Mentre Nettuno e San Marino si apprestano a giocarsi lo scudetto, a si benedice la fine della stagione e ci si interroga sul futuro. È stato un 2011 difficilissimo quello per la squadra biancorossa. Chi pensava che già il 2009 con la fine dell'era Banchi e il 2010 fossero stati anni pesanti, non aveva ancora fatto i conti con gli ultimi 10 mesi. E adesso, dopo quasi due decenni di proprietà, il BBC potrebbe passare di mano. Il presidente onorario Roberto Baricci ha infatti annunciato di voler cedere la società a costo zero a chi si farà avanti con le giuste credenziali. Già, zero euro: Baricci ripianerà i debiti – a partire dagli stipendi arretrati dei giocatori – e poi si farà da parte, almeno dal punto di vista dirigenziale (potrebbe infatti restare nell'ambiente del batti e corri maremmano legandosi al BBC come sponsor).
ANNATA NERA – Ma facciamo un passo indietro. La stagione 2011 è scattata subito male. Innanzitutto il mercato, iniziato con grande ritardo in quanto mancavano le certezze economiche legate principalmente allo sponsor: il Monte dei Paschi, arrivati addirittura a fine 2010, non aveva ancora garantito il rinnovo dell'accordo cominciato nel 2007. Contemporaneamente si acuiscono i problemi fra il generale manager Giuseppe Retali e fra il presidente Roberto Ferri: il primo pensa di costruire una squadra da playoff, mentre il secondo è più cauto e pensa ai soldi che non ci sono. Viene anche reclutato un intermediario che alla fine costerà più di una stagione di un giocatore straniero, per procurare nomi da oltre oceano. Si arriva al punto che per prendere e far venire un giocatore e un tecnico, un dirigente tirerà fuori soldi di tasca propria. Nel frattempo, oltre alla questione Mps (che poi resterà al fianco del BBC ma a cifre ridotte rispetto al passato), si aggiungono molte voci su possibili nuovi sponsor da 200mila euro: si parla prima di un'azienda di rubinetterie, quindi di una di fotovoltaico, ma si rivelano entrambe non realizzabili. Col passare delle settimane, aumenta la spaccatura tra i due dirigenti anche per la scelta dell'allenatore: c'è chi spinge per il veterano Luciani (gm) e chi per la novità Vecchi (presidente). Alla fine la spunterà Ferri. Da quel momento Retali e Ferri cominciano in pratica a non parlarsi più già prima dell'inizio della stagione e spesso e volentieri Baricci è costretto a svolgere un ruolo da mediatore. Questo porterà a situazioni anche abbastanza imbarazzanti come l'immobilismo su scelte ovvie come visite ed esami medici. Retali alla fine completa la rosa (per Ferri con acquisti non indispensabili, lui avrebbe dato più spazio ai giovani di casa o prelevati in prestito per esempio dal Nettuno), il campionato inizia e nella prima fase la squadra inizia bene, grazie soprattutto al lavoro di Vecchi che riesce a creare un ottimo gruppo, omogeneo e con un buon rapporto all'interno dello spogliatoio. I giocatori sono uniti e motivati, ma dopo alcune settimane scoppia il caso Cooper: il lanciatore italoamericano lamenta il fatto che non sono stati rispettati gli impegni presi alla fine del 2010 e di fatto diventa un separato in casa. Oltre a non rendere sul campo, Cooper finisce per mettersi contro anche parte della squadra, soprattutto perché non è di certo l'unico giocatore a dover fare dei sacrifici per giocare. Questo comportamento porterà a una rottura insanabile e che certamente il lanciatore non sarà a Grosseto nel 2012. Il caso Cooper è però solo la prima goccia, perché quando arriva il momento dei primi rimborsi spese, nascono i problemi più grossi. Infatti quando il secondo rimborso spese non viene pagato, la squadra, dopo oltre un mese di attesa, minaccia di non scendere in campo nell'amichevole organizzata con la nazionale allo Jannella per celebrare anche il ritiro della casacca del manager azzurro Mazzieri, gloria del baseball grossetano. È l'inizio della fine. Viene versata ai giocatori metà somma, la squadra gioca avendo in mano la promessa di ricevere la seconda parte la settimana successiva, ma i soldi poi non arrivano. I giocatori, per rispetto della maglia e dei tifosi e per un grande senso di responsabilità, continuano a scendere in campo (ottenendo probabilmente dei risultati anche superiori alle aspettative, viste le condizioni in cui hanno vissuto da marzo in poi e la mancanza di allenamenti veri e propri da luglio in avanti), ma i problemi aumentano anche perché oltre agli stipendi o rimborsi spese, mancano il materiale per allenarsi e determinate cure mediche. Il tutto è ovviamente accentuato dal fatto che il presidente, per un suo modo di lavorare, non parla più di tanto con i giocatori e Baricci continua a promette soldi che non arrivano. Proprio questi due aspetti finiscono per indispettire di più il gruppo: non tanto i mancati pagamenti, evento capitato purtroppo anche in passato e nelle stagioni vincenti, ma la mancanza di chiarezza e risposte chiare. A fine campionato, durante la coppa Italia, si è giunti alle dimissioni di Ferri che ha poi raccontato in una conferenza stampa di aver chiesto prestiti ad amici per fare le ultime trasferte (a volte durante l'estate alcuni giocatori, non essendoci disponibilità per restare a dormire in albergo, sono tornati a Grosseto col pullman nella notte per poi ritornare il giorno seguente) e sembra che in questi giorni sia riuscito a restituirli, almeno a quelli che avevano impegnato di meno.
IL FUTURO – Prima delle ultime gare di coppa Italia disputate a Bologna , un tifoso (Andrea Dani) che segue il BBC da decenni ha organizzato una cena con vecchi e attuali giocatori e allenatori sul tema legato alla rifondazione del Grosseto. C'è fermento in città, ma nella situazione attuale mancano le risorse economiche. Si è parlato di un azionariato popolare con un minimo versamento pro capite. La soluzione non è facile anche pensando a chi potrebbe poi prendere la scomoda poltrona di presidente: perché se è vero che aprire la società a molti piccoli investitori potrebbe essere una strada praticabile, dall'altro non si può certo pensare che tutti potranno poi mettere bocca sulle decisione da quelle organizzative a quelle tecniche. Per il ruolo di guida della società si sono fatti i nomi di Simone Marchetti, uno degli attuali vicepresidenti, e di Angelo Magalotti che ha dimostrato mettendo soldi propri la passione per questo sport. Entrambi, se sarà uno di loro il prescelto, avranno bisogno di un tecnico capace, che conosce bene il baseball italiano di oggi, che possa dialogare con giocatori e staff tecnico e che sappia valutare i rinforzi da prendere (ed Enrico Vecchi si è dimostrato un uomo affidabile). Escludendo che possano essere confermati gli attuali gm e ds, i primi nomi che vengono alla mente sono quelli di Beppe Massellucci e David Rigoli. Il primo ha moltissima esperienza anche da allenatore, il secondo, più giovane, ha rapporti più freschi con giocatori, tecnici e dirigenti e solo per poche settimane ha già svolto questo mestiere, prima di scontrarsi con Ferri e dimettersi.
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