenticare il mitico Masin capace di sorreggere la squadra nel momento chiave del campionato e condurla anche a 3 vittorie con un Pgl di 4.06. Nell'ultimo trittico a Novara gli uomini di Bagialemani dovevano vincere tutte e tre le gare per evitare brutti scherzi dal Rimini e così è stato. E adesso attenzione al Nettuno.
Dunque resta così fuori dai playoff la Telemarket Rimini, la grande delusa della stagione. Partita se non come favorita massima insieme a San Marino, comunque come una squadra in grado di giocare per il titolo, i romagnoli hanno invece perso terreno a causa del negativo apporto del lanciatore straniero Dushan Ruzic, arrivato a volte ad essere utilizzato come rilievo (ha risollevato la testa solamente nell'ultima gara, quando ha concesso una sola valida al Bologna in nove riprese). Il Rimini avrebbe comunque potuto raggiunge la postseason, ma l'infortunio patito da Chiarini nella settimana dell'All Star Game ha tolto alla squadra romagnola (che ha cambiato manager nel corso della stagione) un cardine del lineup che ha finito per essere diviso in due tronconi. Buoni i numeri dei tre stranieri, maluccio gli oriundi di vecchia data Santora (223) e soprattutto De Biase (252).
Si chiude con due sconfitte e una vittoria di orgoglio – e qualcuno in Maremma dirà finalmente – il campionato del Montepaschi Grosseto, alle prese fin dall'inizio della stagione con problemi finanziari e organizzativi all'interno della società, sfociati in una grossa crisi fra dirigenza e squadra negli ultimi due mesi e mezzo. Partiti per inseguire un posto nei playoff (e metà campionato la classifica diceva che l'obiettivo era alla portata, grazie anche a diversi successi negli scontri diretti), i maremmani sono poi crollati, soprattutto a causa dei fattori esterni. Nell'ultimo trittico, come già detto, sono andate in scene della gare pressoché amichevoli con il Parma, con i lanciatori alternati e alcuni stranieri tenuti a riposo (già partiti Maza e Carvajal, lanciatore), è stato utilizzato come rilievo Granado e con continuità il solo Jhonny Carvajal. Il manager Vecchi ha provato diversi schieramenti in vista della coppa Italia, un traguardo che il Grosseto – nuovi problemi permettendo – vorrebbe provare a inseguire, potendo contare su un numero di giocatori di scuola italiana probabilmente superiore a quello di altre società. Fra le note positive della stagione, oltre alla crescita di Vaglio (consacrato anche in nazionale, per lui un flop solo nella parte finale, quando però in molti hanno staccato la spina), l'esplosione dell'oriundo Bittar (319 di media, la miglior mazza della squadra visto che Perez ha saltato mezzo campionato), in grado di ricoprire diversi ruoli, il giovane nettunese De Donno e il ritorno, finché la squadra è rimasta in corsa, in discrete condizioni di senatori come Sgnaolin e Bischeri (Gasparri, Andrea De Santis e Leo Mazzanti hanno convissuto per molti mesi con problemi fisici). Male sul monte di lancio Cooper, mentre Oberto deve ancora recuperare la forma migliore dopo l'anno e mezzo di stop.
Grazie alla doppietta contro il San Marino, chiude in doppia cifra il De Angelis Godo. I ravennati raggiungono quota 10 successi e possono pensare alla coppa Italia con maggiore convinzione, anche se il divario dalle altre (Grosseto in primis, sembra ancora troppo). Curioso che l'ultimo successo sia arrivato al 10° inning (7-6), dopo che in stagione erano giunte ben quattro "ko" oltre il limite (sei, invece, le sconfitte per manifesta). Discreto il contributo degli stranieri, nel senso che McClain è stato abbastanza continuo nel box (296 di media, 9 doppi e 4 hr), mentre Sanchez si è rivelato molto produttivo (30 punti battuti a casa, ma solo 237 di media). Bene Mattia Bucchi, in crescita Naldoni e Diego Benetti. Discreti sul monte i partenti delle prime due gare, è mancato qualcosa in quella riservata agli italiani, dove Galeotti non è andato oltre i 4 inning di media a partita (con un Pgl di 7,12). Nell'ultimo weekend, dopo la sconfitta in garauno per 3-2 al 10°, Godo si è rifatto prima con le seconde linee italiane di San Marino (Martignoni ed Ercolani), segnando sullo 0-3, due punti al terzo grazie a McClain (doppio basi cariche) e tre al sesto con le valide di Persichina e Naldoni e il fuoricampo da due di Bucchi. In garatre, invece, successo agli extrainning per 7-6, anche qui dopo una rimonta da 0-6 a metà quarto. Decisivi i rilievi di Avvento (4 punti all'ottavo) e di Bartolucci che ha incassato il 6-6 al nono (fuoricampo di McClain con due out) e il 7-6 al decimo (base, singolo e volata di sacrificio).
E chiudiamo con il Novara Baseball United. Gli ultimi arrivati, sia in ordine di tempo, che di classifica, chiudono con un amaro bottino di sole 3 vittorie e ben 39 sconfitte. Alla prima giornata, quando di fronte c'era il Grosseto e i piemontesi si imposero in garauno, i dirigenti dichiaravano: "Ci accontenteremo di vincerne cinque o sei". Traguardo non raggiunto. Il Novara chiude con una media battuta di squadra di 203, non arriva a segnare a 100 punti (94), ha commesso 96 errori, ma soprattutto la media Pgl del suo parco lanciatori è stata di 8,20, lontanissima dal 5,25 del Godo. Come primo anno, soprattutto con la squadra attrezza all'IBL in poco tempo dopo la rinuncia di Catania, c'è comunque da sorridere. Le basi ci sono, non manca l'entusiasmo e i giovani, dopo una prima esperienza di massima serie, cresceranno. C'è bisogno di uno scatto in avanti di qualità soprattutto degli italiani,visto che hanno battuto più di 200 solamente stranieri e oriundi (Tavarez, Perez, Sucet e Cabrera). Il migliore dei "nostri", Francesco Banfi a 194.
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